Se la storia di Tenuta di Biserno ha inizio diversi secoli fa, legata a doppio filo alle vicende di una delle più importanti famiglie del vino italiane – la famiglia Antinori, venditori di vino fin dal 1385 –, il recente progetto vitivinicolo imperniato su questa proprietà situata a Bibbona (LI), in Alta Maremma, nasce solo nel 2001, dall’unione degli intenti dei tre fratelli Antinori – Lodovico, creatore di Tenuta Ornellaia e Masseto, Piero, a capo del Gruppo Marchesi Antinori, e Ilaria – e del socio Umberto Mannoni.
A guidare questa valente realtà toscana è, da dieci anni a questa parte, il figlio di Ilaria, Niccolò Marzichi Lenzi: dopo aver trascorso la sua gioventù a stretto contatto con la natura, immerso tra vigne, oliveti e boschi in una tenuta nel Chianti, Niccolò vive all’estero più esperienze, anche molto diverse tra loro, prima di scegliere definitivamente il comparto enologico. Più che per dovere – come afferma lui stesso –, per un “indiscutibile trasporto e vocazione”. Questa sua passione lo riporta presto in Italia, coinvolto attivamente nel progetto degli zii e della madre, per il quale si dimostra una figura di riferimento: in breve tempo riorganizza al meglio Tenuta di Biserno e si assume la responsabilità di altre due Tenute – Campo di Sasso e Collemezzano –, incentrando tutto il lavoro del Gruppo sulla qualità dei vini prodotti e sul conseguimento di uno stile sempre netto e riconoscibile al bicchiere.
«I valori fondamentali che guidano la nostra impresa e la nostra attività sono certamente la passione e un’impeccabile attenzione ai dettagli», chiarisce Marzichi Lenzi, Amministratore delegato di Tenuta di Biserno.
«Siamo mossi da una costante ricerca della perfezione, convinti che vi sia sempre spazio per migliorare, e il nostro successo si basa sulla rincorsa continua alla qualità in produzione e sulla distintiva personalità che deve caratterizzare ogni nostra referenza»
Vini di carattere, autentici e riconoscibili
Le aziende che attualmente costituiscono Tenuta di Biserno si distinguono, tra loro, per tipologia di terroir.
La prima è quella che dà il nome alla compagine aziendale, estesa su circa 40 ettari nel Comune di Bibbona e confinante, a Nord, con la Doc Bolgheri e lo storico villaggio omonimo. Dislocati a 90 metri sul livello del mare, i terreni di Tenuta di Biserno sono principalmente alluvionali, argilloso-calcarei, ricchi di carbonato di calcio e ciottolosi: su di essi si coltivano Cabernet Franc, Merlot, Cabernet Sauvignon e Petit Verdot. L’influenza del mare a pochi passi e la diversa esposizione sono le caratteristiche determinanti per la produzione dei due vini rossi che qui vengono concepiti: Biserno e Pino di Biserno, per un totale di circa 130mila bottiglie che declinano il territorio in due versioni stilistiche di grande pregio.
Tenuta Campo di Sasso si trova, invece, a un’altitudine inferiore (a quota 40-60 metri s.l.m.) rispetto alla prima proprietà; i suoi terreni – dislocati su 56 ettari – sono di impasto misto tra sabbia e argilla, con ciottoli medio-grossi, e il clima è più caldo durante i mesi estivi: queste condizioni sono ideali per la coltivazione di Syrah e di Vermentino, oltre che di altre varietà di vitigni bordolesi, le quali danno vita a circa 300.000 bottiglie di rosso Insoglio del Cinghiale e di bianco Occhione.
L’ultima realtà entrata a fare parte di Biserno è Tenuta di Collemezzano, composta da circa 15 ettari di vigneto di varietà bordolesi impiantate a metà degli anni Novanta, che si estendono lungo il limite settentrionale della Maremma Toscana, nelle vicinanze di Bibbona. I vigneti sono posizionati in modo che la prossimità al mare garantisca loro un flusso d’aria continuo, attenuando di conseguenza anche le temperature (talvolta estreme nel periodo estivo), e i terreni sono quelli in cui gli elementi minerali si mescolano alla tessitura di medio impasto, con un’equilibrata interazione di ciottoli, sabbie, limo e argilla. Questi terroir unici, le condizioni naturali particolari, l’esposizione ai venti, il suolo e il clima favoriscono la produzione di vini che vedranno la luce tra qualche anno e che Marzichi Lenzi definisce “di carattere, categorizzati in modo autentico e riconoscibile”.
Basarsi sulle fondamenta della vinificazione
La produzione si attesta attualmente su circa 500.000 bottiglie di vino all’anno, la maggior parte delle quali – più o meno 300.000 – sono dedicate al noto Insoglio del Cinghiale; il resto è suddiviso tra Biserno, Pino di Biserno e Occhione. Il fatturato, che oscilla dai 10 ai 12 milioni di euro, è realizzato principalmente all’estero: per circa l’80%, infatti, queste referenze vengono distribuite in più di 60 Paesi del mondo, essenzialmente nel canale HoReCa.
«Siamo presenti più che altro in Europa – specifica l’AD – oltre che in Nord America e in Asia, continente nel quale stiamo consolidando la nostra presenza e in cui stiamo ottenendo buoni risultati. In cantina i dipendenti assunti a tempo indeterminato sono 26, mentre quasi 60 sono quelli stagionali, per un’età media che va dai 35 ai 40 anni». Qui, in produzione, viene adottato un approccio fondamentalmente classico e tradizionale, un aspetto che Marzichi Lenzi tiene a sottolineare in modo convinto.
«L’arte della vinificazione si evolve e affina da millenni, eppure molte delle metodologie tradizionali non sono ancora state esplorate appieno»
«Crediamo che le pratiche tradizionali offrano ancora un ampio margine di miglioramento, prima di considerare l’introduzione di nuove tecniche e di esplorare territori più innovativi. L’arte della vinificazione si evolve e affina da millenni, eppure molte delle metodologie tradizionali non sono ancora state esplorate appieno. Preferiamo, dunque, continuare a concentrarci su queste pratiche consolidate, che rappresentano un patrimonio di conoscenze ed esperienze tramandateci nel tempo, perché riteniamo che il segreto per ottenere vini eccezionali risieda proprio nell’eccellenza espressa attraverso le tecniche collaudate nel corso dei secoli. Nonostante questo nostro approccio conservatore, tuttavia, non escludiamo la possibilità, in futuro, di sperimentare attraverso processi innovativi».