SO.VI.PI., Win&Tech e GAI, oltre la semplice collaborazione

Un’azienda nata negli anni Settanta del secolo scorso dall’imprenditorialità di Massimo Lovisolo, attuale titolare, e del padre, a seguito dello “switch”, come lo definisce lo stesso Lovisolo, verso la fornitura di servizi conto terzi, giunto dopo che per generazioni la famiglia aveva prodotto vino. “Dal grappolo alla bottiglia”: con queste quattro parole SO.VI.PI. – Società Vitivinicola Piemontese, con sede a Calamandrana (AT), riassume i servizi in grado di offrire al mondo vitivinicolo. A partire dalla materia prima, SO.VI.PI. restituisce al cliente il prodotto finito, pronto per la commercializzazione, sia esso vino bianco o rosso, fermo, frizzante o spumante.

Ma in realtà non finisce qui. Grazie all’introduzione più recente di una linea dedicata al confezionamento in lattina, SO.VI.PI. ha esteso i suoi servizi anche al mondo dei cocktail e dei soft drink. E ha sviluppato un particolare know how nel lattinamento del vino.

Il monoblocco rotativo per lattine 3621 FE-CAN di GAI

Ne abbiamo parlato con Massimo Lovisolo, oltre che con Rebecca Bodon, Application Specialist per Win&Tech, realtà specializzata nella progettazione e nello sviluppo di sistemi avanzati di filtrazione, ed Enrico Dogliani, Senior Sales Area Manager di GAI, colosso del settore delle linee di imbottigliamento.

Proprio “tra le mura” di SO.VI.PI. queste tre aziende hanno dato vita a un progetto congiunto di R&S che ha permesso la realizzazione di impianti altamente innovativi.  

L’incontro con GAI

«SO.VI.PI. – spiega Lovisolo – nacque alla fine degli anni Settanta dalla volontà di produrre Moscati e Brachetti conto terzi, ma in maniera diversa da come si erano prodotti in passato e con l’obiettivo di ottenere prodotti più stabili e longevi. Pian piano l’attività si espanse e crebbero le nostre collaborazioni con vari enologi e altre aziende dell’indotto, in particolare quelle attive nel settore della filtrazione, processo di importanza fondamentale per ottenere prodotti in grado di durare nel tempo».

Nel 2012 l’incontro con l’Ing. Carlo Gai, dell’omonima azienda, imprime una svolta alla storia si SO.VI.PI.: «In quel momento – prosegue Lovisolo – l’Ingegnere era interessato a effettuare prove su spumanti e frizzanti. La progettazione del nuovo rubinetto per queste tipologie, poi messo in commercio nel 2015, ai tempi era ancora in fase di prototipazione. Noi iniziammo ad acquistare prodotti adatti a effettuare dei test con questi prototipi e, con l’uso nei nostri impianti, contribuimmo di fatto alla messa a punto della valvola poi esitata sul mercato. Erano i primi passi della collaborazione tra le nostre due aziende».

Nel 2016 di nuovo le strade di SO.VI.PI. e GAI si incrociano. «Chiesi a GAI e a due suoi competitor – racconta Lovisolo – di realizzare una linea di imbottigliamento praticamente su misura per le mie esigenze di contoterzista “piccolo”, che riceve mediamente 450-500 commesse all’anno, equivalenti ad almeno un migliaio di prodotti diversi, da confezionare in almeno un centinaio di tipologie diverse di bottiglie per un totale di circa 5 milioni di bottiglie prodotte annualmente. Non volevo una macchina standard, ma una soluzione personalizzata, che potesse offrire una qualità costante, da 1.000 o 40.000 litri. Solo da GAI ottenni la disponibilità a progettare e costruire questa linea».

«GAI – aggiunge Enrico Dogliani aveva presentato da alcuni anni sul mercato la nuova valvola di riempimento UNICA, denominata così proprio perché, anche grazie a specifici brevetti, presentava caratteristiche tecniche del tutto innovative o che erano presenti solo in alternativa su macchinari di diversa tipologia. In questo caso si riusciva invece a unire in un unico macchinario i benefici di riempitrici per vini frizzanti e per vini fermi, senza alcun compromesso. Il progetto di Massimo Lovisolo era quindi una sfida perfetta per questa tecnologia, che GAI fu subito entusiasta di raccogliere. Ne nacque un impianto ad-hoc che ancora oggi è una delle migliori referenze mondiali per l’azienda di Ceresole d’Alba in termini di tecnologia, versatilità e personalizzazione».

L’incontro con Win&Tech

Qualcosa di analogo a quanto descritto sopra, ovvero una certa difficoltà nell’ideare quanto SO.VI.PI. chiedeva, emergeva anche nel settore della filtrazione. «Soprattutto – sottolinea Lovisolo – non riuscivo a trovare una situazione nella quale si realizzasse quell’interazione perfetta tra macchina riempitrice e macchina filtrante che le rendesse davvero un tutt’uno. L’incontro con Win&Tech ha cambiato gli scenari. In sostanza si è avviata una collaborazione a tre tra noi, GAI e Win&Tech che in meno di un anno ci ha portato a lavorare una cinquantina di vini diversi, con differenti necessità di riempimento e filtrazione e con tipi diversi di bottiglie e chiusure. Il risultato è che ognuno di noi si è costruito un database, direi una letteratura, di ciò che poi avrebbe potuto offrire ai propri clienti. Una sorta di operazione pilota, nella quale la flessibilità di SO.VI.PI. ha giocato un ruolo fondamentale. A ottobre 2017 la linea di riempimento e filtrazione era già installata e funzionante».

«Tra il 2018 e il 2019, vedendo come si stavano muovendo diversi mercati nel mondo, abbiamo deciso di investire in questo settore. Ma avevamo ben chiara una cosa importantissima: il vino in lattina doveva essere trattato in modo tale da garantire gli stessi standard qualitativi che offriamo per il vino in bottiglia. Questa è la reale differenza tra chi ha sempre fatto lattine e chi approccia oggi questo business: se produci vino in lattina puoi fare tutto il resto, mentre non è vero il contrario. A causa del suo pH acido e di componenti come ossigeno disciolto, anidride solforosa e rame, il vino è molto più aggressivo di altre bevande nei confronti dell’alluminio. E il vino in lattina non si può pastorizzare, perché l’alluminio al disopra dei 37°C potrebbe iniziare a interagire col prodotto contenuto. Pertanto, per garantire la stabilità del vino, in particolare microbiologica, diventa fondamentale una filtrazione ad hoc».

Quando avete cominciato a fare lattinamento conto terzi?

«Nel 2021 per vino, cocktail e soft drink. Ancora una volta in collaborazione con GAI che ci ha installato un monoblocco rotativo capace di lavorare fino a 4.500 lattine/ora, per una produzione giornaliera di circa 40-50.000 lattine. Serviamo aziende sia italiane sia estere, soprattutto inglesi».

Come si colloca questa tipologia di prodotto sul mercato?

«Il vino in lattina oggi non può essere visto come un prodotto cheap. In realtà è ecosostenibile, a bassa produzione di CO2, con una catena dei trasporti ottimizzata e una catena del freddo e del caldo anch’esse ottimizzate, grazie alla trasmittanza favorevole dell’alluminio. Tutte cose a cui, tra l’altro, guarda con molta attenzione la generazione Z, con cui il mondo del vino sta cercando un dialogo. Molte aziende inoltre stanno investendo tantissimo sull’estetica della lattina: l’attrattività del colore del vino che il vetro trasparente consente di sfruttare come leva di marketing viene qui sostituita dall’attrattività del packaging».

Qualsiasi tipologia di vino può andare in lattina?

«Sì, fatta eccezione per quelli con pressione superiore alle 3 atmosfere. Sui vini dolci occorre fare molta attenzione alla stabilità microbiologica e in questo caso la filtrazione effettuata dall’impianto di microfiltrazione Win&GuardC di Win&Tech risulta ottimale. Si tratta di una filtrazione ortogonale, completamente automatica e con ricette di produzione e lavaggio personalizzabili. La compattezza del sistema minore di 2 m² di spazio permette di ridurre i consumi delle risorse necessarie al suo funzionamento».

Compatti e sostenibili: gli impianti Win&GuardC NO WASTE®

Gli impianti di micorfiltrazione Win&GuardC di Win&Tech

Gli impianti di microfiltrazione Win&GuardC, frutto dell’esperienza di Win&Tech, sono progettati e sviluppati per fornire prestazioni ottimali nella rimozione di particelle e microrganismi. Per le operazioni di lavaggio e sanificazione delle linee di imbottigliamento, Win&Tech ha aggiunto a bordo dei suoi impianti di microfiltrazione un sistema CIP, che integra i processi ottimizzando gli ingombri. I sistemi Win&GuardC nella versione a doppia linea alternata garantiscono di operare in assoluta sicurezza a tutte le ore: mentre una linea filtra, la seconda può infatti essere sanificata o preparata per il cambio prodotto.

«Questi sistemi – spiega Rebecca Bodonsono stati progettati per assicurare la perfetta compatibilità tra tutti i componenti e garantire l’automazione e la sicurezza, oltre che del processo di filtrazione, anche di quello di sanificazione. Il nostro obiettivo è progettare impianti tecnologicamente all’avanguardia, con un’attenzione particolare al risparmio delle risorse energetiche, idriche e delle materie prime tradizionalmente scartate nel corso del processo produttivo; inoltre, i nostri impianti sono costruiti per massimizzare la vita dei prodotti consumabili. Questi nostri obiettivi hanno portato le grandi realtà italiane del vino a sceglierci come partner e a rinnovare ogni giorno la loro fiducia in noi».

Ai sistemi Win&Tech è applicato il principio Cleaning no waste® con lavaggio e sanitizzazione a ciclo chiuso, per ridurre al minino il consumo di risorse quali acqua, calorie e detergenti chimici. Tutte le fasi di pulizia e sanificazione vengono realizzate ricircolando le soluzioni all’interno dei circuiti dei sistemi e inviando successivamente le stesse al serbatoio CIP. Diversamente verrebbero scaricate a perdere come negli impianti di microfiltrazione con metodologie tradizionali. Il sistema monitora le condizioni di lavoro e i parametri di processo. Ogni fase viene registrata, quindi anche i volumi di acqua impiegati per il lavaggio della microfiltrazione e del monoblocco.