Enolmeccanica Vallebelbo: là dove occorre chiudere

«Siamo un’azienda a gestione familiare, nata nel 1983 per soddisfare la richiesta di macchine tappatrici e capsulatrici da parte del mercato locale. Prese le mosse dal settore enologico, ci siamo via via espansi nel comparto del beverage, servendo anche il mondo della birra, dei distillati, delle acque, delle bibite e degli energy drink, per poi approdare a quello alimentare, con l’olio e le conserve, e infine a settori non alimentari come quello della cosmetica, della farmaceutica e della chimica per l’agricoltura».

Sono parole di Luca Bosca, amministratore di Enolmeccanica Vallebelbo, che produce macchine di capacità lavorativa variabile, in grado di soddisfare esigenze molto diversificate, a cui in tempi più recenti si sono affiancate anche le sciacquatrici.

Seguire l’evoluzione del mercato

«Dalla nostra nascita a oggi – prosegue Luca – ci siamo continuamente evoluti, seguendo il mutare del mercato. In campo enologico, per esempio, siamo nati col tappo in sughero ma via via abbiamo adattato le nostre macchine a lavorare con tutte le chiusure alternative che sono state introdotte. Ma sia nel settore delle bevande che negli altri che serviamo, anche la varietà di contenitori che ci troviamo a dover gestire è aumentata, spaziando dalle bottiglie in vetro a quelle in plastica e in carta, alle latte di alluminio. Ci è capitato anche di sviluppare soluzioni particolari per la chiusura del bag-in-box».

I rapporti coi diversi mercati

Dalla sede di Cossano Belbo (CN), nel cuore del distretto produttivo piemontese focalizzato sulla produzione di macchine per il confezionamento delle bevande, le macchine a marchio Enolmeccanica Vallebelbo prendono la strada del mercato nazionale e di numerosi mercati mondiali. «Il nostro fatturato – spiega Luca – proviene per il 40% dall’Italia, per un altro 40% dai mercati europei e per il rimanente 20% da Sud America e Oceania, in minor misura dall’Africa. In tutti i nostri mercati di destinazione, formiamo tecnici che siano in grado di garantire un’assistenza rapida e puntuale».

L’importanza del magazzino

Con una scelta che potremmo definire coraggiosa, ma che ha dato i suoi frutti, Enolmeccanica Vallebelbo ha infatti deciso fin dall’inizio di produrre internamente la quasi totalità dei particolari delle proprie macchine, fatta eccezione per poche componenti, principalmente elettroniche e pneumatiche, che vengono acquistate dal mercato italiano/locale.

«Tutte le parti in acciaio che compongono i nostri macchinari derivano da materia prima che noi compriamo, trasformiamo e montiamo – sottolinea Luca –. Questo comporta la necessità di gestire un grosso magazzino di semilavorati, con i costi e i rischi che ne conseguono, in particolare in caso di contrazione della domanda. Tuttavia, negli ultimi due anni questa scelta ci ha permesso di sentire molto meno gli effetti della crisi di approvvigionamento di materie prime, potendo continuare a offrire ai nostri clienti un’assistenza molto veloce. In 48 ore, delle quali 24 per preparare la spedizione e 24 di trasferimento, riusciamo a consegnare i nostri pezzi di ricambio in tutti i mercati in cui abbiamo collocato macchine. Si tratta di qualcosa che la nostra clientela ci riconosce e che in diverse situazioni ci ha fruttato commesse laddove eravamo meno appetibili rispetto ai competitor in termini di prezzo della macchina».

Il valore delle risorse umane

Lo staff di Enolmeccanica Vallebelbo conta su una ventina di persone che lavorano più o meno equamente suddivise tra produzione, montaggio, ufficio tecnico e area amministrativa/commerciale. «Perché una delle nostre macchine possa raggiungere il mercato, sono necessarie diverse competenze: ingegneri, disegnatori tecnici, sviluppatori, esperti di ICT, manodopera specializzata. Quest’ultima ha bisogno di training piuttosto impegnativi: per la produzione dei particolari utilizziamo centri di lavoro a tre assi, programmati con specifico linguaggio, e servono competenze meccaniche ad hoc sia nella fase di assemblaggio che in quella di collaudo, particolarmente importante perché noi collaudiamo ogni singola macchina, non lavoriamo a campione. Per questi motivi, la scelta che abbiamo fatto ormai diverso tempo fa è quella di assumere persone piuttosto giovani, che facciamo crescere internamente», spiega Luca.

La conduzione rimane familiare e prevede che a capo di ciascuna sezione dell’azienda vi sia un membro di una delle famiglie cui essa fa capo «anche per rimanere sempre al passo con le innovazioni e le evoluzioni tecnologiche», sottolinea Luca.

Gestione digitalizzata e Industria 4.0

Da alcuni anni in Enolmeccanica Vallebelbo è in atto un processo di digitalizzazione del lavoro, partito dall’uso di un CRM per la gestione dei clienti, accessibile a tutte le figure commerciali che nel mondo collaborano con l’azienda. Il preventivo che si traduce in commessa genera una serie di informazioni per il reparto tecnico, che a sua volta genera istruzioni per i reparti di produzione e montaggio, rendendo così fluido ed efficiente il flusso di lavoro. Ogni risorsa umana coinvolta nella realizzazione della commessa, in ogni momento collegandosi al portale può conoscere cosa sia necessario fare ed entro quando. Il sistema inoltre rileva in tempo reale eventuali falle o errori nella linea di lavorazione. Le informazioni sullo stato di avanzamento della produzione giungono al sistema grazie al fatto che ogni macchinario in costruzione è connesso e dotato di un tablet che consente all’operatore di dialogare con un server di raccolta dati. Tutto questo per rendere più efficiente il processo produttivo sul fronte interno. «Ma ci siamo anche attrezzati per fare diagnostica delle nostre macchine in remoto. Tramite accesso al portale di un nostro partner commerciale, siamo in grado di accedere ai macchinari che in quel momento sono in linea, che possiamo analizzare senza necessità di avere un tecnico sul posto».

Credere nelle certificazioni

«Crediamo molto nel valore delle certificazioni – afferma Luca – e lo dimostra il fatto che ne possiamo vantare diverse, tra cui la ISO 45001 per la sicurezza sul lavoro, la ISO 9001 per la qualità del lavoro e ISO 14001 per il rispetto dell’ambiente».

L’azienda è alimentata da un impianto fotovoltaico che su base annuale copre dal 60 al 70% dei consumi energetici. Gli orari di lavoro vengono modificati su base stagionale per concentrare l’attività produttiva e il conseguente consumo energetico nelle fasce orarie più favorevoli. Si punta alla riduzione dell’uso della plastica laddove possibile, sostituendola con materiali biodegradabili, si effettua una ferrea raccolta differenziata e si ricicla tutto ciò che può essere riciclato.

Tutti i macchinari che lavorano in azienda, dal punto di vista dell’efficienza energetica sono oggi in classe IE 3 o IE4 (le migliori).

ANTARES-SR tappatrice automatica per tappo sughero raso e/o fungo

Tappatrici e capsulatrici per ogni esigenza

Le tappatrici/capsulatrici prodotte in Enolmeccanica Vallebelbo sono sostanzialmente di tre tipi – semiautomatiche, automatiche e automatiche rotative – caratterizzate da diverse capacità orarie di lavoro.

I macchinari semiautomatici, adatti alle piccole realtà, lavorano una bottiglia alla volta, che viene inserita nella macchina dall’operatore, il quale successivamente aziona l’operazione di tappatura per mezzo di pulsanti. In base alla velocità dell’operatore, si possono tappare dalle 400 alle 600 bottiglie all’ora.

I modelli automatici lavorano invece sulla linea di imbottigliamento e gestiscono fino a 3000 bottiglie/ora. Se dotati di un sistema automatico di alimentazione della tramoggia contenente i tappi, possono lavorare con intervento umano ridotto al minimo. La sensoristica che oggi si applica su questi macchinari permette di gestire in tempo reale, eventualmente anche da remoto, problemi come mancanza o rottura della bottiglia o mancanza della chiusura. Le tappatrici automatiche possono essere prodotte anche nella versione a soluzione girevole, che su un unico macchinario monta due teste tappanti che gestiscono chiusure differenti. Con un semplice gesto, lo svitamento di due viti e la rotazione della parte centrale della macchina, e con tempi di cambio formato molto ridotti, si passa agevolmente da una chiusura all’altra. «Queste macchine – commenta Luca – sono un nostro fiore all’occhiello e nella categoria sono tra le più competitive sul mercato. Le chiusure abbinabili sono le più varie, il che permette di andare incontro alle esigenze del settore enologico, della birra e dei distillati. Non solo, per alcuni clienti contoterzisti che forniscono servizi mobili di imbottigliamento, abbiamo realizzato anche soluzioni ad hoc molto versatili, in grado di gestire fino a tre diverse tipologie di chiusure».

ANTARES-VX-CX tappatrice girevole per tappo vite e corona

Le macchine automatiche rotative, che dal punto di vista qualitativo lavorano sostanzialmente come le automatiche, sono dotate di più teste tappanti e permettono di lavorare fino a 12-16.000 bottiglie all’ora.

Sciacquatrici a elevato standard qualitativo

«Abbiamo iniziato a produrre sciacquatrici  una decina di anni fa, interpretando le richieste del mercato. Abbiamo osservato attentamente ciò che già c’era sul mercato e cercato di superare alcune inefficienze. Ne è uscito un macchinario molto performante e di fascia alta, che può anche essere ampiamente customizzato e a cui il mercato ha riconosciuto gli elevati standard qualitativi».

La sciacquatrice Dolphin si caratterizza per una distribuzione valvolare di nuova concezione con valvola a scorrimento che azzera le sollecitazioni derivanti dalla pressione del liquido di sciacquatura, aumentando la durata e l’affidabilità del sistema. L’assenza di un “collettore fasato” con molle e dispositivi meccanici a contatto del prodotto e del “no-bottle no-spray sotto pinza” riducono gli sforzi in gioco e semplificano notevolmente la macchina, aumentando l’efficienza e riducendo la manutenzione necessaria.

DOLPHIN – 16RN sciacquatrice automatica a 16 pinze

Il gruppo pinza/rubinetto integrato e il giunto rotante ad alta affidabilità garantiscono una lunga durata ma anche una ridotta e veloce manutenzione perché progettati in modo da poter essere sostituiti in meno di 3 minuti.

La vasca di raccolta liquidi è a pendenza costante per un drenaggio davvero completo. Evita la proliferazione di microrganismi e garantisce una ridotta evaporazione di soluzioni alcoliche. Il pianale con canalina di raccolta e il dispositivo di blocco impurità sommati alle forme innovative del corpo torretta, prive di spazi ristretti “cattura-sporco”, completano la dotazione di una macchina facile da mantenere pulita.

Il circuito di alimentazione a svuotamento completo evita la stagnazione e garantisce la completa pulizia, incrementando la vita della tenuta del collettore rotante, soggetta a scarsissima sollecitazione.

Interamente lavabili o no?

Le sciacquatrici di Enolmeccanica Vallebelbo sono interamente lavabili senza rischio di danno, grazie all’elevata qualità delle componenti. In altre sciacquatrici sul mercato, poiché spesso si utilizzano agenti chimici un po’ aggressivi, con determinate tipologie di materiale si possono arrecare danni alle trasmissioni meccaniche.

Per le tappatrici invece si è scelto, diversamente dalla concorrenza, di rendere lavabile solo la parte bassa delle macchine, sotto le teste tappanti, ovvero nella la zona dove si concentra la maggior parte dei residui e dove tutte le componenti sono in acciaio inox. «Occorre notare che le bottiglie entrano nella tappatrice ancora aperte e che quindi sono possibili versamenti di prodotto. Finché si tratta di acqua non ci sono problemi. Ma nel caso del vino, o peggio di bibite zuccherate, si forma sul fondo una patina che cristallizza, crea spessore e finisce per diminuire il livello di precisione con cui lavora la macchina».

Una meccanica senza età

«Oggi si trovano ancora in funzione nostri macchinari vecchi di trent’anni, magari passati dalle mani di più possessori. Possiamo dire che l’unico limite alla vita dei nostri macchinari è dato sostanzialmente dalla resistenza dei materiali, ma è ovvio che una macchina possa essere cambiata prima, per obsolescenza tecnologica e necessità di efficientamento».

La parte meccanica, il cuore di queste macchine, è rimasta pressoché immutata in questi quarant’anni di produzione, mentre hanno subito un notevole avanzamento le tecnologie per l’ottenimento dei particolari e la sensoristica applicata, in grado di rilevare imperfezioni.

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