Le etichette narranti di Cantine Florio per ridefinire il Marsala

«Il tutto è iniziato tra la fine del 2021 e i primi mesi del 2022, quando il Covid ci ha “chiusi in cantina”: da quel momento abbiamo cominciato a pensare concretamente a tutta la riprogettazione e al restyling della linea di Marsala di Cantine Florio, una realtà che da anni è, per storicità e rilevanza, un sinonimo del Marsala in tutto il mondo. Lo scopo? Dare una nuova identità a questi vini – un totale di dieci referenze che coprono e riscoprono altrettante espressioni di questo prodotto –, raccontandone al meglio la storia e le molteplici sfaccettature che possono acquisire in base alle scelte intraprese dagli enologi e al contesto ambientale in cui vengono posizionate le botti per l’affinamento».

Queste nuove label sono nate così, con l’esigenza di raccontare, spiega il Responsabile Marketing del Gruppo Duca di Salaparuta S.p.A. Ad esse, dunque – e non più soltanto alle parole dell’enologo o del sommelier – è stato affidato il compito di riportare e descrivere tutte le peculiarità di ciascuna referenza e i percorsi naturali e umani che definiscono “rotte” diverse per ogni etichetta, frutto di continue letture e interpretazioni.

«Quello di Florio è stato uno sforzo produttivo teso alla “verità del Marsala”: ovvero, che non esiste “il” Marsala, bensì una pluralità di referenze eccellenti e di infinite singolarità di questo vino. La nuova linea rappresenta la più consapevole estensione espressiva del Marsala ad oggi presente sul mercato e la trasparenza narrativa che la contraddistingue diviene un patrimonio comune di conoscenze, condiviso e condivisibile, che aiuta il cliente trade così come il consumatore finale a un’immedesimazione cosciente nel processo produttivo e, di conseguenza, a una scelta più ragionata».

Uno storytelling per ciascun vino

A occuparsi della progettazione grafica, lo studio di graphic design milanese 63DE-SIGN, di Roberto Ghioni, Cristina Vannini e Josie Ingoglia.

«Il progetto è nato per comunicare in modo elegante, ma fermo, l’enorme potenziale che il Marsala Florio esprime – dichiarano i tre soci titolari dello studio –. Serviva restituire al prodotto, infatti, il giusto uso e la valorizzazione di una tecnica enologica sofisticatissima, comunicando al mercato più idoneo le sue virtù. Il Marsala aveva l’esigenza di riposizionarsi vicino a un target amante dei Porti e dei liquorosi da meditazione; un mercato sofisticato, intenditore, in grado di saper leggere il lungo e lento percorso che il vino compie nelle botti».

«Il Marsala aveva l’esigenza di riposizionarsi vicino a un target amante dei Porti e dei liquorosi da meditazione, un mercato sofisticato, intenditore»

Fondamentale, per i graphic designers, è stato visitare personalmente la Cantina e i locali storici insieme a Tommaso Maggio, Marsala Master Maker di Florio, per vivere il tempo al ritmo del Marsala e comprendere i precisi passaggi realizzati in produzione – al fine di ottenere il risultato voluto –, la filosofia, il viaggio in legno, l’influenza del mare.

«Non è sempre possibile compiere esperienze di questo tipo, ma, in questo caso, è stato indispensabile – confermano Ghioni, Vannini e Ingoglia –. Per concepire le etichette e realizzare ed equilibrare colore, grafica e tecniche di stampa per tutte e tre le linee sono occorsi diversi mesi e una forte collaborazione con il cliente. Parliamo di dieci prodotti, ognuno con il suo storytelling! Contemporaneamente al packaging (vetro, label, accessori bottiglia, pack, cartoni di imballo di primo e secondo grado), abbiamo sviluppato la comunicazione anche attraverso un libro che spiega il progetto e tutte le peculiarità dei vari Marsala: un piccolo miracolo».

Gamma Classic, Premium ed Exclusive

Gli elementi del packaging sono divenuti, in questo contesto, un diario di viaggio del Marsala attraverso l’indicazione di elementi quali: l’anno della fortificazione, la sintesi del percorso del vino all’interno delle botti, il verbale di miscela, gli anni di affinamento, l’Angel share e il viaggio dei fusti all’interno delle navate. La Cantina ha fortemente voluto mantenere la bottiglia Marsalese, ovvero il formato classico – ormai iconico nel panorama dei Marsala – che ha contraddistinto Florio negli anni. La novità, in tal senso, è stata la realizzazione di una versione opaca per la linea top di gamma Exclusive, che si è distinta anche per la serigrafia in sostituzione della classica etichetta frontale. I materiali delle cantine, i legni, il tufo e la salsedine del mare hanno ispirato, invece, la preferenza della carta e le sue tonalità, diverse tra le linee Classic e Premium per sottolineare il tempo passato in cantina.

Materia e sostenibilità sono stati gli elementi determinanti per la scelta della carta: una Cotton naturale di grammatura importante – Avery Dennison – che ha consentito di ottenere la giusta consistenza per un effetto letterpress, che rimanda la memoria alla stampa realizzata al torchio. Le lamine a caldo Luxoro accompagnano la distinzione tra le tipologie del Marsala stesso, in un passaggio tonale, e il logo Florio diviene architrave del bikini e si presenta anch’esso in Cotton, nero in pasta, per mantenere l’abbinamento, volutamente separato per sottolineare la sua importanza e, al tempo stesso, per rendere unico il prodotto illustrato nella parte sottostante del bikini. Anche la retroetichetta ha richiesto una particolare attenzione, divenendo essa stessa parte del racconto e arrivando, nella gamma Exclusive, a incorporare un sigillo anticontraffazione realizzato in esclusiva per Florio da Kurz.

Mappa di lavorazione personalizzata

Si è optato, inoltre, per creare un’etichetta bilingue, con due idiomi che accompagnano la storia del Marsala fin dalla sua creazione: l’italiano, sottolineando il luogo di nascita del Marsala Florio, e l’inglese, per ricordare il primo mercato internazionale che apprezzò questo particolare vino. Attraverso lo studio delle etichette storiche della Cantina, i graphic designers sono stati ispirati anche per la scelta del lettering: «In tutti gli aspetti di vestizione del prodotto – affermano – abbiamo riportato un linguaggio vintage in chiave moderna, tenendo conto della storia grafica del brand. I font storici ci hanno suggerito il letterpress, finalizzato a richiamare, come già accennato, i metodi di stampa di una volta, oggi realizzati con tecniche d’avanguardia, ma con la passione artigianale di Eurostampa. La narrazione è stata così portata avanti attraverso gli equilibri dei font, con poco spazio per il colore, usato principalmente in due modi: in primis per dividere le due lingue e, in secondo luogo, per sottolineare la “manualità” del Marsala Master Maker, nella numerazione delle bottiglie e nella visualizzazione e presa di coscienza dei vari movimenti e delle fasi che avvengono all’interno dei locali di produzione. Tutti gli elementi di queste label, assolutamente moderne nel loro aspetto comunicativo, concorrono a formare, in sintesi, una mappa delle lavorazioni che avvengono per ogni tipologia di Marsala. Chi tiene in mano una di queste bottiglie può realmente comprenderne il valore e l’unicità».