Serena Wines 1881: servono prontezza e visione, oltre alla qualità

Oltre 140 anni di storia vinicola: è questo il lasso di tempo che contraddistingue il lavoro e l’impegno di Serena Wines 1881, cantina trevigiana tra i maggiori produttori di vino – Prosecco in testa – a livello nazionale, con un fatturato 2022 che ha sfondato il tetto dei 100 milioni di euro.

Fusti e bottiglie multiformato

Nel centro di produzione di Conegliano, oltre agli spazi dedicati alla lavorazione del vino, si trovano anche gli uffici amministrativi e commerciali della Cantina; qui, su una superficie di 39.000 mq, di cui 21.000 coperti, lavorano 91 dipendenti.

Luca Serena, titolare Serena Wines 1881

«In tutti questi anni abbiamo costantemente riveduto e modernizzato tecnologia e logistica, intesa come razionalizzazione dei processi di produzione che si riflettono direttamente su chi, poi, realizza la vendita finale – dichiara Luca Serena, titolare di Serena Wines 1881 –. Oggi siamo arrivati a possedere 96 autoclavi per la spumantizzazione di varie capienze e i nostri volumi sono aumentati del 10% nel 2022, a fronte di un valore accresciuto del 25%, per un totale di circa 400.000 ettolitri. Lo scorso anno abbiamo investito due milioni di euro in marketing e comunicazione, innovazioni tecnologiche, prodotti, risorse umane e una nuova linea di fusti one way, fusti monouso realizzati in materiali riciclabili e pensati per una logistica evoluta – in grado di far risparmiare spazi, consumi, trasporti e, di conseguenza, profondamente sostenibili e attenti all’ambiente. Riguardo a questi fusti, molto apprezzati da importanti fasce del mercato Ho.Re.Ca. – che assorbe il 92% della nostra produzione –, abbiamo registrato una crescita del 12% sui volumi e il nostro obiettivo minimo è quello di replicare tali risultati anche nel 2023. La produzione di bottiglie da 0,75 litri, invece, ha superato i 28 milioni, mentre in versione 0,20 litri abbiamo realizzato circa 10 milioni di bottiglie. La qualità del prodotto deve sempre essere al primo posto, ma non sono meno importanti la velocità nel soddisfare le richieste e la flessibilità nel farlo».

Macchine regolabili e sincronizzate

Due le linee di imbottigliamento che operano all’interno dello stabilimento produttivo: la prima, da 64.000 bottiglie al giorno, lavora i formati 0,75 e 1,5 litri, mentre la seconda, più recente, è in grado di ultimare, quotidianamente, fino a 75.000 bottiglie nei formati 0,187, 0,20 e 0,75 litri, con velocità che si attestano su 8.000 b/h per lo spumante e 10.000 b/h per il vino frizzante. Tutte le macchine di quest’ultima linea risultano facilmente regolabili, a seconda dei formati, sincronizzate tra loro da un PLC che dirige il movimento dei nastri, mantenendo separate le bottiglie per ridurre al minimo i rumori di contatto tra i vetri.

Antonio Barzan, enologo e responsabile di stabilimento

«Abbiamo scelto questo sistema perché è adatto per la lavorazione di più formati, per una quindicina di tipologie di bottiglie – spiega Antonio Barzan, enologo e responsabile di stabilimentoe offre più di una garanzia in fase di riempimento del prodotto, anche in termini di sanità e sicurezza alimentare. Oltre ai tagli standard, possiamo lavorare anche con vetri personalizzati con centratura ottica e di pesi differenti: il cambio bottiglia è assicurato celermente grazie a sistemi automatici di adattamento». Ogni macchinario è collegato a un sistema di supervisione, per valutare fermi impianto, scarti e produttività della linea stessa. «Tra tutte le macchine di questo impianto, la riempitrice Fillblock MBF risulta particolarmente flessibile e facile da impostare per l’operatore, a seconda delle misure e dei formati che devono essere impiegati – continua Barzan –: per mezzo dello schermo touch screen, è molto intuitivo utilizzare e settare i programmi/ricette di imbottigliamento in funzione dei vini e ciascun prodotto è imbottigliato senza mai entrare in contatto con l’ossigeno e senza il rischio di subire perdite di pressione, mantenendo in toto le proprietà organolettiche che lo contraddistinguono. In caso di necessità, è possibile disporre anche dell’assistenza da remoto, con personale qualificato che risponde dalla casa madre».

Più di una tecnologia in gioco

 

La tappatura

Che siano bottiglie Collio, o Dede, per vini frizzanti e Prosecco, Bordolesi classiche per vini fermi o Flute per spumanti, le bottiglie vuote disposte in pallet vengono posizionate dapprima su un depallettizzatore Ape, per poi passare, dopo lo sfilamento dei vetri, attraverso un ispettore per bottiglie vuote Logic&Controls, che monitora l’idoneità dei contenitori. Le bottiglie vengono poi sciacquate e riempite con il vino, precedentemente microfiltrato attraverso un sistema di microfiltrazione, quindi tappate – attraverso macchinari Cames o MBF – ed eventualmente incapsulate e gabbiettate usufruendo di attrezzature Robino&Galandrino. I vetri passano quindi in tunnel di riscaldamento e asciugatura Padovan TMCI, al fine di rimuovere la condensa e rendere etichettabili i prodotti, sui quali sono apposte le label specifiche grazie a un macchinario Cavagnino&Gatti. Le confezioni sono controllate da un sofisticato sistema di telecamere 13°, dopo essere state contrassegnate da un marcatore di bottiglie Videojet con un lotto specifico finalizzato a tracciare i vini. Le referenze procedono infine verso un’incartonatrice Ape, che provvede all’inserimento delle stesse nelle scatole e riceve i cartoni preformati da una formacartoni dello stesso costruttore; se richiesti, vengono inseriti gli alveari, per poi procedere, una volta superati i controlli relativi al peso dei cartoni e alle chiusure – con apposizione finale delle etichette sui cartoni -, alla palletizzazione, attraverso un pallettizzatore Ape.

Controlli ad hoc sull’intero processo

«Su tutta la linea effettuiamo in continuazione controlli automatizzati per l’imbottigliamento – sottolinea Barzan – tramite apparecchiature Logic&Controls». Questi macchinari monitorano ogni passaggio: dall’esame dei contenitori vuoti al controllo del livello di riempimento, dalla corretta chiusura e presentazione delle bottiglie fino alla verifica del peso dei cartoni o dei fardelli. «In una prima fase avviene l’ispezione dei contenitori vuoti, un processo per cui le bottiglie sono fotografate attraverso speciali gruppi ottici, dall’anello al fondo, comprendendo tutto il corpo, al fine di analizzare l’integrità dei vetri prima di procedere all’imbottigliamento, evitando così che difetti di lavorazione del vetro possano far scoppiare i contenitori una volta ultimati. Più verifiche vengono effettuate anche dopo l’imbottigliamento, per esaminare il livello di riempimento, la corretta chiusura, l’etichettatura e il peso dei cartoni: grazie alle macchine Logic&Controls siamo in grado di determinare se il confezionamento è stato eseguito correttamente, individuando nell’immediato eventuali problematiche che possono, in questo modo, essere subito risolte». La tecnologia è molto importante, secondo il responsabile di stabilimento, perché con i volumi realizzati dalla Cantina è fondamentale lavorare con macchine efficienti, in grado di tracciare tutto il percorso della bottiglia. È però ancora più importante, a suo dire, il contributo umano: «Servono persone competenti, che sappiano utilizzare le macchine e sappiano farle rendere al 100% delle loro potenzialità. Bisogna puntare sul capitale umano: le persone devono essere formate e unite, lavorando insieme a un unico obiettivo aziendale».