(R)evolution, i vini di qualità da produzione sostenibile di Tinazzi

Con oltre una cinquantina di etichette, tra vini veneti e pugliesi, Tinazzi è oggi un’azienda improntata sull’export. Qualità, territorio, sostenibilità, intraprendenza commerciale sono stati il volano di una crescita significativa negli anni che è stata catalizzata dall’ingresso in azienda della terza generazione, di Giorgio e Francesca che hanno affiancato il padre Gian Andrea Tinazzi nella gestione di un’impresa che produce oggi complessivamente 5 milioni di bottiglie, registra un fatturato di 27 milioni di euro ed esporta in 47 Paesi al mondo. Racconta questa cantina veronese Francesca Tinazzi.

La linea di imbottigliamento di Lazise ha una capacità operativa di 4.500 bottiglie/ora

Com’è nata la vostra azienda?

Fu Eugenio Tinazzi, mio nonno, che nel 1968 avviò un’impresa per la commercializzazione dei vini, un business che mio padre, ancora giovanissimo, contribuì a sviluppare. Fu così che la Tinazzi si consolidò gradualmente negli anni puntando anche sulla vendita nei Paesi limitrofi, in particolare Germania e Svizzera, che tutt’oggi rappresentano per noi due importanti mercati di riferimento. Nacque da queste premesse il sogno di abbracciare l’intera filiera produttiva occupandosi anche della coltivazione e vinificazione delle uve; sogno che si realizzò a partire dagli Anni ’80 con l’acquisto di vigneti nel Veneto e in seguito anche in Puglia. Sottile osservatore della realtà che lo circonda, appassionato di vini, mio padre si è rivolto con interesse al mondo delle aziende agricole, le quali oggi costituiscono un vero patrimonio per la Tinazzi, grazie al quale siamo in grado di proporre un paniere molto ampio e diversificato di prodotti dai classici della Valpolicella – Amarone della Valpolicella DOCG, Valpolicella Ripasso DOP Superiore – ai vini veneti – come il Soave DOP Classico, il Custoza DOP o il Bardolino DOP… – ai vini emergenti pugliesi che riscuotono un interessante consenso internazionale – come il Primitivo di Manduria DOP. Vini ai quali presto si aggiungerà anche una DOCG toscana, il Chianti Classico, prodotto dalle uve di un’azienda agricola che è recentemente entrata a far parte della Tinazzi. Oggi la nostra azienda raccoglie parte delle uve vinificate dai 90 ettari di vigneti di proprietà – 7 ettari nel Bardolino Classico (Tenuta Vallese), 5 ettari in Valpolicella (Poderi Campopian), 16 ettari a Custoza (Cascina Montelupo), 65 ettari nell’Alto Salento in Puglia (Feudo Croce) e 5 ettari a Pian Del Gallo nelle colline del Chianti in Toscana; dispone di tre cantine: a Lazise (VR), dove è anche presente il quartier generale di Tinazzi, a Sant’Ambrogio di Valpolicella con una cantina di pigiatura e a Faggiano in provincia di Taranto con Cantine San Giorgio.

Siete un’azienda improntata sull’export, per quale motivo?

Mio fratello Giorgio, responsabile commerciale della Tinazzi, ha dato un impulso importante allo sviluppo dei mercati esteri. Non ci siamo mai risparmiati in questi anni nel cercare nuovi mercati anche con viaggi in Paesi lontani, dalla Corea, all’Equador, al Brasile… solo per fare qualche esempio. Via via, si è costituito un ricco portafoglio clienti anche grazie a un paniere variegato di prodotti, proposto a un interessante rapporto qualità-prezzo. I vini pugliesi, in questo senso, hanno rappresentato un volano eccezionale delle vendite, vini che il consumatore vuole conoscere, scoprire… Per rispondere alla sua domanda, l’export ci ha sempre offerto maggiori garanzie finanziarie e se l’obiettivo di un’impresa è la sua sostenibilità economica, questo giustifica il cammino intrapreso e che oggi porta i vini della Tinazzi in quasi 50 Paesi, tra cui Stati Uniti, Germania, Svizzera, Paesi Scandinavi… Di pari passo con gli sviluppi commerciali, l’azienda si è sempre più specializzata e organizzata al suo interno per offrire ai nostri clienti un servizio di qualità prevedendo per ciascun Paese tutti gli adempimenti normativi, le certificazioni, le analisi di laboratorio… necessari per l’esportazione.

“Due cantine per la produzione dei nostri vini veneti”
Grazie alle sue tre cantine a Lazise (VR), Sant’Ambrogio di Valpolicella (VR) e a San Giorgio Jonico (TA), Tinazzi è in grado sia di proporre una gamma molto ampia di vino con quasi una cinquantina di etichette sia di soddisfare una domanda che negli anni ha avuto un trend in continua crescita. La cantina di Lazise e il centro di pigiatura di Sant’Ambrogio di Valpolicella garantiscono l’intera produzione dei vini veneti in catalogo a partire dai prestigiosi Amarone della Valpolicella DOCG, Valpolicella Ripasso DOP Superiore. «Nella cantina di Sant’Ambrogio di Valpolicella lavoriamo tutte le uve provenienti dai vigneti di proprietà tra Bardolino, Custoza e la Valpolicella che costituiscono circa il 35% delle uve per la produzione dei nostri vini veneti, bianchi, rossi e rosati», spiega Giuseppe Gallo, enologo di Tinazzi. «La raccolta viene necessariamente programmata in base al grado di maturazione delle uve, al fine di non “sovraffolare” il centro di raccolta che ha una capacità operativa di circa 600-700 q di uve al giorno. Per quanto riguarda i bianchi, dopo la pigia-diraspatura le uve sono sottoposte a una pressatura soffice prima del passaggio in fermentazione del mosto. Fermentazione che avviene a temperature controllate – variabili tra i 12° C e i 18° C in relazione all’obiettivo enologico – all’interno dei vinificatori. Dopo la necessaria decantazione, al termine della fermentazione c’è il primo travaso con la separazione della parte fecciosa, quindi a 7-5 giorni il secondo travaso: in quest’ultima fase il vino si arricchisce delle sue note aromatiche; l’obiettivo è quello di preservare la naturale espressione varietale riducendo, per quanto possibile, gli interventi in cantina. Per il Custoza DOP, per esempio, andremo a prediligere un quadro aromatico, mentre per il Soave DOP Classico si enfatizzerà la componente floreale». Analoga programmazione in campo in base al grado di maturazione viene effettuata per le uve rosse che, una volta raggiunto il centro di pigiatura, vengono sottoposte a pigia-diraspatura per poi passare direttamente nei serbatoi di fermentazione – le uve destinate invece alla produzione di Amarone appassiscono su graticci per due o tre mesi. «Come per i bianchi, procediamo all’inoculo di fermenti selezionati o autoctoni e avviamo la fermentazione a temperatura controllata compresa tra i 22° C e i 28° C in relazione alla tipologia di prodotto e al profilo aromatico, prevedendo anche periodici rimontaggi», continua l’enologo. «Con il primo travaso, si avvierà la fermentazione malolattica; si procederà quindi con il secondo travaso e per alcuni vini al passaggio in legno. La cantina di Lazise è dotata di diverse tipologie di botti da 20, 40, 50 ettolitri, tonneau da 5 o 3,5 ettolitri». Dopo la filtrazione tangenziale e le operazioni di filtratura, i vini passeranno alla fase finale di imbottigliamento. «La cantina di Lazise è dotata di una linea di imbottigliamento completamente automatica con una capacità operativa di 4.500 bottiglie/ora», spiega il responsabile di produzione della cantina Simone Beghini. «La linea è costituita da depallettizzatore, sciacquatrice, riempitrice, da un tappatore in grado di processare tappi in sughero, sintetico e a vite e da un’etichettatrice. Anche il fine linea è automatizzato, grazie all’inserimento di un pallettizzatore robotizzato».

Parlava di sostenibilità, un tema caro a Tinazzi…

Il nostro primo report di sostenibilità ci è costato un duro lavoro per redigerlo, un impegno sfidante che ci ha però permesso di mettere nero su bianco quella che è la nostra idea di sostenibilità. Oggi è di moda il greenwashing, un ecologismo di facciata, noi, attraverso i numeri, attraverso questo report vogliamo raccontare ai consumatori, alla clientela l’impegno sociale, economico, ambientale che sottende il nostro far sostenibilità. Un percorso che ha inizio negli anni 2000 con una gestione impiantistica all’avanguardia. Ci siamo dotati progressivamente di sistemi di tracciabilità di filiera, abbiamo inaugurato una linea produttiva biologica. Con il passare degli anni l’azienda ha rafforzato costantemente il trend di progetti di sostenibilità ambientale in termini di impianti e di prodotto.

Ci siamo impegnati nel sociale: Tinazzi in collaborazione con Pensiero Solidale Onlus sostiene il Progetto “Bottega Tettoia Pinardi” e dona le proprie botti alla Casa Don Bosco Dab, comunità di recupero per adolescenti con difficoltà familiari e comportamentali con sede ad Albarè di Costermano sul Garda. Le botti in legno, che altrimenti verrebbero buttate, vengono utilizzate dai ragazzi per creare piccoli oggetti di arredamento offrendo così un’opportunità esperienziale e formativa; sosteniamo il progetto Neuroscienze del Dipartimento Neuroscienze, Biomedicina e Movimento dell’Università di Verona che si pone l’obiettivo di diffondere le conoscenze relative ai nuovi approcci ai disturbi neurologici funzionali tra i professionisti sanitari principalmente coinvolti nella loro gestione.

Qualche numero della vostra sostenibilità?

34.520 euro investiti in progetti sociali, 90 ettari di vigneti coltivati in conversione al regime biologico, quasi 100mila kWh prodotti dai pannelli solari, 118.000 euro investiti in un nuovo impianto di depurazione delle acque, 90% di dipendenti con contratto a tempo indeterminato. Questi sono solo alcuni numeri del nostro impegno per una produzione davvero sostenibile che prende il nome di Tinazzi (R)evolution, una rivoluzione del concetto d’impresa da produttrice di utile ad azienda produttrice di benessere sia all’interno sia esternamente all’azienda.

Tra i fiori all’occhiello della produzione vini pluripremiati come i classici della Valpolicella – Amarone della Valpolicella DOCG, Valpolicella Ripasso DOP Superiore e gli emergenti vini pugliesi come il Primitivo di Manduria DOP

Entriamo nel dettaglio della vostra proposta commerciale?

Da sempre Tinazzi produce i vini veronesi provenienti dalla zona del Lago di Garda – Bardolino, Custoza, Lugana – e dalla rinomata zona del Valpolicella – Valpolicella, Ripasso e Amarone. Questi ultimi rappresentano il fiore all’occhiello della nostra produzione. Un vino che ha riscosso parecchio interesse e che continua a mantenere un buon trend è la Corvina in purezza, un IGP che riprende alcune note dei vini della Valpolicella quindi la ciliegia, la marasca…: si tratta di una classica estensione di vigna. In Puglia, la migliore espressione del vino Tinazzi è costituita dal Primitivo di Manduria DOP “Imperio” della linea Feudo Croce. Un vino che è entrato per ben due volte nella lista dei 100 migliori vini del mondo nella prestigiosa rivista Wine Spectator e che è stato recentemente eletto tra i migliori 50 vini del mondo dalla prestigiosa rivista anglosassone Decanter. Stiamo reinserendo il Negroamaro Salento IGP e il Fiano Salento IGP, vini che stanno riscuotendo un rinnovato interesse. Un’altra proposta di successo è la linea dei rosati con il Chiaretto di Bardolino DOP e il Negroamaro Rosato Salento IGP.

Due vini simbolo della vostra produzione?

Il Primitivo di Manduria DOP “Imperio” della linea Feudo Croce, risultato della vinificazione in purezza di uve Primitivo, riposa in botti di rovere francese per 12 mesi. Un vino che all’olfatto regala sentori di frutta rossa matura, spezie, lievi note di cacao e una vena balsamica, mentre al palato offre una buona persistenza e armonia tra note di frutta secca e tannini morbidi con finale tostato.

L’Amarone della Valpolicella DOCG “La Bastia” della linea Ca’ de’ Rocchi che proviene dalla vinificazione di uve Corvina, Rondinella e Molinara appassite su graticci per due o tre mesi. Questo vino riposa in botti di rovere americano e francese per 24 mesi. Al naso è complesso, con note di frutta a bacca rossa come prugna e ciliegia; presenta lievi note speziate e balsamiche con leggero richiamo al cioccolato. Al palato è ampio, articolato e di notevole struttura ed equilibrio.

E per il futuro?

Tra i progetti che ci stanno più a cuore c’è l’ospitalità rurale. L’obiettivo, attraverso la ristrutturazione delle nostre aziende agricole – è stata avviata a gennaio di quest’anno la ristrutturazione della nostra azienda Montelupo a Custoza con i suoi 25 ha di vigneto che darà vita a un relais di 13 appartamenti – è di contestualizzare maggiormente l’idea di territorio che permea la nostra vision, di raccontare Tinazzi, le sue produzioni più da vicino, di condividere la passione che da oltre cinquant’anni anima le nostre scelte enoiche.