Nella lunga e stretta valle che unisce Bolzano a Bressanone, percorsa dal Fiume Isarco, da millenni si pratica, una viticoltura per molti versi “eroica”, resa difficile e faticosa dalle asperità del territorio. Qui, nel 1961, nasce Cantina Valle Isarco la più giovane delle cooperative altoatesine che unisce oggi 130 soci con l’obiettivo di produrre vini bianchi di qualità superiore. Eleganza, aromaticità, freschezza, sapidità creano quello stile unico e inconfondibile, quel file rouge che sottende oggi le 29 etichette proposte da questa cantina, nato in campo con la selezione delle uve migliori, sviluppato in cantina con l’expertise e le moderne tecnologie. Attraverso l’elevato valore aggiunto delle sue produzioni, la cantina vuole favorire anche nelle generazioni future quel legame indissolubile che si perpetua da millenni tra i viticoltori e la propria terra. Ne abbiamo parlato con il direttore della Cantina, Armin Gratl.
Lo scorso anno Cantina Valle Isarco ha compiuto 60 anni di storia. Come è nata questa cooperativa?
«Sull’esempio di un ormai consolidato modello cooperativistico presente in Alto Adige da più di ottant’anni, nel 1961 un gruppo di 24 agricoltori della Valle Isarco decise di unire le forze per vinificare direttamente i propri raccolti e vendere il vino prodotto. Le risorse erano poche ai tempi, si rimandò quindi ad anni a venire la costruzione di una cantina ex novo, optando allora per gli ampi spazi del maso di Reinthaler, primo presidente della neonata cooperativa, adibiti a locali di trasformazione delle uve. La voce si sparse in Valle – si trattava d’altronde dell’unica cooperativa di viticoltori presente – il numero dei soci negli anni aumentò tanto che si optò per la costruzione di una cantina ex novo nel 1975 a Chiusa in località Coste. Qui, ancor oggi si trova l’attuale Cantina Valle Isarco, completamente rivisitata e attualizzata alle esigenze di una dinamica e moderna impresa vitivinicola, con un piano di interventi di ristrutturazione di respiro quinquennale tra il 2010 e il 2015».
In Valle Isarco, come d’altronde più in generale in Alto Adige, la coltivazione della vigna è una tradizione atavica…
«Limitandoci ai tempi più recenti, quando era parte dell’Impero Austro Ungarico, l’Alto Adige era riconosciuto per la sua produzione di vini rossi. Dominava lo Schiava, un vitigno che nelle nostre terre dava un rosso beverino, nulla più… Inimmaginabile pensare tutto ciò oggi visto che la nostra cantina produce per il 98% vini bianchi! Vini assolutamente più consoni a un territorio difficile dove la coltivazione avviene in ambiente collinare e montano – essendo la Valle Isarco molto stretta con la sua tipica conformazione a V – e dove il clima è tendenzialmente più freddo rispetto al resto della regione. Quando nasce la nostra cantina, si decide subito per una rigorosa ricerca varietale. Si opta per i vitigni a bacca bianca già in piccola parte presenti nei masi consociati della Valle, il cui vino era però destinato all’autoconsumo. A fianco dei classici Sylvaner, Müller Thurgau, Gewürztraminer vengono introdotti vitigni resistenti al freddo orientandosi su quelli delle regioni del Nord Europa – Austria e Germania. Dal Kerner al Grüner Veltliner al Riesling, l’impianto dei vitigni a bacca bianca porta la cantina verso una visione sempre più improntata sulla qualità ottimizzando la sinergia tra terroir e vitigno».
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