«Abbiamo davvero una lunga storia da raccontare, che parte con Caterina de’ Medici e arriva fino a noi, e vogliamo essere un luogo d’attrazione per gli enoappassionati e i turisti di tutto il mondo. Il nostro vino e il nostro olio parlano di noi e della nostra zona, ma ci piace l’idea che chi ci viene a trovare possa ascoltare questa storia direttamente dalla terra, passeggiando tra le vigne, visitando le ville e vivendo le nostre case coloniche». A parlare è Tommaso Inghirami, Direttore commerciale e proprietario di Fattoria di Grignano, secolare tenuta e azienda vitivinicola biologica situata sulle colline di Firenze nei pressi di Pontassieve, nel cuore del Chianti Rufina. La storia di Grignano inizia nel XV secolo, in qualità di possedimento della famiglia Medici, e si sviluppa a partire dagli anni Settanta del secolo scorso con la famiglia Inghirami di Borgo Sansepolcro (AR), uno dei nomi più noti e rappresentativi del comparto italiano tessile e moda. Nel 1999 si decide di ampliare l’estensione della tenuta acquisendo anche Fattoria Pievecchia, il cui nome deriva da un’antica pieve medievale che sorge in loco. Oggi Tenuta di Grignano si estende per oltre 600 ettari tutti coltivati in regime biologico, tra vigneti (50 ettari), oliveti (200 ettari), seminativi (100 ettari), boschi (250 ettari) e laghi, all’interno dei quali si contano due ville e oltre 40 case coloniche. Da qualche anno Tommaso Inghirami ha preso le redini dell’azienda, dopo un percorso di studi in Economia e management all’Università Bocconi, esperienze di studio negli Stati Uniti e di lavoro in Cina e un triennio in Ferrero.
Vera e propria oasi naturalistica
«Non mi sono mai pentito di questa scelta – rivela Tommaso –. Quando ho assunto il ruolo di direttore commerciale di Grignano sapevo, in cuor mio, che sarebbe stata una bella sfida. Il compito era impegnativo: cinquanta ettari di vigneti, altri duecento coltivati a ulivi, tutti a metodo biologico, due ville e oltre quaranta poderi – ognuno dei quali caratterizzato da una propria connotazione storica e architettonica – costituiscono, infatti, una discreta responsabilità. Anche perché, per quanto non si trattasse di partire da zero, le potenzialità di questa proprietà sono infinite e, onestamente, ancora non del tutto sfruttate». Il nucleo della tenuta è costituito dalla villa, la cui facciata sul lato meridionale è caratterizzata dall’imponente orologio. I vigneti messi a dimora annoverano vitigni tradizionali quali Sangiovese, Colorino e Canaiolo Nero affiancati da Cabernet Sauvignon e Merlot, mentre, tra le fila delle uve bianche, fanno bella mostra di sé Trebbiano toscano, Malvasia del Chianti e Chardonnay. Dall’oliveta proviene un olio extravergine di oliva biologico dalla bassa acidità e dalle notevoli caratteristiche organolettiche che è valso alla fattoria l’adesione al Consorzio “Laudemio”, gruppo di aziende che producono un olio EVO reputato tra i migliori della Toscana e del mondo, mentre i boschi regalano tartufi, funghi, una piccola riserva di caccia e, più in generale, una vera e propria oasi naturalistica e faunistica.
Vuoi continuare a leggere?
Se sei GIA’ abbonato accedi all’area riservata
Se NON sei abbonato vai alla pagina degli abbonamenti