Alpla, protagonista mondiale nella produzione di imballaggi in plastica innovativi, è da sempre in prima linea sul fronte della ricerca e sviluppo con attività mirate a garantire la sostenibilità ambientale dei suoi prodotti e il loro riutilizzo in ottica circolare. Per questo motivo, Alpla ha fatto suoi i principi del Design for Recycling, buone prassi che si dimostrano di importanza fondamentale per riuscire a raggiungere gli obiettivi di circolarità e quindi sostenibilità degli imballaggi. In sostanza, sulla base delle specifiche funzionali ed estetiche concordate con il cliente, già a partire dalle primissime fasi di design e progettazione tecnica Alpla è in grado di individuare le migliori soluzioni per assicurare che il packaging, sia esso un flacone, una boccetta o una bottiglia, sia non solo conforme alle specifiche del cliente, ma anche quanto più sostenibile e riciclabile possibile.
L’Agenda dell’ONU per lo Sviluppo Sostenibile ha fissato il raggiungimento entro il 2030 di una serie di obiettivi in tema di innovazione legati al ciclo di produzione, smaltimento e recupero della plastica, con l’ambizioso target di arrivare entro il 2040 al totale riuso delle plastiche, soprattutto quelle derivate da imballaggi. Ciò ha portato il settore del confezionamento e dell’imballaggio, negli ultimi anni, a trasformarsi profondamente, con l’obiettivo di offrire soluzioni più pratiche e performanti, ma soprattutto più sostenibili e riciclabili.
Al fine di contribuire concretamente a questi obiettivi con soluzioni sempre più sostenibili e innovative, Alpla ha da tempo aderito ai principi del Design for Recycling, ambito nel quale le buone prassi di progettazione rivestono un ruolo di primaria importanza a garanzia della riciclabilità degli imballaggi in ottica di economia circolare.
Gestendo i materiali plastici all’interno di un circuito chiuso, è possibile ottenere grandi risultati in termini di sostenibilità. Nel caso del PET riciclato (o rPET ovvero materiale che deriva dal riciclo di bottiglie di plastica post-consumo) è ad esempio possibile ridurre le emissioni di gas serra finanche al 90% rispetto ai processi che utilizzano il PET vergine. È questa la scelta che, ad esempio, ha compiuto PepsiCo, la quale si è impegnata a eliminare tutta la plastica vergine dalle proprie bottiglie a marchio Pepsi vendute in 9 mercati europei entro il 2022, sostituendola con la plastica riciclata dal recupero degli imballaggi post consumo (rPET) sull’intera gamma delle sue bevande. L’azienda stima che il passaggio al 100% rPET per queste bevande eliminerà oltre 70.000 tonnellate all’anno di plastica vergine a base di combustibili fossili e ridurrà le emissioni di carbonio per bottiglia di circa il 40%.
Alpla ambisce a svolgere un ruolo attivo per sostenere l’affermazione di un’economia circolare efficiente nel comparto dell’imballaggio, che si sta sempre più focalizzando su materiali innovativi a basso impatto ambientale, tecnologie produttive sempre più green e manufacturing practices di sostenibilità. Ben si comprende dunque il ruolo svolto dal Design for Recycling, nell’ambito del quale l’imballaggio completo deve essere progettato in modo da permettere un elevato grado di raccolta, successivo smistamento e rilavorazione. I principali criteri di progettazione devono tenere conto non solo dei materiali, ma anche degli additivi, dei colori e dell’inchiostro di stampa, nonché dei piccoli componenti che fanno eventualmente parte dell’imballaggio, i quali, in un’ottica olistica di sostenibilità, devono essere compatibili con il percorso circolare che porterà il package verso la sua seconda vita.
Un ottimo esempio di come l’economia circolare possa funzionare bene se tutti, lungo la catena del valore, agiscono insieme, è quello che coinvolge l’azienda slovena Donat, che opera nel settore delle acque minerali. All’insegna dello slogan “green to green”, in collaborazione con Alpla, Donat ha sostituito completamente l’imballaggio in PET e vetro con bottiglie green al 100% in rPET, raggiungendo una riduzione delle emissioni di carbonio fino al 90%. La decisione di Donat di non usare bottiglie in PET vergine o in vetro si traduce anche in un risparmio annuo di circa un milione e mezzo di litri di acqua potabile, di circa 98.000 kWh di elettricità e di 12.000 kg di detersivo.