Cantina Andrea Giorgetti: una preziosa eredità da coltivare

Sante è il nome di suo padre ed è anche il nome del suo vino più pregiato, un Rosso Piceno che invecchia in barrique di rovere francese. Anche se la sua produzione più tipica sono un Rosso Piceno maggiormente beverino e un rosato, a cui ha dato i nomi delle sue tre figlie, cui si aggiunge il capostipite, un bianco tipico dei Colli Maceratesi che prende humus e nome dal fiume Potenza, dove affondano le radici i suoi due ettari e mezzi di vigneti.

 

Andrea Giorgetti tra la sorella Giulia e l’enologo Nicolò Marchetti

Andrea Giorgetti è nato 38 anni fa a Potenza Picena, nelle Marche in provincia di Macerata, e la sua bella casa sovrasta la cantina che porta il suo nome, affacciandosi sulle colline della zona e guardando al mare, per nulla distante, un paio di chilometri appena. In estate, questo è il panorama delle degustazioni che, con l’aiuto di sua sorella Giulia, offrono ai turisti per far loro assaggiare quel vino a cui lui, insieme all’amico ed enologo Nicolò Marchetti, dedicano ogni entusiasmo. Un entusiasmo cresciuto nel tempo, anche grazie alla fiducia del padre, ormai scomparso, guardando al futuro delle nuove creature da crescere. Un’eredità da quattro etichette e 16.000 bottiglie, che non smette di crescere e voler prosperare.

Un progetto di cantina che cresce

«Mentre i miei genitori gestivano un distributore di benzina di proprietà sull’autostrada A14 all’altezza Conero Ovest, io studiavo enologia all’Università degli Studi di Ancona, ancora senza troppa convinzione e dedizione – confessa Andrea Giorgetti –. Ma fu lì che conobbi Nicolò Marchetti, di un paio d’anni più giovane di me, con cui ho avuto modo di sviluppare e condividere il progetto di questa bella avventura. Anche se non siamo soci di fatto, perché formalmente sono l’unico titolare della cantina, lui amo definirlo il mio “socio di parola”, tanto che in etichetta è indicato che è lui l’enologo. Nei fatti, tutto questo è anche merito suo, così come di mia sorella Giulia, che ha 30 anni e che ora si dedica maggiormente al distributore di benzina, ma in estate è spesso qui con me per prendersi cura come maître delle degustazioni e delle visite aziendali. Tra me e Nicolò nacque subito una bella amicizia, legammo tantissimo, tanto che fui io a convincerlo ad iscriversi con me a Enologia. Fu così che iniziammo a produrre il nostro primo vino, ancora a quei tempi con spirito goliardico più che altro: sperimentavamo il vino che ci piaceva bere tra noi amici, per le nostre feste, grazie a cinque ettari di proprietà di mio nonno in cui avevamo piantato quasi per gioco quattro filari di vigna nel 2005. Se tutto questo è diventato un vero progetto, un’azienda a cui dedico seriamente la mia passione e il tempo, lo devo a mio padre, Sante Giorgetti. Già in quegli anni aveva creduto che potesse nascerne qualcosa di solido e duraturo: non solo mi diede i terreni per farne ciò che ne volevo, ma iniziò lui la ristrutturazione del vecchio fienile, che ora è il piano interrato sotto alla mia casa, in cui produco le mie quattro etichette di vino e ospito i tanti turisti che vengono in visita fin qui per assaggiarlo e godersi la vista di questa bella vallata. “Magari un giorno tutto questo può trasformarsi in una cantina seria”, mi disse iniziando i lavori di ammodernamento del fienile, e ci vide lungo. Così mi feci coraggio e presentai richiesta per poter godere dei contributi (un 40% a fondo perduto) che la Regione Marche erogava nel Piano di Sviluppo Rurale a giovani agricoltori al di sotto dei 40 anni che iniziavano la propria attività sul territorio. Il vino che facevamo veniva buono, ho pensato di provare e hanno accettato la mia domanda. Lo dico sempre a tutti di credere in questi aiuti all’agricoltura, perché per me e la mia attività sono stati provvidenziali e i soldi mi sono arrivati subito, non ci sono state le solite lungaggini e le burocrazie che tanti ti raccontano per scoraggiarti. L’azienda agricola Andrea Giorgetti è stata così costituita per l’occasione nel 2014 e con quei soldi abbiamo potuto compiere i primi investimenti importanti: impiantare due ettari e mezzo di vigneto e attrezzare la cantina con impianti professionali. Purtroppo sei anni fa mio padre è improvvisamente deceduto. Qui in cantina tutto era ancora agli inizi, al distributore avevamo 12 dipendenti con le loro famiglie a cui assicurare un impiego, e mia sorella era ancora molto giovane… ma ci siamo rimboccati tutti le maniche e il tempo ci ha dato ragione».

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