Cantina La Regola: ancora più performanti

Siamo a Riparbella, in provincia di Pisa, una zona da sempre particolarmente vocata alla coltivazione della vite. A testimoniarlo sono le vestigia di un antico insediamento etrusco, in perfetto stato di conservazione, nel quale sono state rinvenute più anfore un tempo impiegate per lo stoccaggio dei vini. Ancora oggi questo luogo resta uno dei più importanti siti etruschi costieri, avamposto della vicina Volterra. È nata qui – nella valle del fiume Cecina, pochi chilometri a Nord da Bolgheri e a 4 chilometri dal mar Tirreno – la Cantina La Regola, prima azienda vinicola di Riparbella a credere in questo territorio e a ottenere i primi risultati di eccellenza. Immersa in una natura spettacolare per la sua biodiversità e i suoi morbidi profili collinari, la tenuta è attraversata dal fiume Cecina ed è protetta, ai lati, da una fascia collinare boschiva con una forte presenza di querce da sughero. Qui il microclima è temperato e caratterizzato da notevoli escursioni termiche, ideale per i vigneti, posti in parte in pianura (a 50 m.s.l.m) e in parte in collina (a 100-200 m.s.l.m).

Dagli internazionali agli autoctoni

È Flavio Nuti, Amministratore e Responsabile commerciale e marketing de La Regola, a raccontare la nascita e l’evoluzione di questa realtà produttiva toscana, da sempre a conduzione familiare. «Era il 1990: mio fratello Luca – l’agronomo che porta avanti l’azienda insieme a me – all’epoca si laureò in Agraria all’Università di Firenze. Prima di allora, da tre generazioni, la mia famiglia aveva sempre coltivato la vite per produrre vino ad uso familiare in una vigna di circa 2 ettari che il mio bisnonno acquistò verso la fine dell’800, posta in località La Regola, la stessa da cui l’azienda prese poi il nome. Avviare l’impresa fu un’avventura per noi, in una zona che oggi, sì, è riconosciuta e affermata a livello internazionale per i suoi vini, ma nella quale, fino a quel momento, ancora nessuno aveva pensato di investire realmente. Con orgoglio possiamo dire di essere stati i primi a ridare al nostro territorio una dignità vinicola che fu, molti secoli prima, degli Etruschi, antichi abitanti di questa zona. Luca decise di impiantare nuovi vigneti, reinnestando in parte quelli già esistenti in località La Regola con cloni di Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Merlot, Syrah, Petit Verdot, Sauvignon Blanc, Chardonnay, Viogner e Gros Manseng. Consolidammo anche l’ampelografia originaria potenziando i vitigni autoctoni già coltivati, come il Sangiovese, il Vermentino Toscano, la Malvasia e la Colombana. Vigneto dopo vigneto, siamo arrivati a possedere 25 ettari e a dare lavoro a 15 dipendenti, tra fissi e avventizi stagionali».

Luca e Flavio Nuti

Una “fabbrica nel paesaggio”

Le viti sono allevate a cordone speronato, con una densità che va da 4.000 a 7.500 ceppi per ettaro, con basse rese; l’uva che ne deriva è ricca di estratti, base ideale per vini longevi e di carattere. Dopo vent’anni di produzione tradizionale, i fratelli Nuti hanno interamente convertito l’azienda all’agricoltura biologica e oggi producono solo vini bio certificati. Il lavoro in vigna è sempre svolto a mano, sia nel momento della raccolta che durante la selezione dei grappoli – un’attività eseguita in modo quasi maniacale – e ogni operazione segue costantemente l’equilibrio della natura, i suoi tempi e la sua armonia, mentre la vinificazione si svolge a temperatura controllata utilizzando soltanto lieviti indigeni. Le naturali pendenze del terreno permettono di evitare l’utilizzo di pompe e la presenza della folta e alta vegetazione funge da protezione per il vento. Nel 2016, mantenendo centrale il tema dell’ecosostenibilità, è stata edificata una nuova cantina di circa 2.000 mq, progettata dall’architetto Sergio Scienza: realizzata con materiali di bioedilizia e volta a comunicare al meglio il territorio della Val di Cecina, ricco di cultura e storia, essa sfrutta l’energia rinnovabile prodotta da un impianto fotovoltaico posto in superficie per soddisfare le esigenze di climatizzazione e illuminazione interna. Ad occuparsi dell’arredamento, in particolare dei locali adibiti alla vendita, dell’area convegni, della sala per la degustazione e degli spazi comuni, è stato l’architetto di interni Giorgio Balestri, che ha curato anche la scelta della tinteggiatura esterna della struttura, in modo da mimetizzarla con il paesaggio circostante e renderla meno impattante. Questa caratteristica di integrazione nell’ambiente ha valso all’azienda, nel 2016, il premio speciale del concorso internazionale “La fabbrica nel paesaggio”, indetto dalla Federazione Italiana Club e centri UNESCO con il patrocinio del Ministero dei Beni culturali.

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