Lungarotti: più che una cantina

Due tenute vitivinicole nel cuore dell’Umbria, oltre 250 ettari di proprietà, 29 etichette e 2,5 milioni di bottiglie prodotte all’anno, per il 45-50% esportate in 50 Paesi del mondo: sono i numeri di Lungarotti, azienda vinicola fondata a Torgiano (PG) da Giorgio Lungarotti e oggi portata avanti dalle figlie Chiara e Teresa, dalla moglie Maria Grazia e dai nipoti Francesco e Gemma. Strettamente collegata alla famiglia Lungarotti da un paio di secoli, questa realtà, nel corso dei decenni, si è affermata sempre maggiormente, tanto da incarnare un vero e proprio modello di eccellenza enologica e da essere inserita da Wine Spectator-Operawine 2021 tra le 34 migliori cantine d’Italia.

Tra Torgiano e Montefalco

«La nostra base operativa è a Torgiano – illustra Chiara Lungarotti, amministratore delegato della Cantina –, un piccolo borgo rurale, tra Perugia e Assisi, dove coltiviamo 230 ha di vigneto certificati VIVA per la sostenibilità e 12 ha di oliveto in regime biologico. In paese si trovano anche le attività che la nostra famiglia ha via via creato nel settore turistico e ricettivo – l’Enoteca della Cantina, l’Osteria del Museo e l’Agriturismo Poggio alle Vigne –, così come il Museo del Vino (MUVIT) e il Museo dell’Olivo e dell’Olio (MOO), attività gestite dalla Fondazione Lungarotti Onlus, nata per volere dei miei genitori e attiva da oltre 30 anni nella promozione della cultura del vino e dell’olio e nella tutela del patrimonio artistico e dei “mestieri d’arte” della tradizione umbra». A Montefalco (PG) la famiglia possiede una piccola tenuta di 20 ha – coltivati dal 2010 in regime bio – in cui si pratica una viticoltura attenta alla sostenibilità, alla biodiversità e alla valorizzazione dei vitigni autoctoni, intervallati da varietà internazionali come Cabernet Sauvignon, Merlot, Chardonnay e Pinot Grigio.

Un’offerta ampia e diversificata

Tra vigneti e oliveti, cantina, ospitalità e musei, collaborano con Lungarotti oltre 50 persone. L’articolata gamma di referenze aziendali – rossi, bianchi, rosati e bollicine – è il frutto di un attento lavoro di coordinamento tra l’enologo Vincenzo Pepe e l’agronomo Attilio Persia, coadiuvati dall’enologo consulente Lorenzo Landi: un’offerta ampia e diversificata, che va dai vini più semplici a quelli più complessi e longevi. «Visitare le nostre tenute è un’esperienza coinvolgente – sostiene l’AD – che inizia tra i vigneti e prosegue negli ambienti dove si compie il processo di vinificazione, grazie all’ausilio di moderne tecnologie, ma anche all’impiego di botti e barriques, per giungere alla zona dove i vini proseguono l’affinamento in bottiglia, fino al “caveau” delle vecchie annate. Grazie alla nostra dimensione familiare, il punto di forza che più ci caratterizza è l’elasticità, fondamentale sia in campagna, per adattarsi all’andamento climatico dell’annata, sia in cantina, dove cerchiamo continuamente di capire in quale direzione andrà il mercato, specialmente in tempi incerti come questi». Proprio al fine di soddisfare le esigenze di mercato, alle quali l’azienda ha sempre rivolto grande attenzione e importanti investimenti, le scelte inerenti all’impianto di riempimento e confezionamento di Torgiano (a Montefalco si noleggiano impianti mobili) si sono orientate sulle caratteristiche di adattabilità a formati e soluzioni di packaging in grado di consentire risposte rapide ai clienti e la massima versatilità.

Monoblocco Bertolaso per il riempimento

Aggiornata negli ultimi tre lustri in tutte le sue parti, la linea di imbottigliamento Lungarotti è completamente automatica e assicura la produzione di formati da 0.375, 0.75 e 1.5 litri con i modelli di bottiglie Borgognotta, Bordolese (leggera, troncoconica pesante e troncoconica leggera) e Champagnotta, tutte caratterizzate da altezze che possono variare dai 180 ai 380 mm e da diametri che partono da 55 mm e arrivano a 109 mm; i grandi formati, da 3 litri a salire, vengono invece confezionati a mano.

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