Toso: il rispetto per l’ambiente e il territorio è un impegno imprescindibile

Quella di Toso è la storia di un’impresa familiare collegata da oltre un secolo alla tradizione enologica piemontese, all’amore per il territorio e alle sue produzioni. Una storia che ha origine nel 1910 dalla decisione del capostipite, Vincenzo Toso, di trasferire la sua attività dall’Astigiano, zona vocata al vitigno Barbera, a Santo Stefano Belbo, nel Cuneese, dove le colline sono caratterizzate dai filari di Moscato. A Vincenzo succede il figlio Pietro e, a lui, i due figli Luigi e Vincenzo e, nel tempo, il Moscato d’Asti e l’Asti Spumante assumono il ruolo di protagonisti della produzione Toso. Il 1993 è l’anno che segna un passaggio decisivo: il trasferimento dell’azienda nell’attuale sede di Cossano Belbo (CN), nel segno di quella sperimentazione e di quella proiezione al futuro che caratterizzano questa realtà, oggi guidata dalla quarta generazione della famiglia, i due fratelli Gianfranco e Pietro e il cugino Massimo.

25 milioni di bottiglie all’anno

La Cantina, fin dall’inizio, dedica una costante attenzione alle opportunità produttive del vitigno Moscato, dagli spumanti dolci fino a prodotti più innovativi e originali come l’Asti Secco, lanciato sul mercato a fine 2017; la stessa passione per le cultivar aromatiche del territorio si esprime anche nella produzione del Brachetto. Agli spumanti si affiancano poi altri vini autoctoni, come Dolcetto, Barbera e Nebbiolo, e due prodotti della tradizione piemontese quali il Vermouth di Torino Superiore Gamondi – un marchio storico interprete delle materie prime regionali e della conoscenza di erbe aromatiche e spezie locali – e il Toccasana di Teodoro Negro – originale liquore delle Langhe realizzato con 37 diverse erbe, particolarmente profumato e dalla moderata alcolicità. Le bottiglie prodotte annualmente si attestano sui 25 milioni, tenendo conto di ogni tipologia di referenza: vini fermi, spumanti, vini aromatizzati Vermouth e liquori. «In Piemonte vinifichiamo 30-35mila quintali di uva l’anno – specifica Massimo Toso, Direttore tecnico e socio aziendale –, grazie alla materia prima raccolta nelle aziende agricole di proprietà, pari a 30 ha, e alle uve dei 250 ha di vigneti appartenenti a 130 viticoltori conferenti della zona; per il resto acquistiamo basi spumanti in Veneto, Romagna e Trentino e basi che vanno a costituire i vini aromatizzati Vermouth in Romagna, Abruzzo e Sicilia». L’export equivale al 70% del fatturato e avviene principalmente in Europa, ma anche nel resto del mondo, per un totale di 40 Paesi raggiunti attraverso la GDO e gli importatori specializzati.

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