Antonio Facchin: dal vigneto alla bottiglia

L’attività vinicola della famiglia Facchin inizia a San Polo di Piave (TV) nel 1870, quando Antonio, il capostipite, intraprende la coltivazione di pochi ettari di vigneto adagiati tra le sponde del fiume Piave e le colline del Prosecco, decidendo di puntare, soprattutto, sul vitigno autoctono Raboso Piave. Dopo un secolo e mezzo, la forza dell’azienda si basa ancora sulla tradizione famigliare e su una maestria artigiana sempre combinata con ricerca e sperimentazione, avendo ben saldi, come obiettivi primari, la qualità del prodotto e la valorizzazione del territorio. L’attuale proprietà è incarnata dai tre fratelli e soci Angelo, Giuseppe e Giusi Facchin, che possono contare su circa 80 ha di vigneto all’interno di undici Comuni della Marca Trevigiana: dalla “buffer zone” delle colline del Prosecco, Patrimonio dell’Umanità, alle grave del Piave, fino alle sponde del fiume Livenza. La produzione spazia dalle denominazioni certificate e garantite, come la DOCG del Prosecco Superiore Conegliano Valdobbiadene e il Malanotte del Piave, al Prosecco Millesimato DOC Treviso e ai vini delle DOC Piave e delle Venezie DOC, fino a prodotti più di nicchia, come il Caminada, un Passito di Incrocio Manzoni, e il Fior di Raboso, elisir a base di Raboso passito e grappa.

Un importante valore aggiunto

Tutti i vigneti aziendali risultano meccanizzabili: su qualche vitigno si opera ancora manualmente, ma la maggior parte della raccolta è realizzata a macchina, con una vendemmiatrice Grégoire altamente tecnologica che permette di diraspare l’uva in campo e di consegnare in cantina acini completamente integri. «Usiamo prodotti a basso impatto dalla limitatissima tossicità – specifica Angelo Facchin – e abbiamo via via eliminato i diserbi, compiendo lavorazioni sulla fila e sperimentando, su terreni sassosi, anche tecniche quali il pirodiserbo, che sembra funzionare molto bene. Da un anno a questa parte – inoltre – abbiamo installato una linea di imbottigliamento innovativa tramite la quale riusciamo ad essere autosufficienti nel processo di confezionamento, dal vigneto alla bottiglia, assicurando standard produttivi di alta qualità. Il conseguimento dell’autonomia in ogni fase legata alla produzione è stato per noi il raggiungimento di un valore aggiunto importantissimo».

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