L’Anonima che si fece subito un nome

Alcune delle storie più belle nascono da incontri casuali. Così è quella di Anonima Distillazioni una delle, ancora, poco numerose piccole distillerie che stanno spuntando recentemente in Italia. Dalla prima bottiglia di gin a quelle di amaro, di vodka e di rhum. E i progetti sulla rampa di lancio come il whisky e i cocktail in keykeg…

Galeotta fu la bottiglia di Bombay Sapphire. Quella, per i pochi che non la conoscono, d’intrigante colore azzurro, contenente uno dei gin che hanno fatto la storia di questo distillato e contribuito al suo rilancio globale alla fine degli Anni Ottanta. Su uno dei lati della bottiglia sono riportate le botaniche che compongono il bouquet di questo celebre London Dry, ma a colpire l’attenzione di Gabriele Persichetti e Paola Pasquarelli fu la provenienza dell’ingrediente principale, il ginepro, che arrivava dall’appenino tosco-umbro. In pratica dalla stessa zona dove loro vivevano e lavoravano. Tuttavia, per raccontare bene questa storia, dobbiamo fare un passo indietro…

Come tutto ebbe inizio

Gabriele Persichetti è un professionista romano, con esperienze nel marketing e nella comunicazione, che ha trascorso una parte della sua vita in America Latina. Nel 2010, durante un rientro in terra italiana, decide di concedersi una breve vacanza in quel di Gubbio ma, si sa come posso andare a finire certe cose… L’incontro con Paola Pasquarelli è di quelli importanti, tali da farlo restare in Umbria e aprire, con quella che diventa la sua compagna, un cocktail bar nel centro storico della città. La scintilla che accenderà, letteralmente, il fuoco di Anonima Distillazione è invece la curiosità sollevata da quel ginepro “tosco-umbro” che compare sulla bottiglia di Bombay. Una curiosità che si trasforma in ricerca e che alla fine porta i due, soprattutto grazie a Paola è il riconoscimento di Gabriele, sulle tracce del misterioso fornitore dello storico brand britannico. Riescono così a scoprire che a Livorno, operativa fin dal lontano 1793, esiste un’azienda dall’inglesissimo nome di Webb James, specializzata nella raccolta, essicazione e vendita del prezioso ginepro, oltre a una miriade di altri prodotti tra semi, ortaggi disidratati, erbe aromatiche e spezie varie. La scoperta mette in moto la coppia verso la strada della produzione di un gin casalingo. I primi passi consistono nell’acquisto su Amazon di un alambicco, «un investimento modesto, circa 130 euro – spiega oggi Persichetti – ma che ci ha dato l’opportunità d’imparare i primi passi», e nello studio approfondito dell’argomento tra storia e tecnica. Storia che, tra le altre cose, ha permesso di ritrovare la definizione di “aqua mirabilis” con la quale, dal XVII secolo in poi, si descrivevano acque profumate, anche alcoliche. Una sorta insomma di antenata di quella che poi sarebbe diventata nota come “acqua di Colonia”. Tuttavia il nome Aqua Mirabilis piace ed è scelto per il gin, il fornitore di botaniche è stato identificato e così, nel 2017, prende l’avvio Anonima Distillazioni. «La licenza ci è stata consegnata esattamente il 18 maggio 2018 – racconta Persichetti -. Nel frattempo, Frilli, una delle aziende italiane più rinomate e apprezzate nell’impiantistica di settore, aveva costruito il nostro alambicco Carter Head su misura. Da duecento litri, completamente manuale e a fuoco diretto. Con lui è arrivata anche una sua perfetta riproduzione in miniatura, da appena dodici litri, che ci serve per le sperimentazioni e per la messa a punto delle ricette». Dopo l’impianto e la messa a norma dello spazio adibito a distilleria, il duo Persichetti-Pasquarelli ha dovuto mettere a punto la forma della bottiglia, una riproduzione di un contenitore del 1600 per scopi farmaceutici e adempiere a tutte le pratiche burocratiche necessarie per poter partire in regola e in serenità. «In Umbria non si apriva una nuova distilleria da ottant’anni – prosegue Persichetti – ergo è stato necessario un lavoro supplementare e, se vogliamo, anche creativo come la realizzazione di un manuale Haccp ad hoc per essere tranquilli». Tuttavia, una volta messa a punto la macchina, la partenza è “lanciata”: “Nel 2019, tra nostri marchi e conto terzi, abbiamo prodotto circa 42.000 bottiglie che per noi è un ottimo risultato anche se come capacità potremmo arrivare a raggiungere un numero decisamente superiore. Nel 2020 l’ordinato era già pari al fatturato dell’anno precedente poi invece è arrivato il Covid 19, il lockdown della maggior parte delle attività produttive e adesso se chiudiamo l’anno solare con 7-8.000 bottiglie sarà un miracolo».

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