La Cantina Produttori di Manduria

La Cantina Produttori di Manduria è la storica cooperativa di Puglia, fondata nel 1932, che conta oggi circa 400 soci che conferiscono le uve da circa 1.000 ettari, il 70% dei quali è composto da vigneti di Primitivo. Il primo gruppo di produttori si è riunito 90 anni fa, e dopo qualche anno è nata la cantina: era il 1932 quando la cooperativa Produttori di Manduria ha visto la luce. Per anni la produzione è stata relegata a vini sfusi e da taglio, poi verso la metà degli anni ’90 le cose sono cambiate. «Oggi – racconta il Direttore Generale della Cantina Produttori di Manduria, Vittorio Moscogiuri con una punta di orgoglio e tanta soddisfazione – è una tra le più importanti realtà del territorio che ha registrato una crescita esponenziale, superando, negli ultimi anni, i 15 milioni di fatturato e 50 dipendenti a pieno regime. Una crescita di tale misura nell’arco di pochi anni ha reso necessario un processo di riorganizzazione aziendale, con l’identificazione di diverse aree – produzione e imbottigliamento, pubbliche relazioni ed eventi, vendita vini in bottiglia all’ingrosso, vendita diretta al consumatore finale e vendita vini sfusi all’ingrosso – ognuna delle quali gestita da figure professionali con specifiche competenze e responsabilità, coordinate dalla Direzione generale e con la supervisione e approvazione finale del Presidente del Consiglio di Amministrazione, Fulvio Filo Schiavoni, grande visionario e innovatore che, dal 1995, ha instradato la cooperativa su una strada intrapresa poi da altre cantine, anni dopo».

Quali sono le caratteristiche peculiari del Primitivo di Manduria?

Il Primitivo di Manduria è il vitigno principe del territorio, il suo nome proviene molto probabilmente da “Primaticcio” cioè uva che matura prima delle altre; in verità il primitivo ha un ciclo vegetativo più breve con un germogliamento tardivo e una maturazione delle uve anticipata rispetto alle altre tipologie; la sua uva è utilizzata esclusivamente per la produzione enologica dalla quale si ottiene un vino superiore, con elevata gradazione alcolica, il cui colore va dal rosso rubino intenso al rosso violaceo, equilibrato, caldo, di ampio volume, persistente, ben strutturato per la presenza di tannini nobili armonizzati con il corpo. Il vino presenta aroma particolare con profumi di confettura di prugna, delicati sentori di frutti rossi, leggera nota speziata orientale, tenue sottofondo di fieno e tabacco.

Quali sono state le tappe salienti del passaggio che io chiamo “dalla nave a Gallipoli per Bordeaux, ai ristoranti di Tokyo e Manhattan”?

Alla metà degli anni Novanta un evento è accaduto che ha cambiato molto probabilmente le sorti del comparto vitivinicolo legato al Primitivo. Da sempre il mondo del vino nel nostro territorio ha sofferto le cicliche crisi di vendita, ma in quel periodo la crisi si è acuita a causa di un’improvvisa riduzione delle esportazioni, in azienda si è assistito a un cambio generazionale sia dal punto di vista amministrativo che gestionale, sono gli anni in cui si mettono le mani sul disciplinare del Primitivo di Manduria DOC del 1974 e si inizia a investire in tecnologia al fine di tenere sotto controllo tutte le fasi di fermentazione dei mosti. Il risultato è immediato ed esaltante, dai vini si tirano fuori sapori e profumi mai sentiti prima, si punta immediatamente alla produzione in bottiglia, si studia una linea di etichette e si partecipa alle più importanti fiere europee dedicate al settore. Un viaggio veramente esaltante, sembrava che il mondo aspettasse il Primitivo di Manduria, iniziano a crederci le altre realtà del territorio e soprattutto i grossi imbottigliatori nazionali che fiutano le potenzialità del nostro nettare e lo inseriscono nei loro listini in tutto il mondo. Il risultato è quello che vediamo oggi, un vino tra i più richiesti al mondo.

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