Il Soave è un sistema produttivo coeso, caratterizzato da 7.000 ettari di vigneti in areali prevalentemente collinari, anche con pendenze da viticoltura eroica. Il sistema di allevamento più diffuso è la pergola veronese e le varietà coltivate sono Garganega e Trebbiano di Soave. Le aziende produttrici sono circa 3.000, molte delle quali organizzate in cantine cooperative virtuose, e la superficie media aziendale è modesta, spesso caratterizzata da un grande frazionamento; le aziende vinificatrici e imbottigliatrici si attestano circa sulle 200 unità. La piramide produttiva vede alla base il Soave DOC, che può essere declinato in Soave Classico, la zona d’origine più antica, e Soave Colli Scaligeri, proveniente dagli areali collinari esterni all’area del Classico; solo in questi areali di collina è possibile produrre anche le DOCG Soave Superiore e, previo appassimento, il Recioto di Soave DOCG. Ogni anno vengono commercializzati circa 50 milioni di bottiglie della DOC Soave, Soave Classico e della DOCG Soave Superiore e Recioto di Soave, vini esportati, per l’85%, in oltre 70 Paesi del mondo. Il legame instauratosi centinaia di anni fa tra i suoli di matrice vulcanica e calcarea con le varietà coltivate in zona rappresenta il maggior potenziale di questo territorio, dove il concetto di vocazione produttiva è ben definito ed è divenuto, nel tempo, un valore condiviso e inalienabile.
Contenimento della chimica e sensibilizzazione
La capacità di lavorare insieme, di darsi obiettivi comuni e di perseguirli con costanza e coerenza è uno dei punti di forza della Denominazione; l’organizzazione produttiva, soprattutto nelle cantine cooperative, e la forte identità del prodotto ne sono la testimonianza. Fin dalla sua costituzione, nel 1970, il Consorzio per la tutela vini Soave e Recioto di Soave ha rappresentato il tavolo di confronto tra tutte le categorie produttive dell’area, accompagnando le aziende verso una costante crescita qualitativa, discutendo relativamente alla gestione della produzione a tutela del valore della Denominazione e avviando una serie di ricerche tematiche ad hoc, come la zonazione viticola e lo studio del paesaggio. E proprio l’interpretazione del paesaggio ha concorso a definire e progettare, negli anni, iniziative volte a migliorare o favorire l’approccio dei viticoltori al territorio ed è stata fondamentale per una crescita culturale collettiva verso una particolare sensibilità ambientale. «L’obiettivo del Consorzio e di tutto il sistema Soave è il miglioramento dell’economia complessiva attraverso il rispetto dei requisiti ambientali condivisi – spiega Aldo Lorenzoni, Direttore dell’istituto consortile –. Per perseguire questo scopo, accanto all’ormai storica e puntuale attività di coordinamento dell’attività fitosanitaria, anche in sinergia con le cantine cooperative, il Consorzio ha avviato tutta una serie di altre iniziative: dal costante monitoraggio dei contaminanti nel suolo e nel sottosuolo a quello dei residui dei trattamenti sulle uve, dal controllo del consumo idrico alla gestione dei fitofarmaci, dall’incessante attività informativa rivolta ai produttori fino al conseguimento della certificazione ambientale secondo la norma UNI EN ISO 14001. La finalità costante è il contenimento degli apporti chimici nei vigneti in base alla reale necessità e la sensibilizzazione dei produttori all’uso di prodotti maggiormente ecocompatibili, nel massimo rispetto delle modalità di distribuzione».
A presidio non solo della qualità…
L’azione consortile, per Lorenzoni, diventa così uno strumento attraverso il quale si può garantire il presidio non solo della qualità dei prodotti, ma anche dei parametri igienico-sanitari a salvaguardia dell’ambiente. «In questa direzione abbiamo dato avvio a un processo molto ambizioso, quale la Life Cycle Assessment (LCA), ovvero la valutazione completa del ciclo di vita di un prodotto o un servizio, che considera le interazioni e gli impatti ambientali, direttamente o indirettamente causati, nei confronti della salute umana, della qualità dell’ecosistema e dell’impoverimento delle risorse, vagliando anche gli effetti di carattere economico e sociale. In questo modo è possibile fornire a chi ha potere decisionale – chi ha quindi il compito di definire le normative – le informazioni necessarie per delineare i comportamenti virtuosi e identificare le opportunità di miglioramento al fine di intervenire e ottimizzare le condizioni ambientali. A questo proposito, un recente documento della regione Veneto sottolinea come alcune realtà siano già particolarmente attente e sensibili. Tutto il piano si basa su alcuni temi o emergenze che da sempre hanno caratterizzato progetti e operatività del Consorzio del Soave».
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