Azienda vinicola Fratelli Tedeschi: green sì, ma in modo volontario

Il rispetto dell’ambiente, l’attenzione alla tradizione, così come l’orientamento all’innovazione e la conoscenza e valorizzazione del proprio territorio nel mondo sono, allo stesso tempo, obiettivi e valori alla base dell’attività dell’azienda vinicola Fratelli Tedeschi, situata nel cuore della Valpolicella, a Pedemonte di Valpolicella (VR). I vigneti di questa realtà, che si trovano in parte nella zona Classica – Monte Olmi, Fabriseria, Lucchine – e in parte nella zona Orientale – Maternigo -, danno una produzione annua che si attesta su circa 500.000 bottiglie, l’85% delle quali è destinata all’esportazione. È lunga quasi quattro secoli la storia vinicola di questa famiglia e, oggi, viene portata avanti dai tre fratelli Antonietta, Sabrina e Riccardo, che, tenendo fede all’identità aziendale della Cantina, danno seguito all’impegnativo compito di tramandare lo stile Tedeschi, devoto al territorio e ai vitigni autoctoni e in grado di interpretare al meglio ogni singola vendemmia, in modo che anche l’andamento della stagione diventi parte integrante di ciascun vino.

vini Fratelli Tedeschi1964: nasce il primo cru

«I successi di papà Lorenzo, oggi ottantacinquenne e ancora coinvolto nell’attività di famiglia, hanno lanciato l’azienda e creato il buon nome Tedeschi tra gli operatori Ho.Re.Ca. – racconta Riccardo Tedeschi –. È opera di nostro padre la creazione di uno dei primissimi cru della Valpolicella, il Capitel Monte Olmi, distribuito riportando il nome del vigneto in etichetta fin dal 1964, un vigneto acquistato dal nonno Riccardo nel 1918. Con questo cru, e grazie a questa felice intuizione, nostro padre ha ideato lo stile di famiglia, ancora oggi presente, seppur accostato all’innovazione di prodotto. Noi figli abbiamo puntato a investire in vigneti a partire dal 1998, al fine di caratterizzare ancora di più la produzione e legarla al territorio; nel tempo abbiamo poi aggiunto altri cru, seguendo i suoi insegnamenti». Dal 2006 viene così prodotto il Valpolicella Fabriseria e, dal 2011, l’Amarone Fabriseria, realizzato dal 1983 ma solo in poche annate, inizialmente come una selezione speciale delle uve; otto anni fa nasce anche il Valpolicella Maternigo e, a partire dal 2016, l’Amarone Maternigo, tutti vini, questi, prodotti con uve selezionate negli specifici vigneti. «Sono tutti impiantati in collina – specifica Tedeschi –, su terreni di natura colluviale, costituiti da argille e marne, in parte calcarei; terreni poveri, che regalano concentrazione, profumi e complessità, la cui altimetria varia da 200 a 450 metri sopra il livello del mare».

Interventi minimi e più accortezze

Per tutelare i propri terreni al meglio, tra i quali si contano anche 50 ha di bosco, circa cinque anni fa i titolari hanno preso la decisione di dare il via a un processo che, giorno dopo giorno, contribuisce a rendere l’azienda sempre più sostenibile. Gli interventi in vigneto ad oggi sono minimi: vengono utilizzati microrganismi da spargere sul suolo in autunno, ma le lavorazioni sono ferme da parecchio tempo, così come le operazioni di diserbo. L’obiettivo perseguito, infatti, è quello di conservare terreni “vivi”, in grado di preservare il più possibile un rapporto carbonio/azoto già di per sé elevato (valori medi tra 22 e 25).

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