Tolaini nasce nel 1998 con l’acquisto di una tenuta nella zona meridionale del Chianti Classico, a Castelnuovo Berardenga, sebbene nel cuore del suo fondatore, Pierluigi Tolaini, questa realtà inizi a prendere forma già molti anni prima. Compiere una zonazione è la prima importante decisione intrapresa dal titolare, per mettere a dimora ciascun vitigno secondo la combinazione perfetta con il terroir ed esaltarne le peculiarità, inseguendo un obiettivo sopra a tutti: produrre un grande vino di taglio bordolese che ricordi i Supertuscan, ma provvisto di un’identità che rispecchi anche la piacevolezza e la bevibilità e interpreti al meglio il territorio di Castelnuovo Berardenga. Un obiettivo, questo, che da tempo è condiviso e portato avanti da Pierluigi insieme alla figlia Lia. Il lavoro in vigna, si sa, è fondamentale per raggiungere il massimo dell’espressione territoriale: anche per questo, dal 2013 in poi, in Tolaini si dà il via alla coltivazione in regime biologico. «Siamo impegnati quotidianamente nel rispetto e nella valorizzazione dell’ambiente – spiega l’enologo Francesco Rosi –. La vendemmia, come tutte le operazioni in vigna, è eseguita manualmente e tutte le uve sono raccolte in cassette di circa 15 kg ciascuna, in modo che ne sia garantita l’integrità durante il trasporto in cantina. L’intero complesso produttivo è riscaldato con una centrale a biomassa e, per il futuro, stiamo valutando l’installazione di pannelli solari. La scelta del biologico, di pari passo con la maturità dei vigneti, impiantati nei primi anni 2000, si sta rivelando perfetta e consegna ogni anno uve sempre migliori».
Attenzione ai particolari
Su una superficie totale di 50 ettari, 12 sono coltivati a Sangiovese, 8 a Cabernet Franc, 10 a Merlot e 20 a Cabernet Sauvignon, per una produzione annuale che raggiunge le 250.000a bottiglie ed è esportata per l’80% oltre i confini nazionali. La ricerca della qualità avviene in ogni fase, anche prima dell’ingresso dei chicchi d’uva in cantina: grazie a una meticolosa diraspatura e selezione, infatti, solo gli acini migliori arrivano alle vasche.
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