Dopo due anni dal lancio del progetto “Luci in vigna“, la prima installazione artistica luminosa nei vigneti della famiglia Cecchi nel Chianti Classico, l’Azienda ha lavorato alla terza edizione con una proposta unica per celebrare ancora una volta il legame profondo fra la terra e le famiglie che la curano. Una poesia scritta con la luce, distesa fra la terra e il cielo sullo sfondo della collina di Villa Cerna. Uno spettacolo unico per coloro che percorrono la via Chiantigiana che porta da Monteriggioni a Castellina in Chianti.
«La terza edizione, inaugurata il 17 dicembre – ha detto Andrea Cecchi – si è avvalsa, questa volta, della prestigiosa collaborazione di Epson che già in precedenza aveva lavorato con noi. E’ stata una partnership dove il ruolo di Epson non è stato soltanto tecnico ma anche creativo».
Il vigneto, da terreno per una installazione luminosa, è diventato un grande schermo dalla base di 120 metri e dall’altezza di 60 metri, grazie all’inventiva artistica di Zebra Mapping, un team di creativi esperti di progettazione di soluzioni multimediali immersive. Un “building della creatività” fra i vigneti, in mezzo alla campagna dove proiettare il romantico racconto di “Luci in Vigna”. Un progetto che trova il suo sviluppo grazie all’applicazione di tecniche d’avanguardia che diventano esse stesse linguaggio contribuendo a rappresentare il Genius Loci di Villa Cerna e del rapporto che lega la famiglia Cecchi al vino.
«Siamo molto felici di essere partner di Cecchi in questa bellissima iniziativa – dice Massimo Pizzocri, amministratore delegato di Epson Italia – I nostri videoproiettori ancora una volta permettono di dare vita a uno spettacolo di grande impatto emotivo con tutta la qualità, la precisione di dettaglio e la potenza visiva che la tecnologia di proiezione Epson offre».
Sono passati quasi due anni da quando fu presentato il progetto “Luci in vigna”, un successo annunciato non soltanto per la sua originalità ma anche e soprattutto per i suoi contenuti. «Un’installazione sobria e raffinata – disse allora Cesare Cecchi – volutamente non hollywoodiana ma profondamente emozionante perché rappresentativa, quasi fosse un simbolo, della gratitudine umana verso la fecondità della natura».
Ma emozionava, ed emoziona, anche perché la luce è energia, indispensabile allo sviluppo e alla crescita, quindi alla maturazione dei grappoli. «Non vuole essere necessariamente un’idea natalizia – continua oggi Cesare Cecchi – ma una sorta di palcoscenico del nostro lavoro, dell’attaccamento al nostro territorio».
Per questa nuova edizione il vigneto è diventato un vero e proprio schermo naturale a cielo aperto, dove raccontare il connubio tra la magia della natura e il lavoro dell’uomo.
Il video è disponibile a questo link