Senti ‘Colombini’ e pensi alla Toscana, o meglio, pensi a Montalcino e al suo prodotto più pregiato: il Brunello. La famiglia Colombini possiede terreni in questa fortunata zona dal 1352 e la Fattoria dei Barbi, nello specifico, dal 1790. Oltre 300 sono gli ettari di proprietà attuali di quest’impresa, campi e vigne che si estendono tra Montalcino, Scansano e il Chianti. A condurle, Stefano Cinelli Colombini: «Ancora oggi siamo uno dei più conosciuti e premiati produttori di Brunello di Montalcino – afferma con orgoglio –; a questo vino se ne aggiungono altri, come il Rosso di Montalcino, il Chianti, il Morellino di Scansano e il Maremma, e alcuni I.G.T. Toscana, come il Brusco dei Barbi e il Vinsanto. Oltre alla Grappa di Brunello, produciamo poi una Riserva e l’olio extra vergine di oliva».
Tra tecnologia e tradizione
La maggior parte della proprietà è nel Comune di Montalcino (SI), mentre altri 102 ettari sono in quello di Scansano (GR). Anche le cantine sono due, per un totale di oltre 200 botti di legno, 200 tra caratelli e barrique e 120 vasche di acciaio o cemento: una capacità complessiva di circa 20.200 ettolitri e una produzione che si attesta sulle 600/800mila bottiglie all’anno, di cui più di un terzo di Brunello di Montalcino. Pioniera nell’enologia e nel commercio del vino, Fattoria dei Barbi conosce bene l’importanza di applicare la tecnologia più innovativa in azienda, per sposarla alla tradizione e ottimizzare ogni prodotto senza alterarne la tipicità. Così, è avvenuta con grande attenzione anche la scelta delle macchine che costituiscono l’impianto di imbottigliamento, la prima delle quali è un monoblocco automatico di riempimento e tappatura Gai, modello 3605T, caratterizzato da un potenziale produttivo di 4.000 b/h. «Le operazioni preliminari all’imbottigliamento – specifica il titolare – prevedono il settaggio delle macchine e la loro sincronizzazione produttiva, finalizzata all’ottenimento di una velocità di lavoro (in b/h) paritetica per ogni singola macchina, per evitare ingolfamenti produttivi all’uscita di ogni apparecchiatura».
Un monoblocco solido ed efficiente
Provvisto delle stazioni di sciacquatura-soffiatura, deaerazione, riempimento, livellamento, iniezione gas e tappatura, il monoblocco Gai 3605T «è un concentrato di solidità è tecnologia – descrive Cinelli Colombini -. I suoi 50 quintali di peso contengono numerosi meccanismi controllati da una sofisticata elettronica, che, con semplicità d’uso, consentono il settaggio dei parametri voluti attraverso un pannello touch screen”. Le tecnologie applicate nel monoblocco, in primis la deaerazione e il riempimento della bottiglia vuota con gas inerte (azoto), permettono la successiva operazione di riempimento nel modo ideale, evitando che il vino venga a contatto con l’aria e, di conseguenza, con l’ossigeno; anche il processo di tappatura avviene in leggera depressione e con insufflazione di azoto, per evitare che nell’intercapedine tappo-vino rimanga aria. «Al momento dell’imbottigliamento – continua il titolare –, viene scelto un formato di bottiglia precedentemente programmato e, una volta controllati i settaggi corrispondenti alla bottiglia in uso, il semplice tocco del tasto invio regola le altezze di tutti i componenti del monoblocco in maniera efficace e precisa. L’ascesa e la discesa di ogni singolo pezzo è operata da motori presenti nel sottomacchina, opportunamente guidati da encoder ottici. Eseguite le operazioni di sanificazione, la macchina è pronta a svolgere il proprio lavoro».
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