Un’impresa storica, le cui radici risalgono a metà Ottocento, e che per mantenere salda la sua posizione internazionale si basa su un uso attento delle più moderne tecniche di produzione e confezionamento. È Gancia, che siamo andati a visitare a Canelli, dov’è possibile aggirarsi tra le suggestive cantine riconosciute dall’Unesco patrimonio dell’umanità. Celebre per i suoi spumanti, vermouth e aperitivi, l’azienda dispone nel centro urbano in provincia di Asti di sei linee di confezionamento per i vari formati dedicati tra l’altro al celebre Asti, considerato dagli intenditori la migliore alternativa allo champagne nei brindisi di fine pasto.
Le pressioni elevate
E proprio al confronto con lo champagne si deve la fama acquisita dal fondatore dell’azienda, Carlo Gancia, che giovanissimo, nel 1850 si era recato, per quello che oggi definiremmo uno stage nella nota regione francese, per carpire i segreti della presa di spuma dei vini base in bottiglia, il metodo classico applicato ai prodotti di maggior prestigio. «Tuttavia, Gancia – spiega Davide Magnone, ingegnere e direttore Operation dell’azienda – tornato in Piemonte doveva affrontare un problema: l’elevato grado zuccherino delle uve Moscato, con le quali riuscì comunque a produrre con pazienza e determinazione il primo spumante italiano. L’azione dei lieviti sulla dolcezza del moscato, difficilmente controllabile all’epoca, portava infatti a pressioni molto elevate nelle bottiglie di vetro meno robuste di quelle attuali».
In aiuto di Gancia arrivò il metodo Martinotti, o charmat, che permette la presa di spuma in autoclave, come avviene con il Prosecco (che Gancia può confezionare a Canelli per l’autorevolezza riconosciutagli; 5 milioni di pezzi l’anno), e il successivo confezionamento con riempitrici isobariche che impediscono l’effervescenza del vino mentre entra in bottiglia.
Vini di altissima gamma
Imponenti i numeri della produzione Gancia: 29 milioni di bottiglie di spumanti charmat e 80.000 di metodo classico oggi utilizzato anche per una selezione di Asti “24 mesi” di altissima gamma che realizza il sogno iniziale di Carlo Gancia. Guidati da Magnone eccoci dunque in un primo vasto ambiente che contiene le due linee più veloci di confezionamento delle quattro impiegate per gli charmat e gli aperitivi, la categoria alla quale appartengono i vermouth (1 milione le bottiglie prodotte) e l’Americano (700.000). La prima linea veloce è riservata alla bottiglia di spumante standard (da 11.000 pezzi l’ora per 15 milioni l’anno), la seconda al confectionary (12.000 pezzi l’ora per 5 milioni l’anno), cioè alle bottiglie fornite stagionalmente (Pasqua e Natale) ai produttori di colombe, panettoni, pandori o altro insieme ai quali vengono proposte al consumo.
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