Siamo andati a vedere come viene prodotta e imbottigliata la mitica cedrata nello stabilimento di Salò di Cedral Tassoni. L’azienda, le cui origini profonde risalgono alla metà del diciottesimo secolo, ha recentemente investito in nuovi impianti e prevede di cambiare a breve anche la linea di imbottigliamento per consolidare la produzione di 200.000 bottiglie al giorno di bibite.
Qualcuno la beve regolarmente, molti la sorseggiano più saltuariamente e c’è chi non l’ha mai assaggiata, ma sono veramente in pochi nel nostro Paese a non averla mai sentita nominare: stiamo parlando della Tassoni Soda, la cedrata prodotta sin dalla metà degli anni 50 da Cedral Tassoni di Salò come evoluzione di uno sciroppo a base di cedro le cui origini risalgono nientemeno che al 1793. Oggi l’azienda, totalmente a controllo familiare, ha 29 addetti, un fatturato che sfiora i dieci milioni di euro e una crescita che negli ultimi anni si è accentuata. Grazie anche al lavoro dell’amministratore delegato Elio Accardo, alla guida dell’azienda bresciana in affiancamento alla presidente Michela Redini, che rappresenta la quarta generazione della famiglia che dalla metà dell’ottocento ha rilevato la Cedral Tassoni. Il manager, che ha maturato la sua carriera in aziende del calibro di Branca e Martini & Rossi, ha lavorato intensamente per consolidare la presenza dei prodotti dell’azienda di Salò in Italia e spingerla anche all’estero, in Paesi che spaziano dalla Corea del Nord all’Arabia Saudita, dagli Stati Uniti alla Germania.
Non parliamo però soltanto della ben nota cedrata, dal momento che, a partire dal 2014 l’offerta delle bibite Tassoni si è arricchita con l’introduzione della Tonica Superfine, con aroma naturale di quassio, preferito al chinino, e l’aroma naturale di cedro, e nel 2016 con Fior di Sambuco (che è stato premiato come prodotto innovativo dell’anno al Fancy Food di New York) e Mirto in Fiore, una bibita gassata di colore violetto e dal gusto floreale che utilizza i fiori e le bacche del mirto sardo. Sambuco e Mirto si inseriscono nel progetto “Tassoni sta raccogliendo per voi i fiori d’Italia”, una linea nata dalla passione di Michela Redini per i fiori e la montagna. Ultima nata, Pescamara, ispirata alle pesche all’amaretto, i cui ingredienti sono il succo di pesca al 15% e un aroma rigorosamente naturale estratto dalle mandorle amare.
Gli investimenti recenti
In parallelo Accardo ha dato il via, a partire da novembre 2017, a un piano di riammodernamento degli impianti, introducendo nuove linee di produzione ad elevata automazione finanziate parzialmente dagli incentivi previsti dal precedente Governo per l’Industria 4.0, che culminerà tra pochi mesi con la sostituzione anche dell’impianto di imbottigliamento che non è stato coinvolto nella prima tranche dei lavori. «Tra la fine del 2017 – conferma Accardo – abbiamo fatto investimenti per circa 750.000 euro in linee ad altissima automazione che ci consentiranno un miglioramento importante sulla produzione giornaliera e un migliore impiego del personale produttivo, anche considerando che già nel 2017 abbiamo dovuto frenare gli ordini perché la linea esistente non ci consentiva di soddisfarli. Non smetteremo di innovare. Anzi stimiamo che il peso della R&D arriverà a incidere per un 5-6% sui ricavi aziendali da qui a breve. Allo stato attuale riusciamo a produrre agevolmente 200.000 bottiglie al giorno mantenendo elevati i consueti standard di qualità. Se mi consente di usare una similitudine, possiamo dire di avere attualmente dei vagoni che possono correre molto velocemente ma di avere ancora una locomotiva, l’imbottigliatrice, che è ancora troppo lenta. Per questo motivo contiamo di cambiarla, compresa la sciacquatrice, entro pochi mesi. Si tratta di un investimento importante, che valutiamo da 1,2 e 1,3 milioni di euro e per questo motivo non lo abbiamo incluso nella precedente tranche di lavori». L’installazione, tra le altre migliorie, ha visto l’inserimento di macchine di controllo di prodotto finito, come l’ispettore a telecamere di controllo di bottiglie piene e il controllo di pressione di anidride carbonica in bottiglia chiusa. Sistemi di automazione di nuova generazione che consentono di verificare, per esempio, che l’anidride carbonica presente in ogni bottiglia sia omogenea, scartando i pezzi difettosi con una precisione impossibile prima. Ad essere interessata dalla trasformazione è stata anche la linea di confezionamento con una nuova macchina per inserire il prodotto in cluster e un’incartonatrice wrap-around. Linee collegate in teleassistenza con il produttore per immediati interventi da remoto, quando necessari, e dotate di sensori che consentono di fare anche manutenzione predittiva.
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