Qualità, attenzione all’ambito sociale, tradizione, rispetto e responsabilità verso il territorio sono da sempre i valori imprescindibili su cui si fonda l’attività dell’azienda Librandi, una realtà famigliare calabrese, situata a Cirò Marina (Kr), che da quattro generazioni coltiva, oltre alla vite, il desiderio di diffondere la conoscenza del patrimonio vitivinicolo di questa regione nel mondo. Librandi oggi imbottiglia e commercializza circa due milioni e mezzo di bottiglie di vino all’anno e 25.000 bottiglie di olio, con una distribuzione rivolta essenzialmente a ristoranti, enoteche e locali specializzati. Il mercato nazionale assorbe il 55% della produzione, mentre i mercati esteri – che comprendono, oltre a quelli europei, Russia, Canada, Brasile, Australia, Nuova Zelanda, Stati Uniti, Corea del Sud, Cina, Hong Kong, Taiwan e Giappone – sono gestiti direttamente dall’azienda.
Dai vitigni internazionali agli autoctoni
«La nostra storia comincia negli anni 50 – racconta Raffaele Librandi, uno degli amministratori della Cantina –. In quest’arco di tempo, i punti di svolta veramente importanti sono stati almeno due: l’acquisto della tenuta Critone, di 40 ettari, nei primi anni Ottanta, e quella di Rosaneti, di 160 ettari, nel 1997. Queste acquisizioni hanno incarnato due progetti completamente diversi. Negli anni Ottanta, infatti, abbiamo puntato sui vitigni internazionali, piantando per la prima volta in Calabria Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Chardonnay e Sauvignon Blanc, i quali si sono adattati perfettamente al terreno e al clima e hanno favorito la nascita di vini innovativi e ambiziosi, come il Gravello e il Critone, che hanno riscosso da subito un grande successo e ci hanno portato ad essere conosciuti a livello nazionale e internazionale. Con Rosaneti, invece, ha preso avvio la nostra sperimentazione sui vitigni autoctoni, spinti dalla convinzione che produrre vino d’eccellenza significhi anche raccontare una storia e portare nel bicchiere una terra e la sua bellezza. Questa consapevolezza ci ha condotto ad approfondire le conoscenze di Gaglioppo e Greco Bianco e a ricercare e recuperare varietà locali storiche diffuse in tutta la nostra regione e presenti in piccole quantità nel Cirotano, come ad esempio il Mantonico, a bacca bianca, e il Magliocco, a bacca rossa. Questi vitigni, ad oggi, sono centrali in tutti i nostri progetti».
Fino a 6.000 bottiglie ora
L’azienda dà lavoro a oltre 100 dipendenti: circa 80 sono assunti nelle aziende agricole e 25 operano invece nell’unico stabilimento produttivo di Cirò Marina. «La cantina occupa un’area coperta di 7.000 metri quadrati e risulta dotata delle migliori tecnologie offerte dall’industria enologica – spiega Librandi –; ha una capacità di stoccaggio complessiva, tra serbatoi in acciaio e barrique, di circa 54.000 ettolitri. L’affinamento dei vini da invecchiamento, invece, avviene nella nostra bottaia climatizzata, di 600 metri quadrati». La linea predisposta per l’imbottigliamento occupa una notevole superficie all’interno della cantina, in un’area di recente costruzione. Essa è costituita da una serie di macchine alquanto efficienti che permettono a Librandi di lavorare fino a 6.000 bottiglie/ora. Le bottiglie, all’inizio del loro percorso, sono disposte su pallet; da qui vengono dapprima caricate, per mezzo di un elevatore, su un nastro che conduce il pallet a un depallettizzatore Depack Keber, il quale, a sua volta, provvede a separare i vetri e a immetterli su un nastro trasportatore. Le bottiglie giungono poi a un monoblocco Bertolaso Titania così costituito: sciacquatrice a 27 pinze – dove i contenitori vengono lavati con acqua microfiltrata, asciugati e riempiti di gas inerte -, riempitrice isobarica a 37 bracci – grazie alla quale le bottiglie appena lavate vengono colmate con il vino – e tappatore a 4 bracci – utilizzando il quale si procede all’operazione di tappatura con chiusure in sughero.
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