Vini di qualità dai monti siciliani

Il vino Grillo di Tenuta San GiaimeCorrono gli anni ’70 quando Gaetano Cicco acquista alcuni ettari di terreno nelle Madonie a quasi mille metri di altitudine e a pochi chilometri da Palermo. In parte li coltiva a cereali, legumi e ortaggi e in parte a vigneto ricavando un nettare da versare nel bicchiere per deliziare sé e gli amici. Nonostante quelli siano anni di forti consumi di vino (ogni italiano, secondo l’Istat ne beveva circa 110 litri l’anno contro i 35 attuali), Gaetano non insiste e preferisce produrre poche bottiglie di qualità piuttosto che puntare a grandi numeri. Ed è quello che il figlio Salvatore decide di continuare a fare quando Gaetano lascia questo mondo ponendosi tuttavia un quesito dal momento che lui in Sicilia non abita più essendosi trasferito nel Milanese per le sue attività imprenditoriali: come dare linfa all’attività agricola di famiglia?

Attraverso i secoli

Pensa e ripensa, come proseguire e con chi, Salvatore rompe a un certo punto gli indugi e decide di investire per passare dall’autoconsumo a una vera e propria azienda agricola, Tenuta San Giaime, dotandola delle macchine che in seguito vedremo. E coinvolge nell’iniziativa il figlio Alessio, che si mostra ben felice di seguire le orme del nonno Gaetano, il cognato Franco Mastrandrea fautore della naturalità di tutto ciò che viene messo in tavola e Gianfranco Cordero, enologo di grande esperienza formatosi alla Scuola Enologica di Alba. Insieme i quattro cercano di trarre vantaggio dalle caratteristiche della zona e dalla notorietà acquisita dal paese nei pressi del quale si trovano i 25 ettari di cui inizialmente soltanto due vitati. La Tenuta San Giaime che prende vita non è distante dalla cittadina di Gangi, situata nelle vicinanze del fiume omonimo, in una zona che risulta abitata fin dalla preistoria e che di conseguenza custodisce vestigia di tutte le epoche attraversate dalla Sicilia.

Tra storia e leggenda

Dalla fusione tra storia e leggenda emerge il racconto secondo il quale nel Medioevo i pellegrini provenienti dal Medio Oriente e diretti al Santuario di Santiago di Compostela, in Spagna, transitassero dalla Sicilia per raggiungere la Via Francigena passando proprio dal territorio di San Giaime che è poi la traduzione dialettale del nome spagnolo “Jaime” (Giacomo) con il quale veniva chiamato il venerato Santo iberico. Gangi è abitato oggi da circa 8mila persone e dal 2012 fa parte dei Comuni “Gioiello d’Italia”: unico in Sicilia a potersi fregiare di questo riconoscimento assegnato dalla presidenza del Consiglio dei Ministri e dall’Anci.

Uomo e natura si ritrovano qui in perfetta armonia immersi come sono in una moltitudine di colori, profumi e sapori che generano un turbinio di sensazioni uniche e intense. Ebbene, tra i miti consolidatisi nel tempo ve n’è uno che racconta di un dono lasciato dai pellegrini per riconoscenza all’ospitalità riservata da parte degli abitanti del luogo e cioè alcune barbatelle di vitigno Syrah, lo stesso dal quale la Tenuta San Giaime ottiene 5mila bottiglie di vino prelibato.

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