Questo il pensiero di Tommasi, storica cantina vitivinicola veronese che, attraverso una filosofia green applicata a 360°, ha reso ecosostenibile la sua filiera del vino, dalla vigna all’etichetta.
Situata a Pedemonte, nel cuore della storica Valpolicella Classica, a nord-ovest di Verona tra i monti Lessini e il Lago di Garda, Tommasi è un’azienda familiare fondata nel 1902, oggi diretta dalla quarta generazione. Partendo dal minuscolo vigneto del nonno Giacomo, la famiglia Tommasi si è consolidata nel corso degli anni e, dal 1997 in poi, ha orientato tutti gli investimenti all’acquisizione di terreni a elevata vocazione viticola. Oggi i possedimenti aziendali consistono in vigneti e tenute localizzati in cinque regioni d’Italia, per un totale di circa 570 ettari vitati: Tommasi Viticoltori e Tenuta Filodora in Veneto, Tenuta Caseo nell’Oltrepò Pavese, in Lombardia, Podere Casisano a Montalcino e Poggio al Tufo in Maremma, Masseria Surani, in Puglia, e Paternoster in Basilicata. La lunga tradizione di Tommasi, fatta di relazioni forti, coesione e fiducia, distingue questa realtà e la caratterizza nei rapporti con fornitori, partner e consumatori, così come correttezza e trasparenza incarnano altri due valori fondanti dell’attività. Sopra tutti, però, assi portanti di Tommasi sono la passione per la terra e la vite, visceralmente legati al rispetto della tipicità del territorio attraverso produzioni attente e sostenibili.
Si parte dai vigneti
Un profondo amore per la terra, infatti, ha sempre animato Tommasi: un desiderio per la produzione di vini di qualità, in grado di rappresentare l’Italia nel mondo, preservando però le risorse naturali e migliorando, allo stesso tempo, la biodiversità. «Dalla vigna alla bottiglia, non c’è qualità senza sostenibilità, attenzione e rispetto per l’ambiente – spiega Giancarlo Tommasi, enologo della Cantina –. La nostra ambizione è quella di coltivare la terra in modo da lasciare un posto migliore per le generazioni future, perché ne possano godere; perciò vogliamo mantenere un approccio rispettoso del suolo. Promuoviamo la gestione sostenibile delle risorse naturali – terra, aria e acqua – e crediamo in metodi equilibrati e integrati. Abbiamo sviluppato un modello, per la nostra viticoltura green, che ci permette di produrre a lungo termine vini di qualità in modo responsabile». Tre, nello specifico, sono gli ambiti su cui si riflettono le buone pratiche dell’azienda: vigna, cantina e prodotto. Partendo dai vigneti, tutte le attività agricole vengono gestite ecosostenibilmente attraverso un sistema di produzione integrata. Si va quindi dal monitoraggio dei parametri climatici e dall’impiego di modelli di previsione – finalizzati a ridurre l’uso di pesticidi e ad evitare interventi inutili – alla concimazione organica e al diradamento dei grappoli, dall’impiego di speciali atomizzatori a basso impatto ambientale – per controllare la quantità di sostanze spruzzate – all’adozione di sistemi di irrigazione supplementare e irrigazione a goccia, che consentono di risparmiare acqua e fertilizzanti. E ancora, in vigna viene applicata la confusione sessuale, attraverso la quale si evita l’accoppiamento degli insetti indesiderati e, quindi, l’utilizzo di prodotti chimici, e viene praticato l’inerbimento, promuovendo così anche la biodiversità e la fertilizzazione organica naturale. In alcuni casi, poi, come per la tenuta Prunea per esempio, Tommasi attua la vendemmia notturna delle uve, così da trarre vantaggio dalla differenza di temperatura tra il giorno e la notte e risparmiare il 75% di energia nel raffreddamento dei grappoli prima della pressatura. «L’uva è la materia prima a cui teniamo in modo maniacale e di cui abbiamo massima cura, dalla raccolta a tutte le altre fasi di lavorazione», chiarisce Tommasi.
Vuoi continuare a leggere?
Se sei GIA’ abbonato accedi all’area riservata
Se NON sei abbonato vai alla pagina degli abbonamenti