Pionieri nella produzione vitivinicola sostenibile

Nel 2016 la realtà cooperativa altoatesina Cantina Kurtatsch ha approvato la ‘Carta sulla sostenibilità’, iniziativa unica nel suo genere in Alto Adige, che ha visto i responsabili e i soci elaborare insieme le varie misure da adottare per raggiungere specifici obiettivi Green entro il 2020. Tra le soluzioni adottate, la riduzione dell’utilizzo di anticrittogamici e la promozione della biodiversità.

Lavorare nel rispetto dell’ambiente per produrre vini autentici e che rispecchino al meglio la loro provenienza è il principio che guida l’attività di Cantina Kurtatsch, la società agricola cooperativa fondata nel 1900 nel paese di Cortaccia, in provincia di Bolzano, che gestisce attualmente 190 ettari tra 220 e 900 m.s.l.m., suddivisi tra 190 soci. Questa Cantina, tra le realtà più vecchie dell’Alto Adige, è posta direttamente sulla Strada del Vino nella Bassa Atesina, il Giardino del Sudtirolo, ed è caratterizzata da un clima continentale intra-alpino ideale per la vegetazione di vitigni rossi forti dal frutto aromatico e di bianchi eleganti e minerali. Il team della Cantina, guidato dal giovane presidente Andreas Kofler, ha recentemente intrapreso una direzione chiara per il futuro, volta a produrre sempre maggiormente in armonia con la natura, e ciò nonostante l’elevata frammentazione dei terreni e il notevole numero di soci. Elemento chiave della nuova strategia è la ‘Carta sulla sostenibilità’, un documento di 25 pagine nel quale sono stati definiti gli obiettivi, in termini di sostenibilità, da raggiungere entro il 2020. “Questa dichiarazione è il risultato di un intenso dialogo tra i circa 190 soci e i vertici della cantina – spiega Kofler –. Per noi era molto importante che fin dall’inizio venissero coinvolti tutti, senza imporre decisioni dall’alto. Sono infatti i soci stessi che, in primis, devono portare avanti con convinzione gli obiettivi condivisi, adottando le nuove misure nei loro vigneti”.

Direttive chiare e condivise

La Carta sulla sostenibilità prevede una serie di provvedimenti piuttosto ambiziosi, per quanto riguarda, ad esempio, la protezione delle piante. «A partire da quest’anno – racconta Kofler – per la linea Terroir abbiamo deciso di rinunciare completamente all’impiego di erbicidi e abbiamo iniziato a utilizzare diversi tipi di pacciamatura, per continuare a prenderci cura in modo ottimale delle nostre viti; negli altri vigneti, invece, effettuiamo al massimo un trattamento diserbante all’anno». Dovrebbe essere ridotto del 30% entro il prossimo triennio anche l’uso di anticrittogamici, che verranno sostituiti con sistemi naturali quali il metodo della confusione sessuale, il Bacillus Thuringiensis o anticrittogamici organici e biologici, e, tra le finalità, c’è la completa rinuncia all’utilizzo di fertilizzanti inorganici, attuando, ad esempio, la pratica del sovescio o impiegando concimi organici dove il sovescio non è possibile. Un altro punto trattato in questo documento green è relativo alla tutela della biodiversità, ma anche le attività svolte all’interno della cantina sono state attentamente vagliate: «Per quanto riguarda l’approvvigionamento idrico, si dovrebbe far ricorso il più possibile a fonti proprie di acqua e, per ridurne il consumo, fare riuso dell’acqua impiegata nei processi di raffreddamento. Abbiamo ragionato tuttavia anche sul recupero termico dei compressori, sull’uso della forza di gravità in cantina per evitare i pompaggi frequenti, di tappi non sbiancati e non tinti, prodotti da sughero derivante da foreste certificate sostenibili (FSC), ma anche di bottiglie leggere. È importante, inoltre, sostenere fornitori che assicurino prodotti e metodi di produzione sostenibili».

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