Oleificio Zucchi, azienda italiana con più di 200 anni di storia, si è fatto promotore di un progetto di filiera sostenibile e certificata per trasformare il comparto degli oli e valorizzare ogni passaggio dell’attività di produzione olivicola-olearia, consentendo una competizione sana, fondata sulla qualità e capace di vincere sui mercati internazionali.
Il progetto, che nasce nel 2014, si consolida oggi con la creazione di un disciplinare CSQA che l’azienda ha deciso di mettere a disposizione di tutti coloro che operano nella filiera e credono in un extravergine di qualità, ricco, giusto e sostenibile. In dialogo con Giovanni Zucchi, Vice Presidente, Public Affairs & Corporate Development di Oleificio Zucchi.
Un progetto in un’ottica di filiera
Parlate di Progetto Filiera 4.0: in cosa consiste esattamente?
Si tratta della prima filiera interamente sostenibile dell’olio extravergine di oliva italiano certificata da CSQA, un progetto ambizioso per ridare il giusto valore all’olio extravergine di oliva, attraverso il coinvolgimento di ogni attore della filiera, dal campo alla bottiglia, che ne certifica la sostenibilità ambientale, economica, sociale e nutrizionale attraverso 150 requisiti.
Perché 4.0?
4.0 perché è la nostra visione della filiera del futuro, improntata allo scambio informativo fra tutti gli attori della filiera attraverso strumenti digitali che ne facilitino il dialogo, l’analisi e la rendicontazione e che si basa su quattro pilastri legati in modo inscindibile: sostenibilità economica, ambientale, sociale e nutrizionale/sensoriale. Tutto ciò grazie al supporto di Ambiente Italia, che ha implementato, in funzione della certificazione di sostenibilità, un portale per lo scambio di dati in tempo reale fra Oleificio Zucchi e tutti gli attori della filiera, che ci consente di lavorare in modo efficiente e cogliere le opportunità che le nuove tecnologie porteranno nell’agricoltura del futuro.
Da quale idea e necessità è nato?
L’idea è nata come evoluzione e continuità di un precedente progetto che abbiamo sviluppato con Legambiente e con le organizzazioni di produttori olivicoli Aipo, Cno – Consorzio Nazionale Olivicolo, Confoliva, Unapol, Unaprol e Unasco, con l’intento di ridare valore all’olio e portare l’intera filiera a fare un salto di qualità. Il progetto di una filiera sostenibile e certificata vuole incentivare il comparto olivicolo italiano a intraprendere un percorso di sostenibilità e di trasparenza attraverso l’impegno diretto e volontario delle aziende agricole e dei frantoi. Rappresenta un diverso modo di fare impresa, innovativo e orientato alla trasparenza e alla sostenibilità.
Qual era la situazione precedente a questo progetto?
La filiera dell’EVO rappresenta un settore rilevante dell’economia nazionale, che si alimenta di input primari provenienti dall’ambiente e spesso questo aspetto è sottovalutato. La filiera dell’olio è invece riconosciuta come una delle componenti meglio identificate della nostra «cultura» di gestione e protezione dell’ambiente rurale e del paesaggio agrario, associato alla sicurezza dei prodotti e alla salute dei consumatori. Il nostro progetto nasce per valorizzare al meglio questo percorso di sostenibilità e di trasparenza: un impegno diretto e volontario, insieme alle aziende agricole e ai frantoi, che segna dunque un momento di evoluzione della filiera, coniugando origine e gusto…
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