Buone prospettive per il distillato di bandiera

Cronaca di un Vinitaly all’insegna della positività e dell’ottimismo: quella che si è conclusa ieri a Verona è stata per l’Istituto Nazionale Grappa l’edizione del Salone Internazionale dei Vini e dei Distillati che ha  confermato il trend positivo del comparto, particolarmente rappresentativo della cultura del distillato più tipico e rappresentativo del Made in Italy nel mondo.

Elvio Bonollo, Presidente Istituto Nazionale Grappa

Con un bilancio che raggiunge i 300 milioni di euro e una produzione che raggiunge i 20 milioni di litri, l’acquavite di bandiera si conferma prodotto di valore e allo stesso tempo un modello di consumo che accanto al consumatore tradizionale ispira ed appassiona un crescente numero di giovani e donne: «Il mercato interno che negli ultimi anni ha evidenziato segni di maturità – spiega il Presidente dell’Istituto Nazionale Grappa Elvio Bonollo – oggi evidenzia modalità di approccio al prodotto molto più attente e interessate. Si percepisce chiaramente un interesse crescente per la grappa da parte dei nuovi segmenti di consumatori che vogliono capire e godere a fondo l’unicità dei caratteri della grappa. Oltre a ciò a dare una spinta energica al comparto si è aggiunto l’export, prevalentemente concentrato sui mercati europei in cui, accanto ai consolidati mercati di lingua tedesca iniziano ad acquisire un aumento di importanza anche dei mercati dell’Est Europa e della Russia. Il nord America e nicchie interessanti sui mercati Asiatici sono importanti e ulteriori aree territoriali in cui vi è possibilità di sviluppo internazionale per i consumi di grappa che ad oggi sono concentrati per oltre il 70% sul mercato interno».

 

Un ruolo di primo piano nell’evoluzione del prodotto Grappa spetta al packaging, elemento sempre più importante e identificativo di aziende innovative e altresì coerenti con la sua storia pregressa. Per costruire il futuro è infatti importante leggere il passato e renderlo contemporaneo, in linea con i trend di mercato. «Rispetto al passato – aggiunge ancora Bonollo – la grappa si è evoluta e ciò ha contribuito a raggiungere nuovi target di consumatori, più competenti e sempre più declinati al femminile, soprattutto con la versione invecchiata. Alcune aziende che oggi aderiscono all’Istituto Nazionale Grappa, hanno radici storiche in taluni casi riconducibili addirittura al XVIII secolo, tuttavia con il passare degli anni ad affinarsi non è stata solo la Grappa ma anche il suo modo di presentarsi: oggi il packaging, anche il più minimal, ha dietro uno scrupoloso studio di concept in cui ogni produttore racchiude il proprio stile. L’importante è dimostrarsi all’avanguardia con i moderni trend senza perdere la propria identità storica e mettere al centro i concetti di personalità e finezza».

La foto di Giulia Sozzi vincitrice del contest fotografico legato a Grapperie Aperte 2016