Qualità, innovazione, ma anche e soprattutto cultura del territorio, della tradizione e rispetto dell’ambiente: sono questi i punti di forza di Villa Matilde, azienda campana orgogliosamente a conduzione familiare nata negli anni Sessanta a Cellole (Ce) dalla volontà di Francesco Paolo Avallone di riportare in vita l’antico vino Falerno. Avvocato e appassionato cultore di vini antichi, Avallone, incuriosito dai racconti di Plinio e dai versi di Virgilio, Marziale e Orazio – tutti inerenti al vinum falernum -, dopo anni di studi e letture e coadiuvato da un gruppo di ricercatori universitari riesce a individuare e a riportare alla luce le viti che un tempo davano vita al Falerno: pochi ceppi sopravvissuti alla devastazione della filossera di fine Ottocento. Da lì l’avvio, per lui e per la sua famiglia, di una nuova vita: con l’aiuto di qualche contadino locale, l’ormai ex avvocato ripianta i vitigni del Falerno nel territorio del Massico, dove un tempo erano prosperati, e fonda Villa Matilde, ispirandosi al nome della moglie. Oggi l’impresa vinicola è affidata ai suoi figli, Maria Ida e Salvatore, che, impegnandosi in prima persona, hanno raccolto l’eredità del padre e dato seguito al suo sogno, spingendosi dall’Ager Falernus fino alle province di Benevento e Avellino con nuove vigne, progetti e vini, che raccontano l’identità della Campania Felix.
16 vini per 1 milione di bottiglie…
Oggi coltiviamo 127 ettari di vigneti tra le provincie di Caserta, Benevento e Avellino e produciamo 16 tipologie di vini campani, per un totale che va dalle 700.000 a 1 milione di bottiglie all’anno – racconta Salvatore Avallone, che in azienda si occupa del coordinamento dei mercati esteri e delle strategie di sviluppo di nuovi progetti e prodotti -. I dipendenti sono 35-40, a seconda delle stagioni, e la produzione è concentrata a Cellole, la sede principale; abbiamo però anche una cantina ad Avellino, …
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