Dalla tracciabilità del prodotto alle etichette “parlanti”: l’internet delle cose è pronto per entrare nella vita di tutti i giorni. AGS – azienda con quartier generale a Rosà (Vi) e sede tecnica a Udine che opera nella subfornitura avanzata per i settori dell’elettronica e dell’elettromeccanica – ha sviluppato una nuova tecnologia per “far parlare gli oggetti”. «È un’interpretazione dell’internet delle cose applicabile a ogni genere di prodotto: in un piccolo chip, che sia messo in un bottone o in un’etichetta, è possibile inserire una serie di informazioni per garantire l’autenticità del prodotto stesso o che spieghino le sue caratteristiche tecniche. Questi contenuti sono leggibili da un sistema e da un’app», spiega Denis Vigo, amministratore di AGS e cofondatore della società insieme con Renato Comelli.
La tecnologia è già stata sperimentata e applicata in due settori, come precisa Vigo: «Abbiamo già attivato questa innovazione nel mondo accessori per la moda e nel campo food, stiamo valutando di aprire anche all’abbigliamento. Nello specifico, nel chip – posizionato in modo tale da non contaminare in alcun modo il cibo – sono state messe informazioni relative alla qualità di produzione e all’originalità del prodotto, ma è possibile inserire ogni genere di contenuto. Le informazioni vengono quindi lette attraverso device e utilizzate sia dal produttore stesso sia dal cliente-consumatore. Non si tratta solamente di una “realtà aumentata delle cose”, ma di uno strumento che permette il dialogo tra le parti. E le applicazioni sono infinite e destinate ad espandersi: secondo le stime dell’agenzia americana Gartner, tra meno di 5 anni ci saranno 26 miliardi di oggetti connessi a livello globale».
AGS si è affacciata all’internet delle cose più di un anno fa creando un’apposita divisione dedicata al tracking dei propri prodotti. «Partendo da una nuova gestione della logistica improntata sul tracciamento dei nostri prodotti spediti nel mondo, siamo approdati allo sviluppo di sistemi dedicati all’inserimento di informazioni in ogni genere di oggetto – aggiunge l’amministratore di AGS -. Ci siamo affidati a partner di primissimo livello come Nxp per la produzione dei chip. Sul fronte della tecnologia, abbiamo utilizzato per esempio Nfc – Near Field Comunication – che consente a device come smartphone e tablet di comunicare con etichette elettroniche. E abbiamo sviluppato i sistemi e le app per supportare questo genere di innovazione». Il risultato è un’applicazione del concetto di internet delle cose in ogni oggetto. Le informazioni inserite possono essere strumento di certificazione e garanzia di qualità, ma anche dare suggerimenti e indicazioni di utilizzo. «Il produttore può tracciare il proprio prodotto originale, sapere dove viene venduto e ricevere dati sui clienti finali. Non certo ultimo, attraverso il chip si può aprire un canale di dialogo con i propri clienti». Il prossimo passo di AGS è quello individuare un partner per realizzare un sistema che sappia customizzare questo approccio all’internet delle cose.