Buone prospettive per l’olio di girasole

Il girasole è l’olio di semi più amato dagli italiani. Si stima che, nel 2015, i suoi consumi abbiano superato i 200 milioni di litri. Lo rivelano i dati di Assitol, l’Associazione nazionale dell’industria olearia. Le rilevazioni dell’organizzazione di settore sottolineano come, nonostante il numero ridotto di materia prima nazionale e il calo delle superfici coltivate, l’impiego dell’olio di girasole appaia decisamente consistente. In particolare, oltre 100 milioni di litri sono stati impiegati nelle cucine degli italiani, mentre il mondo dell’Horeca (ristorazione e alberghi) ne ha impiegati 77 milioni. A questo rilevante quantitativo devono poi aggiungersi le 385.000 tonnellate assorbite dall’industria per la preparazione di emulsioni, sughi e maionese.

tournesol«Le prospettive del girasole – spiega Enrico Zavaglia, presidente del Gruppo Olio di semi di ASSITOL – sono piuttosto solide, grazie al persistere di una forte domanda interna, basata da un lato sulle richieste dei consumatori, che guardano positivamente al rapporto qualità-prezzo, dall’altro sull’apprezzamento dell’industria alimentare e conserviera, che lo impiega in molte ricette per la sua versatilità». Per queste ragioni, tra gli oli di semi confezionati, il 42% dell’imbottigliamento al consumo riguarda il girasole, seguito dall’olio di semi vari – che, peraltro, contiene girasole – dal mais, dall’arachide e dalla soia.

Un apprezzamento che trova conferma tra i nutrizionisti: il girasole, ricco di grassi insaturi, soprattutto di acido oleico e linoleico, di minerali e di vitamina E, è considerato un anti-ossidante per eccellenza e l’American Heart Association, l’associazione dei cardiologi americani, lo indica tra gli oli più efficaci per la prevenzione del colesterolo.