Il mercato del vino in Canada è ridotto rispetto ai paesi di consumo consolidato, ma in espansione. Nonostante le condizioni climatiche sfavorevoli si coltiva la vite e si produce vino anche con uve, mosti e vini importati. L’import di vino in bottiglia e sfuso tocca valori significativi. Gli standard di prodotto e etichettatura sono chiari, così come il sistema di regole e controlli.
Il Canada produce vino nel sud della British Columbia (Okanagan Valley) e nel sud dell’Ontario (Niagara Peninsula e Essex County), nel sud del Quebec e nella Nova Scotia. La produzione dell’uva risale ad oltre 200 anni; dapprima si tentò con la Vitis vinifera europea, per poi passare alle native Vitis labrusca e Vitis riparia per le condizioni climatiche sfavorevoli. Anche dopo la fine del proibizionismo del 1927 le Provincie hanno concesso in misura limitata le licenze di produzione del vino, moratoria terminata nel 1974. Si è tornati alla Vitis vinifera, Chardonnay, Riesling, Merlot, Pinot Noir, con tecniche di coltivazione particolari, a dare vini con caratteristiche di pregio perché ottenuti in condizioni climatiche più fredde; sono celebri l’Icewine e il Late Harvest. Gli standard VQA, che sono un sistema di denominazione di origine e forniscono garanzia di pratiche produttive, qualità ed etichettatura controllate, sono stati introdotti in Ontario nel 1988 e nella BC nel 1990.
Il mercato al consumo del vino nel 2007 è stato pari a circa l’1 % del mercato totale delle bevande, con un pro capite di 14,6 litri/anno, meno di un quarto rispetto a Francia e Italia.
Secondo Statistics Canada nel 2006 l’industria del vino ha prodotto un valore di $ 784,5 milioni. Nel 2007 sono state prodotte 78.000 tonnellate di uve nazionali, a dare 54,6 milioni di litri; sono stati importati 77 milioni di litri di vino sfuso per il taglio e l’imbottigliamento, oltre ad uve e mosti. La produzione interna comprende vini a prezzo medio basso, tagliati con prodotto importato ed etichettati “Cellared in Canada”, accanto a vini a prezzo medio alto, esclusivamente da uve nazionali, che rispettano gli standard della Vintners Quality Alliance VQA per la denominazione, le indicazioni di origine e l’annata.
Nel 2007 sono stati inoltre importati oltre 200 milioni di litri in bottiglia, da Francia 26,2%, Italia 18,8%, Australia 18,4% e USA 13,6%.
Secondo Statistics Canada nel 2006 il mercato del vino al consumo è stato di $ 2,275 miliardi. L’import è stato di $ 1,526 miliardi e la produzione interna, come sopra descritta, di $ 749,5 milioni (sono destinati all’export i restanti $35 milioni di produzione interna). Le importazioni sono state quindi pari al 67,1 % del mercato totale, che in volume nel 2007 è diventato di 470 milioni di litri in crescita continua.
La Canadian Vintners Association ha sviluppato per la produzione interna un sistema HACCP su base volontaria, in assenza di ispezioni federali delle aziende. Il vino è distribuito e venduto attraverso i punti vendita dei Liquor Control Bord LCB Provinciali, con l’eccezione di Alberta che ha un sistema privatistico. In Ontario e BC anche le aziende vinificatrici possono gestire propri punti vendita, ma solo per la loro produzione. La tendenza a proteggere il prodotto locale rispetto a quello delle altre Provincie e all’importato è ancora presente; in Quebec è venduto solo il vino locale. Gli LCB Provinciali raccolgono i dazi e le tasse federali e provinciali.
Il sistema dei controlli e i requisiti per le importazioni in Canada
La Canada Border Services Agency (CBSA) è responsabile dell’ispezione iniziale degli alimenti importati. La Canadian Food Inspection Agency (CFIA), che fa capo al Minister of Health, stabilisce le politiche e le regole per le importazioni, che sono rese operative da CBSA presso i punti di entrata. Le tre autorità responsabili della sicurezza alimentare sono Health Canada (HC), la Public Health Agency of Canada (PHAC) e la CFIA.
La legislazione alimentare si basa su una serie di Acts, che hanno la forza di leggi, e sulle associate Regulations, che contengono il dettaglio dei requisiti. La norma base è il Food and Drugs Act (FDA), con le relative Food and Drugs Regulations (FDR), che contengono le prescrizioni di etichettatura e gli standard per molte classi di alimenti, vino compreso. Un ampliamento è stato recentemente aggiunto con il Safe Food for Canadians Act (SFCA), che a sua volta contiene il Canada Agricultural Products (CAP) Act e il Consumer Packaging and Labeling Act, entrambi con le relative Regulations.
CFIA e CBSA insieme gestiscono il National Import Service Centre, che processa i documenti e le richieste di importazione, coordina le ispezioni, ma fornisce anche informazioni agli interessati. Entrambe le Agenzie rendono disponibile una propria guida all’importazione degli alimenti.
Un ruolo chiave ai fini degli adempimenti doganali e ai fini della garanzia sul rispetto delle prescrizioni e dei requisiti per i prodotti è assegnato all’importatore, che deve essere registrato ed avere un Business Number (BN). L’importatore può a sua volta utilizzare i servizi di un broker doganale autorizzato, pur restando responsabile di tutti gli adempimenti connessi all’importazione.
CFIA rende disponibile on-line l’Automated Import Reference System (AIRS), che riporta tutte le richieste per l’importazione: identifica il prodotto, elenca gli adempimenti che l’importatore deve compiere, riporta gli standard e le norme igieniche che vanno rispettate.
Documenti, certificati e procedure di importazione
CBSA richiede:
- il Cargo Control Document (CCD), usato dallo spedizioniere per comunicare con CBSA, accompagna tutti i movimenti della spedizione;
- la fattura (Invoice), che riporta compratore, venditore, paese di origine, prezzo, descrizione dettagliata dei beni e quantità; va inoltre accompagnata dal Canada Customs Invoice (CCI);
- il Canada Customs Coding Form (Form B3), che riporta nome e codice dell’importatore, descrizione dei beni, data di spedizione, trattamento tariffario o accordo commerciale, paese di origine, classificazione tariffaria, valore del dazio, calcolo del dazio dovuto;
- per gli alimenti ogni altro permesso e/o certificato sanitario specificamente richiesto da CFIA o dalle agenzie Provinciali che intervengono per i controlli;
- il Certificato di Origine (Form A), a supporto delle dichiarazioni tariffarie fornite in B3, varia a seconda dei trattati commerciali con il paese esportatore.
Sono inoltre necessari la Dichiarazione doganale (Documento Amministrativo Unico DAU) di esportazione definitiva da UE e i Documenti di trasporto (bill of lading, packing list, insurance policy).
Ogni carico importato può essere esaminato a valutazione di CBSA, con prelievo di campioni per l’analisi. L’importatore ha la responsabilità di garantire che il prodotto risponde alla normativa canadese; deve quindi fornire ogni informazione e certificazione utile, tra cui il Certificato di analisi e il Certificato Sanitario o l’Autorizzazione Sanitaria dell’esportatore alla produzione e vendita, entrambi raccomandati anche se non strettamente richiesti. Controlli ulteriori sono effettuati presso le Provincie. Gli imballaggi in legno devono essere fumigati secondo la normativa ISPM n° 15.
Accordi commerciali, dazi e tasse
Il vino importato dagli USA non paga dazio a seguito del Canada-US Free Trade Agreement FTA. Nel 2003 è stato sottoscritto il Canada-UE Agreement on Trade in Wines and Spirit Drinks. Il 26 settembre 2014 sono terminate le negoziazioni per il UE-Canada Comprehensive Economic and Trade Agreement (CETA), che è entrato ora nella fase della ratifica finale.
Dall’Italia, che fa parte dei MFN, paga il dazio solo il vino in contenitore sino a 2 litri e con titolo alcolico sino a 14,9%. Al dazio si aggiungono le tasse Provinciali, anche con l’obiettivo di proteggere la produzione locale. Si applicano infine le tasse sul valore, note anche come Sales Taxes: la Provincial Sales Tax (PST) e la federale Goods and Services Tax (GST), che in alcune Provincie sono armonizzate nella Harmonized Sales Tax (HST).
- etichetta in inglese e francese;
- contenuto netto in unità metriche;
- lista degli ingredienti, includendo gli allergeni alimentari;
- termine di vita utile se la shelf life è pari o minore di 90 giorni e il prodotto è pre-imballato;
- data di produzione se la shelf life è pari o minore di 90 giorni e il prodotto è confezionato presso il punto vendita;
- codifica del lotto, che identifica stabilimento e giorno, mese, anno di produzione; nome del prodotto;
- nome e indirizzo del fabbricante esportatore o del distributore canadese, con l’annotazione “importato per”;
- paese di origine;
- tabella nutrizionale;
- la dimensione dei caratteri è normata e varia in funzione delle superficie principale del contenitore;
- i contenitori hanno capacità standardizzata.
Requisiti specifici per il vino:
- il nome del prodotto corrisponde a quello dello standard FDR;
- alcune denominazioni possono essere protette come Indicazioni Geografiche quando qualità, notorietà e altre caratteristiche derivano dall’origine geografica;
- c’è la lista ufficiale delle Indicazioni Geografiche depositate;
- non è richiesta la lista degli ingredienti;
- vanno dichiarati i solfiti sopra 10 ppm;
- non è richiesta la tabella nutrizionale;
- va dichiarato il contenuto di alcol % in volume;
- si può usare il termine light sotto il 9% alcol;
- le scritte salutistiche di limitazione al consumo non sono obbligatorie;
- si usa la denominazione dealcoholized wine quando il contenuto di alcol è stato ridotto sotto 1,1 %;
- se la riduzione non raggiunge detto livello si usa la denominazione partially dealcoholized wine, seguita dal contenuto di alcol. Se l’aggiunta degli ingredienti consentiti nel vino è fatta dopo il trattamento di dealcolizzazione è richiesta la lista degli ingredienti;
- l’attribuzione del paese di origine risponde alla condizione che: l’uva è originaria per almeno il 75 % e la vinificazione avviene completamente nel paese; se il vino è tagliato nel paese almeno il 75 % del vino è originario e proviene da uve originarie; nei casi differenti l’etichetta deve riportare il paese di vinificazione e il paese di origine dell’uva; per i vini tagliati in Canada è consentita l’indicazione “ Cellared in Canada from imported and/or domestic wines”;
- il termine dray indica che il contenuto di zucchero residuo è basso o assente; il suo valore varia secondo il tipo di vino.
Bibliografia
- “The Canadian Wine Industry” Agriculture and Agri-Food Canada, 30/07/2015
- “Labelling Requirements for Alcoholic Beverages” CFIA, 22/05/2015
- “Canadian Food Inspection Agency” sito web
- “Canada Border Services Agency”, sito web
- “Trade Canada” European Commission, sito web
- “Canada Documenti export” Sportello informativo delle Camere di Commercio Italiane, sito web