Promuovere il vino di qualità attraverso un packaging sostenibile

Un progetto condotto da Comieco mira a creare linee guida per l’impiego di packaging cellulosico per i prodotti enologici che sia elemento di riconoscibilità, sostenibilità e promozione del territorio.  Langhe-Roero e Monferrato già al centro di uno studio sperimentale. Prospettive incoraggianti tenendo conto della crescita dell’export e del fenomeno eno-turismo.

ImmagineCCC_01Dal cartone anonimo e indifferenziato a uno strumento di comunicazione riutilizzabile, arricchito di informazioni, mappe e indicazioni varie sul territorio dal quale proviene il vino protetto dall’imballaggio. È intorno a questa idea che ruota il progetto condotto dal Consorzio Nazionale per il Recupero e Riciclo degli Imballaggi a base Cellulosica, Comieco.

Imperniato sul concetto di sostenibilità, il progetto è frutto di un accordo tra Comieco, coadiuvato dalla Cooperativa ERICA di Alba, da SiTI (Istituto Superiore sui Sistemi Territoriali per l’innovazione) e dall’Associazione per il patrimonio dei paesaggi vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato che intendono portare avanti proprio la strategia volta a comunicare il rispetto del territorio, la salvaguardia di valori e di tutela ambientale attraverso un packaging eco-compatibile e al tempo stesso capace di informare suscitando interesse in un consumatore troppo spesso distratto da una moltitudine di messaggi.L’iniziativa mira a intervenire anche sul fronte dell’export, dove il packaging è ormai un aspetto prioritario per ottimizzare le prestazioni di un prodotto e comunicarne i valori, soprattutto nel settore vinicolo dove un’innovazione sostenibile delle confezioni di carta e cartone può “fare la differenza” nell’atto d’acquisto, visto il proliferare di una coscienza ecologica collettiva. Considerazioni attuali visto che se, da un lato, la produzione nazionale salirà con la vendemmia 2015 a quasi 49 milioni di ettolitri (+13%), ristabilendo il primato sui concorrenti francesi, è anche vero che urge innalzare il valore del vino italiano non riconosciuto come merita sui mercati esteri.

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