Gran Bretagna batte Stati Uniti e Paesi Bassi tra le nazioni dove esportano maggiormente gli oltre 650 produttori italiani di birra. E per sostenere il processo di internazionalizzazione, indispensabile per rispondere al calo di consumi interni, AssoBirra, insieme a partner illustri come l’Agenzia I.C.E., l’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi (U.I.B.M.), il Banco Popolare, SACE, Easyfrontier, The Brewers of Europe e il Centro di Eccellenza per la Ricerca sulla Birra (C.E.R.B.) ha prodotto la prima Guida per le aziende birrarie che intendono avviare un percorso vincente di export
Poco meno di 2 milioni di ettolitri. A tanto ammontano, nel 2014, le esportazioni italiane di birra nel mondo. Un dato in crescita del +3,5% rispetto al 2013 (dopo due anni di flessione), che ha aiutato a bilanciare – almeno in parte – un andamento dei consumi interni di birra sostanzialmente “piatti” da 10 anni. L’Europa resta il principale destinatario dei nostri prodotti birrari: 1,67 milioni di ettolitri sono andati proprio lì (pari al 76,2% del totale esportato, ossia 8 punti percentuali in più rispetto al 2013). Nel vecchio continente la Gran Bretagna (oltre 1 milione di ettolitri) batte Paesi Bassi (115mila ettolitri), Francia (90mila) e Germania (33mila), fra le mete dove esportiamo maggiormente. Guardando fuori dai confini UE, invece, meglio gli USA (162mila ettolitri esportati) dell’Australia (oltre 40mila).
Insomma, per le oltre 650 aziende birrarie italiane appare sempre più obbligatorio guardare oltre confine per rafforzare il proprio business. Ma dov’è meglio andare a esportare i nostri prodotti? Cosa bisogna fare per uscire dai confini nazionali? Cosa indicare sulle etichette e come “sdoganare un prodotto”? Come reperire le garanzie economiche necessarie per sostenere quest’attività? AssoBirra, insieme ad illustri partner (l’Agenzia I.C.E. e la sua rete di uffici in tutti i Paesi del mondo; l’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi (U.I.B.M.) per la tutela della proprietà industriale; il Banco Popolare per i pagamenti internazionali; SACE per i servizi assicurativo-finanziari a sostegno dell’export e dell’internazionalizzazione; Easyfrontier per le pratiche doganali; il Centro di Eccellenza per la Ricerca sulla Birra (C.E.R.B.) per quanto riguarda le analisi per l’export; il Brewers of Europe per conoscere i livelli delle accise e dell’IVA nei vari Paesi comunitari; l’Avv. Alessandro Artom per la supervisione degli aspetti tecnici e legali degli argomenti trattati) ha risposto a tutte queste richieste dei produttori, grandi e piccoli, realizzando la prima “Guida dell’Export”, un manuale unico nel suo genere destinato alle aziende birrarie del nostro Paese per sostenere il processo d’internazionalizzazione del settore.
La Guida dell’Export per la birra, da un lato, punta ad analizzare le principali problematiche legate all’esportazione, permettendo una visione d’insieme delle informazioni necessarie e degli strumenti a disposizione per competere con successo nei mercati internazionali. Dall’altra parte, crea un desk di esperti nelle varie aree d’interesse, in grado di fornire il supporto necessario alle aziende per avviare o portare avanti con successo il processo d’internazionalizzazione dell’impresa. Per rispondere a tutte le esigenze, la guida è stata strutturata in due parti. Una prima parte analizza: la creazione di un listino prezzi per l’estero; le accise; l’IVA; le condizioni di resa internazionali (Incoterms); le pratiche doganali in uscita della merce per il territorio comunitario e per l’uscita dalla UE; l’etichettatura comunitaria ed extra-comunitaria; i pagamenti internazionali; le assicurazioni sul credito estero; la protezione di marchi, modelli e brevetti; infine, affronta la questione delle analisi fitosanitarie e i principali documenti necessari all’export. Nella seconda parte, a cura dell’Agenzia I.C.E., viene analizzata la documentazione richiesta da ciascun Paese del mondo per l’ingresso della merce nei propri confini. Questo lavoro è stato possibile grazie ai singoli Uffici ICE dislocati nel mondo ed il coordinamento dell’Ufficio centrale di Roma.
Vista la continua evoluzione dei mercati e delle regole di accesso agli stessi, la Guida dovrà essere aggiornata ogni anno, fornendo agli operatori informazioni attuali e aggiornate sui singoli mercati e sulle normative. Grazie a questo costante aggiornamento si potranno dunque monitorare tutte le criticità che le aziende italiane incontrano nel percorso di esportazione.