Agroalimentare: da filiera lineare a ecosistema allargato. I valori condivisi: tutela e sviluppo della molteplicità delle produzioni, trasparenza delle informazioni verso il cittadino-consumatore, sicurezza e legalità.
Biodiversità, trasparenza, sicurezza, legalità, reti, collaborazione, tracciabilità, innovazione, e disintermediazione: sono i valori e le parole chiave che fanno parte del DNA del sistema agroalimentare italiano e che sono emerse nel corso del recente convegno “FARE MEGLIO ITALIANO – L’agroalimentare si fa sistema” organizzato da GS1 Italy | Indicod-Ecr. L’agroalimentare si è avviato verso una prospettiva evolutiva mediante la strutturazione in ecosistema, in grado di superare il concetto tradizionale e ormai obsoleto di filiera lineare, e le contrapposizioni agricoltura-industria-distribuzione o piccola/grande impresa che spesso caratterizzano il dibattito pubblico.
Secondo quanto emerso durante il dibattito, l’impresa solitaria è ormai in crisi e per poter guardare al futuro è necessario fare sistema. L’agroalimentare infatti è un sistema da tempo al centro di una profonda trasformazione e il modello di filiera gerarchica e verticale ha ormai fatto il suo tempo. Solo gli appartenenti a sistemi dotati di una forte integrazione sopravvivono; filiere aperte, reti di relazioni che meglio rappresentino i reali snodi multipolari dell’evoluzione dei sistemi economici. Le imprese oggi si rendono conto che se vogliono sfruttare al meglio le tecnologie e l’innovazione devono poter utilizzare le conoscenze, le prestazioni, i capitali di altri partecipanti all’ecosistema e questo è possibile solo grazie a un collante che tenga insieme i molti e diversi contributi che devono integrarsi. Il collante è la collaborazione tra le imprese.
L’incontro ha portato i protagonisti presenti a condividere una serie di valori su cui puntare:
- la biodiversità è il valore italiano più potente; occorre tutelare e sviluppare la molteplicità delle produzioni e delle tradizioni enogastronomiche italiane;
- trasparenza e scambio informativo con i cittadini-consumatori;
- sicurezza e legalità nei processi di produzione e di distribuzione dei prodotti.
Su questi valori nascono le proposte per rafforzare il sistema agroalimentare italiano:
- l’agroalimentare è un ecosistema aperto che supera la separazione produttori, trasformatori, distributori: occorre riconoscere la molteplicità necessaria dei diversi attori;
- siamo nel tempo della disintermediazione: occorrono quindi meno passaggi ed è necessario che ognuno aggiunga valore per migliorare l’efficienza complessiva del sistema;
- il ruolo della P.A. è essenziale nell’incentivare qualità, sicurezza e legalità, nel potenziare reti fisiche e informatiche e nel supportare efficaci piattaforme per l’accesso ai mercati esteri.
«Credo che si debbano superare gli ostacoli che rendono difficoltosa l’evoluzione dell’agroalimentare; è ormai tempo per una consapevolezza condivisa del ruolo fondamentale di tutti gli attori del sistema, agricoltori, industria, distribuzione» afferma Marco Pedroni, Presidente GS1 Italy | Indicod-Ecr. «Le leve su cui agire sono la fiducia, la trasparenza, le esperienze di altri sistemi. Accordi di ampio respiro, riduzione delle intermediazioni che creano inefficienza, apertura e dialogo verso i cittadini-consumatori per una trasparenza informativa sui prodotti e sui processi. Queste le sfide che hanno davanti le imprese e le loro persone. Siamo altresì convinti che anche le azioni pre-competitive (dove è importante il ruolo concreto giocato dalle nostre associazioni) siano determinanti per valorizzare l’agroalimentare italiano».
«Soggetti che in passato hanno viaggiato spesso in conflitto oggi sono chiamati a convergere per partecipare attivamente alla ripresa del Paese» dichiara Roberto Moncalvo, Presidente Coldiretti, nel sottolineare che «in un momento di difficoltà economica occorre scommettere sul valore della trasparenza e della tracciabilità per valorizzare le identità territoriali. Dobbiamo saperlo fare tutti insieme, grandi e piccole imprese trasformatrici, distribuzione a vari livelli e produttori agricoli, proprio per dimostrare che nell’economia globale ci sono grandi opportunità per il Made in Italy».