Internazionalizzazione, ambiente e social nel futuro del vino siciliano

 

Baglio_di_Pianetto_vignetiUn’attenzione verso l’ambiente e la produzione biologica. Un appeal in costante aumento sui mercati di Germania, Giappone e Usa, grazie a un territorio che sa raccontare al consumatore la passione dei viticoltori e la loro storia, puntando sull’attrattività turistica della Sicilia. Una realtà con un passato secolare che oggi raggiunge e incuriosisce anche i giovani stranieri, grazie ai social network e ai new media. Sono queste, in sintesi, le certezze di oggi e le sfide di domani per il vino siciliano che sono state tracciate a Expo nel corso del convegno internazionale “A mosaic of wines: past, present and future”, organizzato dalla Regione Sicilia, in collaborazione con gli Assessorati all’Agricoltura e alle Attività produttive, con il Consorzio Sicilia Doc e Assovini Sicilia.

 

 

«Stiamo mangiando il pianeta» è l’espressione forte con cui Alberto Tasca, dell’azienda Conte Tasca d’Almerita e consigliere di Assovini Sicilia, ha aperto la propria relazione incentrata sul tema dell’ecosostenibilità. Ha però specificato come l’emergenza ambientale che oggi il mondo produttivo sta affrontando possa diventare un’opportunità, a patto che venga utilizzato un approccio multidisciplinare. «La Sicilia – ha illustrato – è la regione più avanzata nel percorso verso l’agricoltura in armonia con l’ambiente: qui la viticoltura biologica rappresenta il 38% di quella nazionale e il 23% dell’energia elettrica utilizzata proviene da fonti rinnovabili». Un percorso iniziato da tempo in Sicilia, dove 7 anni fa è nato SOStain, il primo programma per le cantine teso a promuovere un modello sostenibile e trasparente, basato su parametri oggettivi.

Al brand unico e alla produzione sempre più ecosostenibile, va unita una strategia di vendita “su misura”, basata sulla conoscenza approfondita dei Paesi che si vogliono approcciare.

È poi stato affrontato il rapporto tra nuovi media e mondo del vino. «È necessaria una comunicazione efficace, capace di raggiungere i target in modo originale» secondo Virginia Devlin dell’agenzia americana Current, responsabile della campagna di comunicazione USA della Doc Sicilia. «Gli americani bevono più vino degli italiani. Il 54% tra i consumatori americani conosce la Sicilia, ma solamente il 9% sceglie i vini siciliani», ha proseguito. L’obiettivo, secondo Devlin, sono i cosiddetti Millennials: una nuova generazione di giovani, multietnici, liberali e molto social, che vivono la vita in presa diretta e vogliono provare esperienze nuove. «Sono attratti dalle novità e, in questo caso, cercano vini autentici e meno pretenziosi – ha illustrato – . L’85% di loro, infatti, acquista etichette poco conosciute. Per raggiungerli – ha concluso la relatrice – bisogna utilizzare in modo accorto i social media».

A tirare le somme dell’incontro, l’assessore all’agricoltura della Regione Sicilia, Sara Barresi: «Ogni mercato rappresenta una realtà diversa, che va studiata e analizzata. Abbiamo già le caratteristiche vincenti per conquistarne alcuni, come la Germania, ma la vera sfida sarà avvicinare al mondo del vino i giovani, che oggi consumano soprattutto superalcolici e birra. La Sicilia ha tutte le potenzialità per raggiungere questi obiettivi, ora è necessario individuare la strategia adatta per ciascun mercato utilizzando tutti i mezzi a disposizione: dalla ricerca scientifica alla promozione».