Lo stretto legame tra qualità del vino e investimenti tecnologici per Santa Margherita Gruppo Vinicolo

Santa Margherita Gruppo Vinicolo compie 80 anni. Con 18,5 milioni di bottiglie vendute nel mondo, il Gruppo ha costruito il suo successo puntando sull’innovazione tecnologica e su un’attenta politica ambientale sociale.

Gaetano Marzotto, presidente di Santa Margherita Gruppo Vinicolo.
Gaetano Marzotto, presidente di Santa Margherita Gruppo Vinicolo.

È una galoppata lunga ottant’anni quella di Santa Margherita Gruppo Vinicolo, oggi tra le più importanti realtà enologiche italiane. Fondata nel 1935 dal conte Gaetano Marzotto, Santa Margherita è negli anni cresciuta acquisendo cantine in alcune delle regioni vitivinicole italiane più vocate e amene. Al nucleo originario del Veneto Orientale si sono affiancate nel tempo, Alto Adige con Kettmeir a Caldaro, Franciacorta con Ca’ del Bosco, Toscana con Vistarenni e Lamole di Lamole nel Chianti Classico,  Sassoregale in Maremma e Conegliano-Valdobbiadene con la nuova tenuta di Refrontolo. Attenta all’innovazione, Santa Margherita lancia nel 1961 la vinificazione in bianco del Pinot Grigio, vino che diventerà la vera icona del Gruppo in Italia e nel mondo. Raccontano l’azienda l’amministratore delegato Ettore Nicoletto e Loris Vazzoler, direttore tecnico.

Il quartier generale di Santa Margherita Gruppo Vinicolo: la Cantina di Villanova di Fossalto di Portogruaro.
Il quartier generale di Santa Margherita Gruppo Vinicolo: la Cantina di Villanova di Fossalto di Portogruaro.

Ettore Nicoletto, ottant’anni di storia: un traguardo prestigioso

«Il sogno di Gaetano Marzotto, quando acquistò quei mille ettari di terra poco produttiva e abbandonata a Fossalta di Portogruaro, era quello di realizzare un polo agricolo moderno, attraverso profonde sistemazioni agrarie e una definitiva bonifica. Fu un lavoro immane ma ci riuscì. La parte vitivinicola dell’azienda prese il nome della moglie – Margherita Lampertico Marzotto – la quale purtroppo scomparve prima che i lavori fossero ultimati. La “costruzione” di quello che è oggi Santa Margherita Gruppo Vinicolo è iniziata nel Secondo Dopoguerra con la scelta di dedicarsi esclusivamente alla produzione di vini a denominazione d’origine e di sviluppare vini innovativi, più adatti al rapido mutamento dei gusti e delle abitudini alimentari degli Italiani, puntando su due regioni produttive ben precise: l’Alto Adige e l’area di Conegliano-Valdobbiadene. Sin dai primi Anni Cinquanta, Santa Margherita è in prima fila nella spumantizzazione del Prosecco e nel 1961 lancia la vinificazione “in bianco” del Pinot Grigio, rivoluzionando completamente l’offerta di vino italiano di qualità, dando vita a due successi “globali”, tuttora in piena espansione, che hanno conquistato i principali mercati e hanno fatto scuola, aprendo le strade del mondo a moltissime altre realtà nazionali».

Il Pinot Grigio vino-icona del Gruppo nel mondo

foto 6«Un successo planetario che cresce ancora di anno in anno, da quel lontano 1961 quando, in anticipo sulle future tendenze, gli enologi di Santa Margherita decisero di produrre un vino bianco di alto profilo in grado di distinguersi per originalità, peculiarità sensoriali e forte richiamo al binomio territorio-vitigno. Scelsero un territorio allora sconosciuto per potenzialità qualitative, l’Alto Adige e il vitigno del Pinot Grigio. L’intuizione geniale fu quella di vinificarlo senza bucce, eliminando così la componente fenolica poco stabile, senza però penalizzarne la presenza di precursori aromatici. Il Pinot Grigio Santa Margherita è un vino che sa distinguersi ancora oggi, soprattutto nella versione il Pinot Grigio Metodo Classico Brut Alto Adige, la prima e unica versione di questa varietà elaborata con rifermentazione in bottiglia, il cui vino base è ottenuto da uve di vigneti di alta collina. È questo uno spumante in grado di combinare eleganza e complessità, piacevolezza immediata e profondità sensoriale».

Siete tra le prime aziende vinicole in Italia

«Santa Margherita Gruppo Vinicolo ha registrato nel 2014 una crescita complessiva del 7,8% con un fatturato che si è attestato a 110,1 milioni di euro; le bottiglie vendute sono cresciute del 7,2%, passando da 17,3 a 18,5 milioni. A trainare il brillante risultato sono state le esportazioni (+9%), ma anche dal mercato domestico sono giunti segnali particolarmente incoraggianti: la crescita delle vendite in Italia è stata del 5,3%. Il nostro Gruppo si conferma come una realtà fortemente rivolta all’export con una percentuale delle vendite oltre confine salita al 62,3%, valore che raggiunge il 78,1% per la capogruppo Santa Margherita con oltre ottanta Paesi serviti».

Un successo frutto di un’attenta e costante politica d’investimento

«È stata una continua spinta all’innovazione per far crescere la nostra componente agricola, ottimizzare la nostra infrastruttura tecnologica e dare maggiori strumenti alle nostre risorse interne. Politica che ci ha permesso di cogliere tutte le opportunità che il mercato globale, nonostante il clima di sofferenza in Europa, ha saputo presentare. Solo nell’ultimo biennio, da gennaio 2014 a dicembre 2015, Santa Margherita Gruppo Vinicolo ha investito e investirà più di 30 milioni di euro. Dal 2008 a oggi, il totale degli investimenti, tutti in Italia, supera così i 65 milioni di euro. Quest’anno inauguriamo la nuova cantina di Greti in Chianti che darà maggiore “corpo” al polo toscano, proseguirà l’impegno verso la massima sostenibilità nelle nostre lavorazioni».

Loris Vazzoler: l’ecosostenibilità è una delle mission del Gruppo.

«Da sempre una delle mission di Santa Margherita è stata la preservazione dei molti terroir che costituiscono il patrimonio vitato del Gruppo. Particolare impegno è stato quindi volto nelle politiche di conduzione agricola, massicci sono stati gli investimenti nel risparmio energetico e nelle energie rinnovabili che hanno rivoluzionato il volto di Villanova, la più grande fra le cantine di vinificazione di Santa Margherita. Qui sul tetto della cantina di vinificazione è stato istallato un grande impianto fotovoltaico di ben 2mila metri quadrati che, insieme a una centrale a biomasse, consente di ridurre notevolmente le immissioni di CO2 in atmosfera: 923 tonnellate di CO2 in meno ogni anno. Sempre nella lotta ai gas serra, Santa Margherita ha ottenuto la certificazione “carbon-neutral” per un’aliquota significativa della propria produzione, compensando con progetti e iniziative specifiche l’anidride carbonica prodotta nella produzione di Pinot Grigio destinato al Canada: ben 2500 tonnellate di CO2!». 

Per quanto riguarda gli investimenti tecnologici?

«Santa Margherita Gruppo Vinicolo ha posto da anni una forte attenzione al legame fra il necessario e costante adeguamento tecnologico alle scelte di estrema qualità dei propri vini. Negli ultimi cinque/sei anni sono stati investiti nelle diverse cantine produttive oltre 50 milioni di euro. Oggi operiamo su diverse aree vitivinicole: Fossalta di Portogruaro (VE), 30.000 quintali di uva vinificata; Caldaro, in Alto Adige, con 5.000 quintali; Lamole, nel Chianti Classico, con 8.000 quintali di uva, tutte profondamente rivisitate. Questa spinta non si è fermata e nel corso del 2015 altri investimenti importanti porteranno a inserire una nuova linea di imbottigliamento a Fossalta di Portogruaro, della capacità massima di 16.000 bottiglie/ora, mentre a Caldaro permetteranno il potenziamento della capacità produttiva dei Metodi Classici. Nella cantina di Lamole è da poco entrato in funzione un nuovo impianto di scarico-diraspapigiatura che prevede anche la cernita ottica dell’uva da vinificare, permettendo in questo modo una selezione ancora più accurata degli acini stessi».

Nuove tecnologie, nuove soluzioni

«La nostra filosofia è sempre stata quella di introdurre tecnologie, sperimentando anche soluzioni nuove, al fine di preservare sempre di più le caratteristiche dei vini e offrire standard qualitativi più elevati per i nostri clienti. Gli esempi che possiamo citare sono molti: le lavorazioni in presenza di gas inerte per evitare ossidazioni;  i controlli computerizzati per l’ottimizzazione dei processi di spumantizzazione Charmat attraverso la verifica di parametri o azioni quali temperatura e  pressione; la stabilizzazione tartarica attraverso la refrigerazione statica, via via sino alle politiche di lavaggio delle bottiglie prima dell’imbottigliamento e ai controlli ottici – sempre per restare sull’imbottigliamento – a valle e a monte del processo, così da evitare ogni possibile errore e garantire un’ulteriore controllo di qualità a tutela del consumatore. Si tratta d’impegni importanti che hanno rivoluzionato anche l’aspetto della nostra Cantina principale di Fossalta di Portogruaro, rappresentando plasticamente il nostro impegno verso la più alta qualità».