Il progetto della Carbon Footprint del Vino Nobile di Montepulciano diventa un modello su scala nazionale.
Il sistema che calcola l’“impronta di carbonio” del ciclo produttivo di una bottiglia di Nobile, ovvero le emissioni di CO2 derivanti dalla realizzazione del pregiato vino a Denominazione di Origine Controllata e Garantita, è stato riconosciuto da un gruppo di istituzioni e aziende che operano ai massimi livelli nel campo della qualità e delle relative certificazioni e che abbineranno quindi il proprio nome a quello del progetto.
L’idea di misurare la Carbon Footprint della DOCG di Montepulciano e di attivare una serie di pratiche per la diminuzione o la compensazione della emissioni di anidride carbonica è stata presentata in occasione dell’Anteprima del Vino Nobile 2014 dal Comune di Montepulciano (che ha finanziato il progetto), dal consorzio dei produttori e dall’Università Marconi di Roma, incaricata della realizzazione tecnico-scientifica. Il programma, che ha ricevuto il patrocinio della Regione Toscana, della Provincia di Siena e della Camera di Commercio provinciale, in circa un anno è passato dalla fase progettuale a quella sperimentale e, proprio con la piattaforma tecnologica pronta per essere utilizzata, gli stessi promotori lo hanno presentato a Valoritalia, uno dei leader nell’attività di controllo sui vini, e all’Unione Italiana Vini, CSQA Certificazioni e FederDOC.
«L’Amministrazione Comunale ha ritenuto di poter offrire il progetto ai nostri qualificati interlocutori – spiega il Sindaco Rossi – perchè il nostro obiettivo è fare della sostenibilità ambientale non un business ma un valore sociale. Noi vogliamo che chiunque possa partecipare alla salvaguardia dell’ambiente, a partire dalla piccole aziende che, pur dotate di grande sensibilità, non avrebbero risorse da dedicare a progetti così impegnativi. In senso più ampio riteniamo che ampliando a quanti più territori possibili concetti e metodi di difesa del territorio, il beneficio sia generale e ricada su tutti».