Il mercato italiano del vino è quello con la ‘M’ maiuscola. In quantità e valore, il vino italiano che finisce nel mercato interno è la metà del totale prodotto. Un elemento stabilizzato da anni e che fa del mercato tricolore quello più importante per i produttori del Belpaese. Anche se abituati ad enfatizzare i successi dei vini italiani all’estero, il mercato domestico continua a mantenere un’importanza non solo in termini numerici, ma anche strategici. Una buona presenza nel mercato di casa, analizzato dall’Osservatorio di Vinitaly, funziona infatti come decisivo propellente promozionale verso l’estero.
Esistono segnali che fanno ben sperare per il 2015, soprattutto dai consumi di qualità nelle vendite di vino nella GDO, come dimostrato dai primi risultati della ricerca IRI per Vinitaly: le bottiglie da 75cl a denominazione d’origine vendute nel 2014 hanno fatto registrare un aumento dell’1,3% in valore. Resta comunque il fatto che negli ultimi cinque anni le vendite di vino in GDO, che ormai veicola il 75% delle bottiglie vendute in Italia, sono calate. Si tratta di quel vino dai margini ristretti, che costa dai 3 euro in giù e che rappresenta l’80% delle vendite della GDO. E anche in questo caso, visto che i volumi non crescono e non cresceranno, sarà sensato cercare di trasferire più valore in quello che si vende, seguendo logiche di qualità e non di quantità, investendo in comunicazione e marketing. Proprio in questa debolezza della GDO, si inserisce la rinascita del canale vendita enoteche, che sfrutta, da un lato, la crescita in Italia delle vendite di vini di qualità, dall’altro, la possibilità di offrire vendite differenziate, contatto diretto con i produttori, attraverso iniziative costruite ad hoc e una maggiore propensione alla customer satisfaction.
Le enoteche già si sono adattate ed evolute, puntando su nuovi servizi, come quello ai ristoranti che chiedono poche bottiglie ma in pronta consegna. In generale le enoteche sanno rispondere meglio alle esigenze di un consumatore che, spaesato dall’enorme offerta della GDO, trova nel personale professionalità e consigli. Anche perché, in Italia, solamente un consumatore su dieci ha le conoscenze per orientarsi in autonomia davanti ad uno scaffale di etichette.