Upgrade tecnologico per l’acqua più leggera d’Europa

foto 6Lo stabilimento produttivo di Lauretana SpA è situato nelle vicinanze del santuario di Graglia, sopra Biella, luogo di culto mariano, rinomato in passato per le sue fonti termali. L’acqua di Graglia ebbe celebri estimatori dalla Regina Margherita, a Giolitti, Carducci, De Amicis, Eleonora Duse, ma poi lo stabilimento termale chiuse i battenti con la Seconda Grande Guerra e tutto cadde nell’oblio. Vent’anni dopo, gli attuali proprietari della struttura termale decisero di edificare uno stabilimento produttivo per l’imbottigliamento e la commercializzazione a marchio “Lauretana” dell’acqua della zona, raccolta a oltre mille metri di quota, sulle pendici del Mombarone. Lauretana SpA ha chiuso il 2014 con un fatturato di circa 22 milioni di euro per circa 100 milioni di bottiglie; fatturati in costante crescita e più che triplicati dal 2007 a oggi.

Un’acqua che non si dimentica

Giovanni Vietti
Giovanni Vietti

«Abbiamo lavorato sodo fin dagli Anni ’90 per far conoscere al consumatore le caratteristiche uniche di quest’acqua minerale», sottolinea Giovanni Vietti, presidente di Lauretana. «Con un basso contenuto di sodio e di nitrati, un pH lievemente acido e un residuo fisso di soli 14 mg/l, acqua Lauretana ha una straordinaria capacità di fidelizzare il consumatore, il quale, dopo averla assaggiata, difficilmente la abbandona. Partendo da questo innegabile vantaggio, il nostro compito è stato negli anni quello di farla conoscere portandola a eventi sportivi, a convegni medici…, valorizzandola anche con packaging dedicati, come la bottiglia da 750 ml disegnata da Pininfarina e dedicata al canale della ristorazione, che ha letteralmente conquistato il mercato italiano e straniero. L’estero per noi sta diventando sempre più importante e rappresenta oggi circa il 20% dei proventi aziendali. Grandi soddisfazioni vengono dal mercato tedesco che da solo fa 10 milioni di bottiglie, siamo presenti in diversi Paesi europei, nel Nord America e in Australia, siamo recentemente sbarcati in Cina e in Arabia Saudita con interessanti prospettive di sviluppo. All’estero va principalmente il vetro, un prodotto con un interessante valore aggiunto destinato ai canali più qualificati dell’alta ristorazione. Abbiamo sempre creduto nel vetro, materiale nobile ed ecologico che ben veicola il messaggio di naturalezza di acqua Lauretana, tanto che il 50% delle nostre produzioni sono rappresentate da vetro a rendere. Abbiamo per questo, negli anni, puntato a un continuo ammodernamento della linea produttiva e a breve sarà operativa una seconda linea dedicata al vetro, quello a perdere. Un inserimento strategico che ci permetterà di crescere sui mercati più lontani dove la restituzione del contenitore non è praticabile».

Obiettivo, le nicchie di mercato

Se l’estero è promettente, per Lauretana l’Italia è un mercato consolidato. L’azienda ha saputo negli anni crearsi una propria nicchia di mercato, come spiega ancora Vietti: «Non abbiamo mai puntato sulla massificazione delle vendite, abbiamo cercato, piuttosto, d’inserirci in precise nicchie di mercato sviluppandole. Ogni anno creiamo mercati nuovi che sopperiscono al calo fisiologico delle vendite in mercati più maturi. Abbiamo creduto a suo tempo nel biologico e questo ci ha premiati: il nostro secondo marchio, “Monterosa”, è prodotto in esclusiva per la più importante catena distributiva del bio in Italia. Acqua Lauretana è presente oggi nelle più importanti catene distributive italiane da Coop a Esselunga a Conad, Crai, Despar… con la rinnovata e distintiva bottiglia in plastica di colore blu da 1,5 litri, 1 litro e mezzo litro. Un mercato, quello italiano, per noi strategico anche se le difficoltà legate a questa crisi economica sono innegabili. Lauretana, forte di un prodotto unico capace di conquistare sempre nuovi mercati, sostenuta da un impianto produttivo all’avanguardia, è riuscita a crescere anche in questi anni, puntando l’attenzione sui promettenti mercati esteri».

Innovazione tecnologica continua

Situato a ridosso della montagna, lo stabilimento produttivo di Lauretana è ben organizzato. Il recente ampliamento ha permesso di riorganizzare gli spazi produttivi anche in vista dell’imminente istallazione della terza linea produttiva, quella dedicata al vetro a perdere. «Qui certo non ci si annoia!», commenta divertito Paolo Ruffato, direttore dello stabilimento. «L’innovazione tecnologica è continua, e questo ci permette di rimanere competitivi su un mercato così aggressivo come quello delle acque minerali. L’impianto conta oggi di due linee produttive, una dedicata al PET, l’altra al vetro; presto avremo una terza linea quanto mai strategica per sviluppare il mercato del vetro a perdere. Entrambe le linee, negli ultimi dieci anni, ad anni alterni, sono state gradualmente rinnovate. Un’innovazione per noi significativa è stata il passaggio al contenitore di colore blu che ha sostituito quello verde, anche se manteniamo quest’ultimo per il mercato tedesco. Volevamo un pack nuovo, elegante, che valorizzasse ulteriormente il contenuto, ma volevamo anche differenziarci dai competitor per motivi tecnici, visto che spesso ricevevamo bottiglie a rendere non nostre. Un investimento importante, ma necessario che ha comportato, per il vetro, la sostituzione di circa 10 milioni di bottiglie, mentre per il PET, l’adeguamento dell’attrezzatura, avendo voluto, in questo caso, ridisegnare completamente la bottiglia. Per il vetro abbiamo mantenuto la forma consueta, anche se con qualche piccolo rimodellamento dei fianchi che ha ridotto il problema dello scuffing. Il cambiamento epocale qui è stato per noi il passaggio dal tappo a corona a quello a vite, soluzione, quest’ultima, decisamente più elegante sulla nuova bottiglia».

Le scelte tecnologiche

Linea vetro

  • Lavabottiglie: Bardi, capacità oraria 25-28mila bottiglie
  • Tappatore: Arol, 11 testine
  • Riempitrice: Krones, 77 rubinetti, capacità oraria 16mila bottiglie per il litro, 20mila bottiglia per il mezzo litro
  • Fine linea: Krones

Linea PET

  • Soffiatrice: Krones, 10 cavità, capacità oraria 18mila bottiglie
  • Sciacquatrice-riempitrice: Krones 80 rubinetti, capacità oraria di 24.000 bottiglie (mezzo litro), 18.000 bottiglie (litro e mezzo)
  • Etichettatrice: Krones, un aggregato ed etichetta avvolgente
  • Fardellatrice e manigliatrice: Krones

Dal tappo a corona a quello a vite

Paolo Ruffato
Paolo Ruffato

«La sostituzione del tappo era un passaggio ormai improrogabile, eravamo tra gli ultimi a utilizzare ancora il tappo a corona – sottolinea Ruffato. Il tappo a vite fornisce certamente un miglior servizio, permette, infatti, di richiudere la bottiglia mantenendo la gassatura più a lungo. Il tappo a vite nel vetro è molto delicato a livello produttivo perché, a differenza del tappo a vite della bottiglia in PET che è già filettato e per questo viene semplicemente avvitato dalla macchina sulla bottiglia, il tappo in alluminio viene creato fisicamente sopra la bottiglia; c’è una testina che ribadisce la filettatura della bottiglia. Ciò significa che la testina deve essere sempre al massimo della sua efficienza affinché il tappo a vite abbia una perfetta tenuta. Abbiamo scelto un tappatore a 11 testine della AROL, azienda italiana che già ci aveva fornito in passato il tappatore per tappi a corona. La macchina si è inserita senza problemi in linea, anche perché la riempitrice della Krones, che avevamo acquistato qualche anno addietro, era già predisposta a livello meccanico per questo passaggio. L’upgrade è stato comunque graduale: per le Pininfarina, destinate al canale Ho.Re.Ca, abbiamo continuato ancora per qualche tempo a utilizzare il tappo a corona».

L’upgrade ha riguardato tutta la linea del vetro

La linea del vetro ha subito un graduale rinnovamento negli ultimi dieci anni. La prima macchina a essere sostituita è stata la lavabottiglie: «Il lavaggio dei resi – spiega Ruffato – è senza dubbio uno degli step più delicati del processo produttivo. La bottiglia vuota deve essere resa quasi sterile, prima di essere nuovamente imbottigliata. Per questo abbiamo optato nuovamente per una Bardi, una macchina, quest’ultima, completamente in acciaio inox con una capacità di lavaggio di 25-28.000 bottiglie/ora. La macchina ha un doppio macero in base di soda caustica ed effettua 4 risciacqui più uno finale nel quale adoperiamo acqua di sorgente. Dopo la lavabottiglie abbiamo cambiato anche la macchina di riempimento, optando per una Krones, una riempitrice classica meccanica non volumetrica né elettronica a 77 rubinetti e con una capacità di 16.000 bottiglie/ora per il litro e 20.000 bottiglie/ora per il mezzo litro.

L'ispezionatore elettronico è dotato di lampade a LED e telecamere ad alta definizione
L’ispezionatore elettronico è dotato di lampade a LED e telecamere ad alta definizione

Sempre da Krones, abbiamo acquistato un nuovo ispezionatore elettronico, che ha sostituito quello esistente; una sostituzione necessaria a seguito dell’utilizzo della nuova colorazione del contenitore. La macchina, di nuova concezione, monta gli ultimi ritrovati della tecnologia, dalle lampade a led alle telecamere ad alta definizione e compie 12 controlli visivi a 25.000 bottiglie/ora. La macchina ispeziona non solo l’aspetto estetico della bottiglia ma anche la baga e le sue eventuali scheggiature, la presenza di liquido in bottiglia… Sempre in seguito all’introduzione del contenitore blu, abbiamo dovuto pensare anche a una nuova etichettatrice. La nuova bottiglia in vetro ha il marchio in rilievo, per questo l’etichetta deve essere disposta in maniera precisa sulla bottiglia. Non essendo il fondo della nostra bottiglia così spesso da consentire l’inserimento di tacche per l’orientamento meccanico della bottiglia, abbiamo dovuto optare per una soluzione con piattelli elettronici. La bottiglia in ingresso viene fotografata, consentendo così al piattello di posizionare correttamente l’etichetta. Ha chiuso il cerchio della linea del vetro il fine linea, quindi incassettamento e pallettizzazione. La nuova macchina, sempre di Krones, consta di due robot che riescono a compiere sia l’incassettamento sia il decassettamento, sia la palettizzazione sia la depallettizzazione».

Il recente ampliamento ha permesso di riorganizzare gli spazi produttivi anche in vista dell’imminente istallazione della terza linea produttiva, quella dedicata al vetro a perdere che affiancherà le due già esistenti del vetro a rendere e del PET.
Il recente ampliamento ha permesso di riorganizzare gli spazi produttivi anche in vista dell’imminente istallazione della terza linea produttiva, quella dedicata al vetro a perdere che affiancherà le due già esistenti del vetro a rendere e del PET.

Upgrade anche per la plastica

«Anche per la linea del PET ci sono stati upgrade significativi – spiega, ancora, Ruffato. Dalla sciacquatrice-riempitrice, a 80 rubinetti, abilitata a 24.000 bottiglie/ora con il mezzo litro e 18.000 con il litro e mezzo, all’etichettatrice classica con un solo aggregato ed etichetta avvolgente, alla fardellatrice e manigliatrice finale; tutto da Krones. Quattro anni fa è stata sostituita anche la soffiatrice. Noi partiamo dalle preforme e andiamo a soffiare la bottiglia da mezzo litro, da un litro e da un litro e mezzo. Anch’essa di Krones, la soffiatrice è una 10 cavità con una capacità di 18mila bottiglie/ora. Con essa soffiamo per il litro e mezzo preforme da 32 grammi, mentre per il mezzo litro preforme da 15 grammi. Nel tempo abbiamo gradualmente sgrammato entrambi i contenitori – inizialmente utilizzavamo rispettivamente preforme da 41 e 21 grammi. Abbiamo anche ridotto il collo passando da un tappo a tre principi a uno di due.  C’è stata quindi una significativa riduzione di materiale utilizzato. Per noi questa è la soglia ultima, c’è chi ha sgrammato ulteriormente, questo, a mio avviso, a discapito della solidità della bottiglia una volta aperta. Eventuali alleggerimenti richiederanno materiali diversi dal PET. Oggi non vedo alternative, è vero parlando di materiali innovativi, c’è ora il bio PET, l’rPET prodotti che però non hanno mai conquistato il consumatore e che mostrano limiti tecnici soprattutto nell’acqua gasata».

La soffiatrice a 10 cavità ha una capacità di 18mila bottiglie/ora. Per il litro e mezzo soffia preforme da 32 grammi, mentre per il mezzo litro da 15 grammi.
La soffiatrice a 10 cavità ha una capacità di 18mila bottiglie/ora. Per il litro e mezzo soffia preforme da 32 grammi, mentre per il mezzo litro da 15 grammi.