Caratterizzazione del microbiota di uve “Vino Santo” come agente di biocontrollo contro Botrytis cinere

 

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Il Vino Santo trentino potrà diventare un prodotto ancora più sostenibile grazie al risultato della sperimentazione condotta dalla Fondazione Edmund Mach che ha valutato la potenziale applicazione di microrganismi isolati da uve Nosiola, poste in appassimento per la produzione di Vino Santo trentino, come agenti naturali di biocontrollo contro la botrite. L’idea è che i microrganismi cresciuti in un ambiente dove è comunemente presente Botrytis cinerea, si evolvano attivando meccanismi di autodifesa e inibizione verso questa muffa, utili per prevenirne lo sviluppo di botrite dove rappresenti un rischio per la qualità delle produzioni. La conta in piastra e la caratterizzazione genotipica (sequenziamento del 16S rRNA per batteri e del 26s rRNA per i lieviti) hanno permesso l’identificazione di lieviti appartenenti ai generi Hanseniaspora, Metschnikowia, Cryptococcus e Issatchenkia e di batteri del genere Bacillus, Microbacterium, Acetobacter e Gluconobacter spp. Sette isolati sono risultati in grado di fermare la crescita di B. cinerea nelle colture antagoniste coltivate in piastre di Petri, utilizzando sia terreni sintetici sia succo d’uva. La caratterizzazione tecnologica dei potenziali agenti di biocontrollo, effettuata per citometria a flusso e HPLC-ECD, ha dimostrato l’innocuità di questi microrganismi nella produzione di vino grazie della loro bassa resistenza all’etanolo e ai bassi pH che li fanno scomparire durante la vinificazione. Esclusi anche impatti negativi sulla qualità del vino per l’assenza di off-flavor.

Bibliografia
R. Guzzon et al., Edmund Mach Foundation, Trento – European Food Research and Technology on line marzo 2014