Inchiesta

Aspettando la sospirata ripresa…

I venti di crisi soffiano anche sul comparto del vino, anche se l’impatto sembra notevolmente più contenuto rispetto ad altri settori. Stati Uniti, Russia e Cina si confermano i mercati più interessanti per i prossimi anni, anni che dovrebbero regalare la sospirata ripresa.

Nel segno di una generalizzata flessione si chiude per il mondo del vino un 2012 caratterizzato da andamenti altalenanti: in ribasso le produzioni mondiali, leggero segno meno per gli scambi a fronte comunque di un incremento della spesa corrispettiva dovuto al significativo incremento dei listini internazionali.

Nel mondo si produce meno vino

Produzioni quindi in calo. Lo confermano le stime provvisorie pubblicate dall’OIV -Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino che evidenziano un -6% rispetto al dato 2011. Se la flessione in Europa è sostenuta ancora dalla misura OCM vino, volta alla riconversione dei vigneti per contenere le eccedenze produttive − nell’Unione Europea sono 175 mila gli ettari di vigneto espiantati tra il 2009 e il 2011 − e da un’annata dal punto di vista climatico non certo delle più favorevoli, a livello mondiale lo è il continuo affievolirsi della forte spinta produttiva, che ha caratterizzato gli anni passati, se si eccettua il Cile, con trend in crescita anche per il 2012. 248,2 i milioni di ettolitri prodotti lo scorso anno contro i 264,2 milioni di ettolitri del 2011; un calo sostenuto dal netto decremento produttivo dell’Unione Europea -9% con 141 milioni di ettolitri di vino prodotti nel 2012, e da quello più moderato del resto del mondo, -3% con 117 milioni di ettolitri di vino prodotti nel 2012. Eclatante il calo produttivo dell’Argentina − da 15,5 milioni di ettolitri nel 2011 a 11,6 milioni di ettolitri lo scorso anno − e della Francia − da 49,8 milioni di ettolitri nel 2011 a 40,5 milioni di ettolitri nel 2012 −, sostenuto quello della Spagna con un -6% − 33,4 milioni di ettolitri nel 2011 contro i 31,5 milioni di ettolitri nel 2012; cala, anche se in maniera più contenuta, la produzione italiana da 42,3 milioni di ettolitri a 40,8 milioni di ettolitri. Francia, Italia e Spagna si confermano i primi produttori mondiali, anche se il loro peso a livello internazionale tocca il minimo storico dell’ultimo quinquennio: con 112,8 milioni di ettolitri di vino i tre Paesi coprono il 45% della produzione complessiva mondiale di vino. Gli scambi Dopo un avvio promettente, gli scambi internazionali hanno subito un’inversione di tendenza registrando una flessione contenuta, ma pur sempre del 2% (dato sui nove mesi 2012), come sottolinea la puntuale analisi ISMEA del IV quadrimestre 2012. 71 milioni circa gli ettolitri di vino scambiato nei primi nove mesi con un significativo 39% del dato complessivo legato agli sfusi; il vino confezionato mantiene, con il 55%, la leadership degli scambi anche se con circa 39 milioni di ettolitri registra una lieve flessione dell’1%. In crescita, +1%, gli spumanti con un dato complessivo, nei nove mesi, poco inferiore ai 4 milioni di ettolitri.

Export
Partendo dall’export, l’Italia, di misura, mantiene nei primi nove mesi dell’anno concluso il primato sulla Spagna con 15,3 milioni di ettolitri vs 14,8 milioni di ettolitri, anche se il decremento per entrambi i Paesi, rispetto al dato corrispondente 2011, è importante e superiore al 9%. In crescita, invece, la Francia con un 5,9% e 10.7 milioni di ettolitri esportati e tutti i Paesi dell’emisfero australe: Argentina +29%, Cile +10%, Nuova Zelanda +8%, Sud Africa +7%.

Importazioni
I dati gennaio-settembre 2012 confermano la leadership tedesca nell’import, con circa 11 milioni di ettolitri, anche se la flessione della domanda di vino estero è evidente con un -6% in volume − cresce, invece, il dato in valore del 2,1%. A farne le spese sono soprattutto gli sfusi, più contenuto è, invece, il decremento dell’imbottigliato, stabile la richiesta di spumanti. In flessione anche l’import inglese sceso a circa 8.5 milioni di ettolitri, con un significativo decremento sia del confezionato (-14%) sia degli spumanti (-15%), a fronte di una crescita del 6% dello sfuso; positivo invece il dato in valore con un +8,6%. Buone notizie vengono, invece, dagli Stati Uniti terzi per importazioni, i quali si confermano per incremento della domanda − sempre secondo fonte ISMEA nei nove mesi 2012, del 20,5% in volume e del 15,7% in valore − il mercato più interessante. Incremento legato all’importante crescita della domanda di sfusi − il confezionato scende del 3% − i quali occupano, nel computo complessivo delle importazioni, il 34%. Bene anche l’import cinese cresciuto in tutti i comparti con un complessivo 14% in volume e 26,7% in valore. In crescita anche le importazioni in Russia che segnano un +3% in volume e ben 32% in valore, anche se il mercato è caratterizzato da luci e ombre con buone performance nei confezionati, +13%, mentre in sofferenza spumanti e sfusi con cali rispettivamente del 6% e 9%.

Un futuro roseo per il comparto

Gli importanti trend di crescita delle importazioni, confermati anche con i dati 2012, per Stati Uniti, Russia e Cina, sottolineano come questi tre Paesi rappresenteranno probabilmente nei prossimi anni, insieme all’Australia, il cardine per la crescita del mercato mondiale del vino, come d’altronde sottolinea uno studio che, anche per quest’anno, Vinexpo ha affidato all’International Wine and Spirit Research. La prestigiosa agenzia, punto di riferimento per le analisi di mercato nel settore del vino e degli alcolici, sottolinea l’importante incremento dei consumi in questi Paesi dal 2007 al 2011 pari a 1,55 miliardi di bottiglie e, ottimista per il futuro del comparto vinicolo mondiale, prevede un’importante crescita dei consumi nel quinquennio 2012-2016, pari al 5,3%, crescita che sarà più rapida per i vini spumanti − +8,52% entro il 2016 − rispetto ai vini fermi. A guidare i consumi sarà anche per il prossimo quinquennio il vino rosso che crescerà complessivamente del 9,1%, più contenuta, invece, la crescita dei bianchi, attestata, sempre secondo lo studio, al 2,75%. Non trascurabile sarà, infine, l’exploit dei rosati con un +7,58%, raggiungendo il 9,2% del consumo mondiale di vino. Si consumeranno, infine, sempre più bottiglie di valore con costo oltre i 10 dollari − +12,59% al 2016 −, ma anche tra i 5 e i 10 dollari +9,99%; meno richiesti, invece, i vini più economici che registreranno un incremento quinquennale più contenuto e pari al 2,77%.

L’Italia tiene, il comparto è ottimista

Uno sguardo, infine, al comparto vinicolo nazionale, il quale è caratterizzato, purtroppo, da diversi segni negativi. In calo del 9% rispetto al 2011, (elaborazione ISMEA sui primi nove mesi dell’anno) è stato il dato produttivo con 39.3 milioni di ettolitri, continua la contrazione dei consumi interni, diminuisce la domanda estera in volume (-8,2%). Registra, invece, segno positivo la domanda in termini di valore sia verso l’estero sia verso il nostro Paese. Analizzando le singole categorie, significativa è la perdita in volume dello sfuso con un -23% a fronte di un +8% in valore, per quanto riguarda il confezionato, invece, lieve è il calo delle vendite in volume − 7.8 milioni di ettolitri nel 2012 contro i 7.9 milioni dell’anno precedente (dato su nove mesi) − mentre positivo il trend in valore e pari al 7%. La Germania, rimane la piazza più importante per la vendita del vino italiano in termini di volume, anche se la contrazione, rispetto al 2011, è evidente con un -12,6%; seguono gli Stati Uniti con un sostanziale pari rispetto all’anno precedente. Classifica che s’inverte in termini di valore, con gli Stati Uniti davanti alla Germania; l’incremento percentuale sul dato 2011 è, in entrambi i casi, positivo, rispettivamente con un +7% e un +5,2%. In leggera crescita sono anche le vendite in valore nel Regno Unito (+2,6%), terzo importatore, in flessione, invece, il dato in volume con un -4,1%. Sebbene i dati non siano dei più rosei, traspare un generale ottimismo tra le aziende vitivinicole italiane, come sottolinea un sondaggio di winenews.it, se il 76% delle più importanti aziende vitivinicole italiane chiude complessivamente in positivo il 2012 e vede con ottimismo il business per l’anno in corso.