
A quaranta metri sotto le colline di Canelli, nell’Astigiano, la luce si fa discreta e lascia spazio a un silenzio vibrante. Le pareti di tufo raccontano oltre un secolo di storia: siamo nelle Cattedrali Sotterranee di Coppo, un labirinto di gallerie, volte, cunicoli e corridoi che si estende per circa 5.000 metri quadrati. Qui, tra umidità controllata e temperatura costante, il tempo scorre al ritmo del vino. Le cantine, scavate interamente a mano tra il XVIII e il XIX secolo, dal 2014 sono Patrimonio UNESCO e costituiscono l’anima storica di un’azienda che, pur restando fedele alla propria memoria, ha saputo trasformarsi in una realtà tecnologicamente avanzata. Fondata nel 1892 da Piero Coppo, questa casa vitivinicola piemontese è stata tra le prime in Italia a imbottigliare uve di proprietà, anticipando quella visione di filiera integrata che oggi rappresenta un modello di efficienza produttiva. Nella seconda metà del 2021, con l’ingresso della famiglia Lanci-Soldadino, Coppo ha avviato un ampio piano di rinnovamento strutturale e tecnologico da circa 8 milioni di euro, destinato alla ristrutturazione e al perfezionamento degli spazi, alla valorizzazione delle cantine e all’acquisizione di nuovi vigneti, all’interno dei quali si è iniziato a operare sempre più sostenibilmente. Salendo in superficie, lo sguardo si apre, infatti, su 85 ettari di vigneti aziendali distribuiti tra Monferrato, Langhe e Gavi: un mosaico produttivo che racconta il Piemonte vitivinicolo in tutte le sue sfumature. Gli investimenti più recenti hanno portato all’acquisizione anche di nuovi appezzamenti di Nebbiolo e Cortese, tra cui cru di assoluto pregio come Ravera e Bussia, destinati a rafforzare la presenza della Cantina nel segmento dei grandi rossi e dei bianchi da uve di proprietà.
Una fase cruciale per il processo produttivo

«Coppo fonda la propria identità sull’innovazione che rispetta la tradizione, la valorizzazione delle varietà autoctone e la sostenibilità ambientale, con un forte radicamento nel territorio – spiega Rossano Savoia, Amministratore Delegato di Cantine Sotterranee Coppo –. Le nostre produzioni di eccellenza vantano spumanti Metodo Classico Alta Langa, Nizza, Chardonnay Piemonte, Gavi e Moscato Canelli, ma anche Barolo, Barbaresco e Barbera, per un totale di 700mila bottiglie prodotte annualmente, considerando anche Villa Giada, altra Cantina di proprietà della famiglia Lanci-Soldadino». Il profondo processo di ottimizzazione architettonica e turistica intrapreso ha integrato le Cattedrali Sotterranee in un percorso di visita ampliato, dotato di nuovi ambienti per degustazioni ed eventi, arricchito da un progetto di ospitalità diffusa che prevede cinque appartamenti autonomi, le Clelia Coppo Suites. Un investimento in qualità dell’accoglienza che rispecchia la stessa filosofia alla base della produzione, incentrata su efficienza, precisione e identità. «Per potenziare la capacità produttiva, nel 2022, con uno stanziamento di risorse pari a circa 2 milioni di euro, abbiamo installato e avviato un impianto di imbottigliamento di nuova generazione, che consente di ottimizzare i tempi di lavorazione, minimizzare lo spreco d’acqua e il consumo energetico e migliorare, al contempo, le condizioni di lavoro in cantina», specifica Savoia. Secondo lui, la tecnologia legata a questo processo è decisiva: «Garantisce qualità, sicurezza e tracciabilità, riducendo scarti e fermi. L’imbottigliamento ha un peso strategico sul risultato produttivo, perché determina resa, costi e affidabilità delle referenze, oltre a sollevare il team addetto da molte incombenze faticose e dispendiose in termini di tempo».








