Birrificio di Naon e Arol: la miglior tecnologia possibile per l’imbottigliamento

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Ritorno alle origini. È lo slogan che riassume lo spirito dell’avventura imprenditoriale di Birrificio di Naon Srl, giovane attore brassicolo della provincia di Pordenone. Secondo questo microbirrificio localizzato a Porcia, la volontà di ristabilire un legame con il territorio non vuole e non deve essere speculativa: «Il rapporto tra gli abitanti e quest’area – spiega il fondatore e Amministratore unico della società, Paolo Costalonga – deve rispecchiare quello adottato in passato dai nostri avi, che qui hanno deciso di stabilirsi: il territorio, allora, era visto come una fonte di sostentamento per la comunità che lo abitava e così dovrebbe tornare ad essere». Per dare il via alla sua attività, due anni fa Costalonga riqualifica un vecchio capannone dismesso e abbandonato, risalente agli anni 50, rifunzionalizzandolo alla produzione, somministrazione e vendita di birra artigianale. Ad oggi l’azienda, che nel complesso impiega 5 persone, ha già prodotto 135.000 litri di birra. La sede misura poco meno di 700 mq, il laboratorio circa 300, e accanto all’area produttiva sono state predisposte una zona dedicata a magazzino del prodotto finito e un’altra di somministrazione, il Naon Beer Pub, all’interno del quale è possibile degustare le birre artigianali accompagnate da alcune specialità realizzate con prodotti locali.

Equilibrio, facilità di beva e coerenza

«Genuina, fresca, semplice, buona: così vogliamo che sia la nostra birra ed è per questo che abbiamo deciso di produrre in proprio le ricette che, nel corso degli anni, sono state apprezzate da un pubblico sempre più attento alle materie prime e alla loro trasformazione – specifica Costalonga –. Il nostro punto di forza è sicuramente la filosofia di prodotto, che abbraccia l’utilizzo di materie prime locali e di prima scelta, l’ottimizzazione e il miglioramento continuo dei processi produttivi e la ricerca, nelle ricette, di equilibrio, facilità di beva e coerenza rispetto allo stile di riferimento».

Nel biennio appena concluso la società ha destinato circa 50.000 euro ai nuovi investimenti: 25.000 euro sono stati utilizzati per il miglioramento e ampliamento della capacità produttiva, 10.000 euro per la coibentazione e il raffrescamento del magazzino e 15.000 euro per il perfezionamento dell’arredamento e dell’attrezzatura del pub, per la somministrazione alla clientela. La tecnologia legata all’imbottigliamento rappresenta un tassello fondamentale per la buona riuscita del prodotto finale e per la sua conservazione nel tempo, come conferma Costalonga. «Siamo un microbirrificio artigianale e le scelte tecnologiche legate ai nostri impianti sono state guidate, in generale, dalla ricerca di affidabilità e garanzia da parte di aziende vicine, o comunque italiane, che avessero la possibilità di fornirci una buona assistenza nelle fasi di progettazione e avvio degli impianti».

Quasi 120.000 bottiglie in due anni

All’interno del laboratorio è stata delimitata un’area per l’imbottigliamento e l’etichettatura automatica; la linea di imbottigliamento prescelta è un monoblocco Easy Compact 7/1 Alfatek, una macchina semiautomatica all’interno della quale i tempi di lavoro variano a seconda del formato e del numero di operatori addetti. «Per quanto riguarda la linea di etichettatura, riempimento e tappatura ci siamo concentrati, fin da subito, sulla migliore tecnologia possibile per l’imbottigliamento di birra artigianale con rifermentazione secondaria. Le nostre esigenze specifiche erano di poter riempire le bottiglie senza far entrare troppo ossigeno nel collo prima dell’operazione di tappatura e disporre di tappi ben saldi che non permettessero l’entrata di aria e la fuoriuscita di profumi post-chiusura. Abbiamo così optato per l’acquisto del monoblocco Alfatek, quello che ci dava maggiori garanzie rispetto all’ossidazione del prodotto nel tempo e composto, al suo interno, da dispositivi di eccellenza, come la tappatrice Arol. Normalmente i tempi di etichettatura, riempimento e tappatura si attestano, per un formato da 33 cl, intorno alle 800 bottiglie all’ora, mentre per un formato da 75 cl siamo intorno alle 700 bottiglie all’ora. Nel corso della nostra breve vita abbiamo già imbottigliato e tappato quasi 120mila bottiglie».

La tappatura diventa “smart”

«Dal punto di vista dei prodotti, Arol persegue la filosofia legata al cosiddetto ascolto dei bisogni del cliente, implementando il miglioramento continuo e l’innovazione più radicale. Ha all’attivo un centinaio di brevetti e ne deposita costantemente di nuovi; collabora, inoltre, con politecnici italiani e università, da cui attinge ogni anno nuovi talenti. In ambito Innovazione e R&D Arol segue con interesse l’ammodernamento delle macchine, investendo in nuove architetture di automazione e nuovi sistemi di motion control; sta inoltre puntando sui processi di machine monitoring, sviluppando nuovi sensori e implementando soluzioni software cosiddette EDGE (in prossimità delle macchine stesse). Per quanto concerne la parte progettuale e operativa, l’azienda ha intrapreso un profondo processo di business & digital transformation, sposando la filosofia lean del continuos improvement: obiettivo primario del progetto è massimizzare efficacia ed efficienza dei processi per ottenere prodotti e servizi migliori per i clienti. Arol ritiene, infatti, che la digitalizzazione di processi e prodotti non sia una scelta, ma un passaggio obbligato per poter competere nel moderno mercato e per perseguire la sostenibilità del nostro pianeta. Processi efficienti, così come prodotti efficienti, comportano minori consumi, oltre all’abbattimento degli sprechi e a un minor impatto ambientale, per questo l’azienda considera fondamentale tracciare – in tempo pressoché reale – l’intera filiera produttiva e l’intera vita del prodotto, dalla progettazione sino al suo riciclo o smaltimento. Strumenti come PLM (product lifecicle management), MES (manufacturing execution system) ed ERP (enterprice resource planning) diventano fondamentali ed è proprio su tali strumenti che Arol ha indirizzato i propri investimenti nel biennio a venire. Recentemente il team di R&D ha inoltre sviluppato diverse interfacce per mettere a disposizione, in remoto, i dati misurati direttamente dal campo, al fine di monitorare l’efficienza della macchina e prevenirne i fermi. Una manutenzione predittiva, dunque. In questo modo gli interventi manutentivi potranno essere pianificati solo quando veramente necessari, minimizzando i costi per i clienti e riducendo l’impatto di continui spostamenti di tecnici e materiali».
Denis Ruffino, R&D Technical Director AROL Group

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