Cantine Settesoli: tecnologia ed efficienza ad alto livello

Cantina intesa come comunità, come punto di riferimento economico e sociale: è questo che rappresenta Cantine Settesoli per l’area di Menfi (AG), dove l’indotto creato dal comparto vitivinicolo si è sviluppato negli anni fino a dare vita a un’economia circolare parallela integrata con il territorio e interconnessa al comparto turistico.

Nata nel 1958 dall’intuizione di un gruppo di viticoltori menfitani, questa realtà cooperativa vinicola della costa sudoccidentale siciliana è stata la prima, nel 1974, a produrre e commercializzare all’estero i propri vini in bottiglia. A metà degli anni Ottanta vengono avviate la ricerca sul campo e l’introduzione delle varietà internazionali tra i filari delle aziende socie e, a cavallo del 2000, nascono i tre marchi principali, oggi diffusi in tutto il mondo: Settesoli, con le sue referenze monovarietali destinate ai canali off trade Italia ed estero, Mandrarossa (on trade mondo) e Inycon (off trade premium estero). Oggi la Cantina, che nel 2021 ha fatturato 51 milioni di euro, può contare su 2.000 soci viticoltori situati in provincia di Agrigento che coltivano 36 diverse varietà di uve, su una superficie vitata di 6.000 ettari – di cui 1.000 coltivati in regime biologico da 145 soci –, tre stabilimenti – due a Menfi e uno a Santa Margherita di Belice (AG) –, 54 dipendenti fissi, 150 stagionali e una produzione annua che si aggira intorno ai 20 milioni di bottiglie – pari al 71% del vino prodotto sul totale, a cui si aggiunge un 29% di sfuso. Ad oltre 40 Paesi del mondo va più della metà dell’imbottigliato (un 52%), numeri che identificano Cantine Settesoli come una delle più importanti cooperative vinicole europee.

«I valori che guidano il nostro operato sono incentrati sul rispetto dell’ambiente e delle persone – dichiara Roberta Urso, responsabile PR e comunicazione della Cantina – il che si traduce nella produzione di vini “puliti” e garanti la salute del consumatore, identitari e fortemente rappresentativi dell’area da cui si originano».

Proteggere il vino da contaminazioni

Top brand di Cantine Settesoli, Mandrarossa Winery, situata a Menfi (AG), vanta due linee di confezionamento per bottiglie in vetro (di tipo bordolese, borgognotta e conica da 0.375, 0.75, 1, 1.5 litri) – una da 12.000 e l’altra da 4.000 pezzi l’ora – e due linee di confezionamento per contenitori in poliaccoppiato (brick da 1 litro e bag in box da 2, 3, 5, 10 e 20 litri); è dotata, inoltre, di una linea da 0.5 litri pouch e di una linea isobarica per l’imbottigliamento di vini frizzanti.

«Il confezionamento è la fase conclusiva del processo di elaborazione del vino e, data la grande importanza che riveste per il mantenimento della qualità del prodotto, è effettuato grazie a impianti di elevato livello tecnologico e grado di efficienza, che rispettano al massimo le caratteristiche qualitative dell’imbottigliato – precisa Leonardo Ciulla, Coordinatore delle manutenzioni per Cantine Settesoli –. Nel corso di tale operazione proteggiamo il vino dai rischi di contaminazioni biologiche e da qualsiasi altra forma di inquinamento, mantenendolo al riparo dall’aria e dall’ossigeno. La nostra linea più performante è quella che si occupa dell’imbottigliamento dei formati in vetro fino a 12.000 bottiglie all’ora». Il processo che la vede protagonista inizia con il prelievo, tramite carrelli elevatori, delle bottiglie nuove provenienti dalle vetrerie e impilate in strati sovrapposti su bancali in legno. Una volta poggiate su una rulliera motorizzata, esse vengono avviate verso un depallettizzatore a scorrimento Sipa Berchi Genius DS, che scompone i pallet per l’immissione in linea delle bottiglie.

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