Birrificio della Granda: originale, non cerebrale

«Granda è il nomignolo con cui noi cuneesi definiamo la nostra provincia», spiega Ivano Astesana, mastro birraio e fondatore del Birrificio della Granda, situato a Lagnasco. Il comune fa parte della provincia di Cuneo, che in effetti è terza in Italia per superficie, dopo Bolzano e Foggia. «Da queste parti – prosegue Ivano – l’aggettivo “granda” è usato in tanti contesti e spesso nei nomi assegnati alle attività commerciali». L’idea iniziale era quella di avviare un birrificio di piccole dimensioni e strettamente legato al territorio, che con la sua produzione raggiungesse solo le zone limitrofe. «Poi – prosegue Ivano – siamo cresciuti molto più di quanto mi aspettassi. Il nome del birrificio è rimasto quello, ovviamente, e l’idea mi piace molto: riporta a qualcosa di massiccio, strutturato e potente, come le montagne stilizzate che compaiono nel nostro logo».

Verso quota 8.000 ettolitri annui

Prima di produrre birra, Ivano si è occupato di tutt’altro. Nato in una famiglia di frutticoltori, si laurea in biologia e diventa successivamente consulente informatico. Dopo anni trascorsi in giro per l’Italia, cede al richiamo della sua terra e decide di rientrare a Lagnasco per prendere in mano l’azienda di famiglia. Nel frattempo, torna a coltivare una sua vecchia passione: l’homebrewing. «L’agricoltura era perennemente in crisi. Così, avendo necessità di ristrutturare un vecchio magazzino, decisi di procedere coi lavori nel 2009-2010 e nel 2011 ci installai la mia prima sala cottura da 12 ettolitri, con annessa una piccola cantina dotata di due fermentatori, anch’essi da 12 ettolitri. L’idea era quella di produrre birra per il locale che avrei aperto di lì a poco a Saluzzo, oltre che per il mercato locale».

Ivano Astesana

Ma le cose hanno preso una piega diversa. «Un po’ per fortuna e un po’ grazie alla mia determinazione, si è creato intorno al birrificio un gruppo coeso di ragazzi molto appassionati che hanno iniziato a lavorare con me, e a quel punto crescere è diventato quasi naturale. Io mi sono potuto staccare dalla produzione, dando fiducia e responsabilità ai collaboratori, per dedicarmi alle attività promozionali e commerciali. Si è così innescato un meccanismo virtuoso che, lo dico con orgoglio, ci ha portato a essere ciò che siamo ora: una realtà consolidata, che nel 2022 punta a raggiungere quota 6.000 ettolitri di produzione, con un impianto che potenzialmente può raggiungere gli 8.000».

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