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Metti nel calice la private label

Iper, La grande i: crescono le vendite dei vini a marchio

Lo scorso ottobre Iper, La grande i ha celebrato la Festa del Vino Grandi Vigne: presso l’ipermercato di Piazza Portello a Milano i produttori dei vini commercializzati con il marchio dell’insegna (Grandi Vigne, appunto) hanno presentato i loro prodotti, con la possibilità di degustarli in abbinamento a prodotti gastronomici tipici regionali. «Il progetto Grandi Vigne è un’esperienza unica nel panorama della GDO europea – dichiara Antonella Emilio, coordinatore sviluppo prodotti a marchio – siamo infatti la prima catena ad aver creato una linea esclusiva di etichette “di filiera” che non solo riunisce vignaioli e produttori di vino eccellenti nelle rispettive aree di produzione, ma privilegia le aziende agricole di piccole dimensioni. La filiera corta consente il miglior rapporto qualità/prezzo e la soddisfazione di tutti gli attori della filiera (viticoltori, Gdo e consumatori), concetto che da sempre sosteniamo». Grandi Vigne è arrivata a proporre un assortimento di circa 50 vini, radunando una trentina di fornitori provenienti da quasi tutte le regioni italiane a più alta vocazione vitivinicola e ha permesso ad aziende, che diversamente sarebbero state escluse da un rapporto diretto con la distribuzione organizzata, di avere una visibilità maggiore su tutto il territorio italiano, aiutandole a mantenere i loro standard qualitativi e di crescere professionalmente ed economicamente. Iper, La grande i collabora costantemente con ciascuna di queste realtà: controlla le forniture, migliora i processi, organizza la produzione e verifica il rispetto del rigoroso capitolato che regola l’igiene, la salubrità (come, per esempio, il livello di anidride solforosa e di allergeni) e le caratteristiche qualitative. Molto attenta alle attuali tendenze di consumo che, anche in tempo di crisi, premiano i prodotti biologici, dall’autunno 2011 l’offerta di Grandi Vigne si è arricchita di alcune referenze (attualmente 7) da uve biologiche certificate ICEA, Istituto per la Certificazione Etica ed Ambientale. La catena fa dell’ecosostenibilità uno degli elementi qualificanti di questi articoli: la bottiglia deve essere in vetro leggero (bordolese di 400 grammi) per contenere le emissioni di CO2 in tutte le fasi della produzione, del trasporto e dello smaltimento. L’etichetta è progettata, in quanto a misure e forme, per ridurre al minimo lo spreco di carta e prodotta con fibra riciclata per l’80%, sulla quale lo spazio ridotto per le informazioni è compensato dalla presenza del QR Code, che consente di ottenere tutte le informazioni sul prodotto attraverso internet. Per il tappo, il sughero è tassativo. Per di più Grandi Vigne ha stretto un accordo con l’associazione senza scopo di lucro “A Braccia Aperte” che da anni promuove il riciclo di questo materiale. Le caratteristiche qualitative dei vini biologici si ispirano a quelle dei vini della linea base (filiera corta, controllo in ogni fase della produzione…). Anche la politica di prezzo è sostenibile: quello pagato al fornitore è equo, perché remunerativo per il produttore e sostenibile per il consumatore. Il rapporto qualità/prezzo, infatti, è misurato rispetto ai vini già presenti sul mercato attraverso il Wine Market Matrix, un test specifico per verificare la “qualità sensoriale” presente in una determinata fascia di prezzo di prodotto. I consumatori dimostrano di apprezzare la filosofia racchiusa dietro al marchio Grandi Vigne: le vendite nel periodo gennaio novembre 2012, rispetto allo stesso periodo del 2011 sono cresciute del 19,3% in volume; in valore la percentuale sul totale del fatturato dei vini confrontabili venduti da Iper, La grande i (ossia eccetto quelli in brick e i cosiddetti “vini da tavola”) è pari al 9,2%, una quota in crescita.

Magazzini Gabrielli: importante presidiare il segmento brick

Sono 47 i vini a marchio proposti dall’assortimento di Magazzini Gabrielli. Insieme rappresentano un buono spaccato della tradizione enologica italiana. «La gamma – racconta Gregorio  Martelli, responsabile acquisti di Magazzini Gabrielli – comprende vini bianche e rossi, mossi e fermi; i prezzi variano dai 2,99 euro (Trebbiano e Montepulciano) ai 9,99 euro del Nobile di Montepulciano». Le regioni più rappresentate sono il Veneto (con nove vini), il Friuli (otto), Emilia Romagna e Lazio (sette ciascuna). La produzione di Campania, Puglia e Sicilia è rappresentata da tre vini per ciascuna regione; Lazio e Abruzzo sono rappresentate da due prodotti e la gamma si completa con un vino dalla Basilicata, dalla Calabria e dalle Marche. «La gamma – prosegue Martelli – è composta da vini in brick e in bottiglia di vetro in formati dal 75 cl, per la gran parte di referenze, a 1,5 litri per i Lambruschi e il Chianti Fiasco». Per presidiare la categoria dei vini in brick, Magazzini Gabrielli, che fa parte del gruppo di acquisto SUN, Supermercati Uniti Nazionali, utilizza il marchio Consilia, mentre per quelli in bottiglia, marchi di fantasia che variano secondo l’area geografica (Regio Felix per i vini campani, Terre d’oriente per quelli pugliesi, Villa Gravere per i veneti…). «Oggi – spiega Marco Odolini, Presidente SUN, Supermercati Uniti Nazionali – i nostri fornitori sono in prevalenza piccoli produttori, ma utilizziamo anche cantine sociali e gruppi che ci aiutano nella composizione dei nostri assortimenti. Il nostro futuro, relativamente ai vini in bottiglia di una fascia medioalta, è costituito sempre di più da produttori specifici per ogni tipologia di vino. Cantine, anche con modeste dimensioni, con chiara propensione alla tipicità e unicità del prodotto offerto. Il nostro obiettivo è di offrire un ottimo assortimento dei nostri vini con un ottimo rapporto qualità prezzo. Molto importante, per la numerica dei clienti che lo richiedono, è anche il presidio del segmento vino in brick». A proposito di numeri, il comparto negli ultimi mesi è stato oggetto di una serie di interventi volti a specializzare e ad ampliare l’offerta di prodotto di qualità. «Questo – conclude Odolini – ha influenzato negativamente i dati di breve periodo che infatti vedono il marchio in controtendenza rispetto al comparto (immesso in vendita vini/spumanti YTD 30/11 +5,26% VS vino a marchio -3,1%)».

Luca Vaccaro, responsabile marche commerciali Gruppo Selex

Selex: grafica riconoscibile sullo scaffale

Dal novembre 2011 è in distribuzione nei supermercati Selex la gamma Le Vie dell’Uva, una selezione di vini rappresentativi delle principali zone vocate della Penisola. La linea al momento è costituita da 32 vini, rossi, bianchi e rosati, proposti in bottiglie da 0,75 litri. «Si va – spiega Luca Vaccaro, responsabile marche commerciali Gruppo Selex – dai grandi piemontesi, come Barbera DOCG e Barolo DOCG ai nobili friulani e trentini, Pinot, Merlot, Muller Thurgau DOC e Gewurtztraminer DOC, ai veneti Chardonnay e Prosecco, ai toscani Chianti DOCG, Morellino di Scansano DOCG e Sangiovese DOC, ai marchigiani Verdicchio, Rosso Conero, Pecorino, fino agli emergenti del sud, i campani Aglianico e Falanghina, i pugliesi Negroamaro, Rosato del Salento e Primitivo. E non poteva mancare un assaggio di Sardegna, con Vermentino e Cannonau, mentre per la Sicilia la scelta è andata su Nero D’Avola, Grillo e Syrah». Per quanto riguarda i fornitori, il gruppo ha puntato su produttori in grado di garantire la qualità e la costanza delle forniture. «Più che una linea di vini – sostiene Vaccaro – il nostro obiettivo era di creare un fil rouge che unisse etichette con precise caratteristiche qualitative, accomunate da una grafi ca distintiva e facilmente riconoscibile sullo scaffale. Direi che ci siamo riusciti. In poco più di un anno i vini Le Vie dell’Uva sono entrati nelle abitudini di acquisto di tanti consumatori, con oltre 1,3 milioni di bottiglie vendute nel 2012». Merito, forse anche da un pricing corretto: da 3 a 5 euro, con prezzi più alti per i vini più strutturati e nobili. «Abbiamo lavorato molto per dar vita a una selezione ponderata che presidi questo intervallo di prezzo con vini di qualità – conclude Vaccaro – che reggono bene il confronto con etichette anche di fascia superiore. E per farlo ci siamo rivolti a specialisti che, di cantina in cantina, ci hanno aiutato a individuare in tutta Italia i migliori produttori e a definire l’assortimento ottimale».

Opportunità o minaccia?

Insomma, la grande distribuzione ha messo fine a ogni indugio e ha dispiegato le sue (ingenti rispetto alla stragrande maggioranza dei fornitori) risorse per presidiare più da vicino il comparto vino. Che questo rappresenti una minaccia ai produttori o, piuttosto, un’opportunità da cogliere al volo è una questione che dipende anche dalla scelta di ogni potenziale fornitore di vini a marchio privato. L’importante è non ignorare un fenomeno destinato indubbiamente a crescere.

 

Elena Consonni