Gemini Project: imprenditori con la sostenibilità nel cuore

Alcuni interventi effettuati da Gemini Project nella Cantina Cordero di Montezemolo az Agricola Monfalletto di La Morra (CN)

Queste sono le idee e le radici di Gemini Project, azienda con sede ad Alba e Bra in Piemonte, che oggi conta circa 20 addetti, età media trent’anni, diplomati elettronici ed elettrotecnici nelle scuole del territorio. E già qui ve ne sarebbe a sufficienza per poter dire che sì, i gemelli Scarzello lasciano un segno positivo sul proprio territorio, creando lavoro e collaborando con le scuole locali per la formazione dei giovani. Ma Gemini Project va ben oltre la valorizzazione del capitale umano e sostiene con convinzione che un territorio come il loro, quello di Langhe-Roero e Monferrato, vocato ad arte e vino, non possa prescindere dal rispetto ambientale. «Fare imprenditoria – afferma Giancarlo – è oggi necessariamente agire in armonia col territorio. Non si può più prescindere da esso. Bisogna lavorare con la natura, mai contro di essa». E questo non solo per i cambiamenti climatici ormai innegabili e tangibili, ma anche perché territorio è ricchezza, è presente e futuro. Sostenibilità, dunque, è la parola chiave dei progetti che l’azienda realizza e, parlando con i gemelli Scarzello, si ha veramente la sensazione che questo non sia solo uno slogan o una strategia di marketing, bensì una convinzione profonda.

Di che tipologia di progetti vi occupate?

Siamo partiti con la costruzione di impianti di trattamento aria, ma quasi subito abbiamo esteso la nostra attività al settore del risparmio energetico e delle energie rinnovabili, progettando e installando impianti innovativi di ogni dimensione per il riscaldamento e il raffrescamento di edifici civili, industriali, del terziario. Oggi lavoriamo anche molto con le cantine vitivinicole. Nel corso del 2007 abbiamo ulteriormente ampliato la nostra attività progettuale e operativa, dedicandoci sia alla realizzazione di impianti fotovoltaici, sia all’applicazione di soluzioni integrate, finalizzate all’ottimizzazione del risparmio energetico negli edifici.

Ottimizzazione energetica degli edifici: qual è il vostro approccio?

Il nostro vuole essere un approccio olistico. Anche per questo abbiamo deciso di diventare anche certificatori energetici. Noi concepiamo l’edificio come una scatola con un determinato fabbisogno energetico. In base ad esso proponiamo soluzioni e dimensioni di installazioni che rispondano esattamente a questo fabbisogno. Ad ogni edificio bisogna poi dare l’impianto fotovoltaico che produca quanto l’edificio ha bisogno, non di più, non di meno. Naturalmente, l’edificio va considerato nel suo insieme, non solo dal punto di vista dell’impianto energetico.

Ad esempio?

Ad esempio, non ha senso avere un impianto energetico efficiente se poi l’edificio perde calore da tutti i muri. Per questo spesso, soprattutto per edifici non nuovi, il primo passo da fare è l’isolamento termico della struttura. Solo in seguito si passa all’analisi del fabbisogno energetico, della tipologia di consumi e all’installazione di un impianto di dimensioni adeguate. L’obiettivo delle nostre realizzazioni è sempre quello di proporre le soluzioni più efficienti ed energeticamente più convenienti nella gestione degli impianti e nella loro realizzazione, con la consapevolezza che la prima risorsa di energia rinnovabile è il risparmio energetico.

Particolari della realizzazione in Cantina Matteo Correggia di Canale (CN)

Quali sono le tipologie di installazioni che proponete?

Puntiamo sull’energia elettrica prodotta da fotovoltaico. Se si dispone di un impianto fotovoltaico, allora cerchiamo di elettrizzare tutto il fabbisogno energetico dell’utenza perché l’energia che viene dal sole ha l’impatto ambientale minore. Sosteniamo l’idea che sia necessario – dove possibile – allontanarsi dal principio che per produrre calore si debba bruciare qualcosa. Qualunque cosa si bruci, avrà comunque un impatto maggiore rispetto al fotovoltaico. Quindi, per riscaldamento e raffrescamento proponiamo la tecnologia della pompa di calore che appunto utilizza energia elettrica per funzionare ed estrae energia termica da fonti come aria, acqua o la terra.

Una tecnologia oggi molto in voga…

Sì. È arrivata in Italia una ventina di anni fa e noi ne abbiamo conosciuto gli esordi. Lavoriamo con questa tecnologia ormai da anni e abbiamo una lunghissima esperienza nel settore. È una tecnologia che riteniamo molto valida.

Perché?

È innanzitutto una tecnologia molto efficiente. Semplificando, se consumo 1 di energia elettrica per far funzionare la pompa, essa mi restituisce 4 in termini di energia termica. Quindi è una tecnologia molto poliedrica. Con una pompa di calore posso riscaldare un ambiente in inverno e raffrescarlo in estate, invertendo il funzionamento del ciclo frigorifero che sta alla base del suo funzionamento. È l’ideale, dunque, per quelle strutture che hanno entrambi i bisogni, come le cantine ad esempio. Una cantina ha un alto fabbisogno di freddo in estate, quando il fotovoltaico rende al meglio e le pompe di calore funzionano esclusivamente con l’energia elettrica del fotovoltaico. In estate il fotovoltaico produce più di quanto una cantina possa consumare e questo surplus di energia viene immesso in rete. In inverno, quando le cantine hanno un discreto fabbisogno di calore, la pompa preleva energia elettrica dalla rete e, invertendo il proprio ciclo, assorbe l’energia termica dall’esterno per riscaldare la struttura. Non siamo ancora dunque a livelli di autonomia energetica, ma sicuramente di consumo energetico nullo: si immette in rete energia elettrica in estate e la si preleva in inverno. Tra l’altro: le pompe di calore hanno una gestione e una manutenzione molto semplici e questo sicuramente non è un elemento secondario.

Avete fatto anche numerosi interventi in cantine vitivinicole. In particolare, quali tipologie di intervento avete condotto in questo settore?

Interventi volti alla conservazione e all’invecchiamento del vino stoccato sia in legno che vetro, con controllo della temperatura, dell’umidità relativa e della qualità dell’aria degli ambienti. Dove è stato possibile si è intervenuto sull’efficientamento energetico dell’involucro. Molti interventi sono stati fatti su reparti di lavorazione del vino. Siccome la cantina consuma molta acqua calda per le diverse fasi di lavorazioni di processo, abbiamo fatto interventi per la produzione dell’acqua calda utilizzanti pannelli solari ad altissima efficienza energetica.

Quali atteggiamenti avete riscontrato nella proposta di tecnologie, magari inizialmente più costose, ma sicuramente meno impattanti?

L’utenza terziaria è mediamente attenta alle tematiche in oggetto e disposta ad investire. Alcune eccellenze di terziario avanzato, soprattutto quelle che esportano, pongono come primo obbiettivo l’efficienza energetica andando a soddisfare le richieste dei loro clienti esteri che ricercano standard molto elevati in merito. Questo discorso vale soprattutto per le cantine vinicole, in particolare quelle con export nel nord Europa, Giappone, Canada e in paesi evoluti e ad alto tenore di vita. Sono gli stessi clienti che, in fase di selezione del prodotto, chiedono se i processi produttivi dell’azienda vitivinicola siano green, ponendo questo fattore tra le principali motivazioni dell’acquisto.

Questo atteggiamento del consumatore guida dunque la sostenibilità?

Sicuramente gioca un ruolo importante e fa sì che oggi nella produzione vinicola non solo l’uva sia prodotta in maniera il più possibile naturale, ma anche che tutto il processo che parte dall’ingresso dell’uva in cantina, passa attraverso la lavorazione del mosto per arrivare all’uscita della bottiglia confezionata per l’immissione sul mercato sia sempre più condotto con l’energia rinnovabile per eccellenza: il sole. Questo particolare momento storico mette a disposizione la tecnologia per fare tutto ciò.

La cantina del futuro?

A nostro modo di vedere la cantina del futuro sarà un luogo dove tutti i processi avverranno utilizzando energia elettrica o termica captata dal sole con tecnologie di ultima generazione. Alcuni esempi da noi realizzati di cantina del futuro: Cantina Matteo Correggia di Canale (CN); Cantina Cordero di Montezemolo az. Agricola Monfalletto di La Morra (CN); Nuova Cantina Bartolo Mascarello di Barolo (CN).

La sostenibilità come argomento di marketing, soprattutto per le cantine vitivinicole?

Per le cantine vitivinicole la scelta sostenibile è sicuramente un’opportunità straordinaria di marketing che consente di affermare che il vino viene prodotto in maniera naturale. Questo diventa un fattore decisore molto importante per acquisire nuovi clienti. È sicuramente anche una grande opportunità per il marketing del territorio: in una zona (Langhe, Roero e Monferrato) che l’UNESCO ha scelto come patrimonio dell’Umanità per la bellezza dei suoi paesaggi viticoli, il connubio tra bellezza, arte e difesa dell’ambiente potrà costituire un modello di sviluppo di un territorio unico al mondo, modello che potrà essere esportato in tutto il mondo.

Secondo voi sostenibilità ed economicità si lasciano sposare?

Secondo noi la sostenibilità non è un lusso per pochi illuminati ma deve diventare un must per fare impresa. È comunque una grande opportunità che dobbiamo imparare a captare. È un’opportunità per aumentare i volumi di vendita e la marginalità. Infatti, un impianto efficiente consente bassi consumi energetici e, quindi, riduce i costi di produzione. Rispetto dell’ambiente, sostenibilità e bassi costi di gestione sono fattori non antitetici: a monte, il tutto è possibile solo con una progettazione degli impianti attenta, dedicata e multidisciplinare e, appunto, olistica.

In Italia l’efficienza energetica e la sostenibilità vengono incentivate sufficientemente?

Non quanto sarebbe opportuno: registriamo la latitanza delle Istituzioni nel processo di sensibilizzazione e acculturamento dell’utenza che, peraltro, osserviamo essere molto preparata, sensibile e attenta alle tematiche di sostenibilità ambientale. La carenza di una cultura adeguata lascia nella confusione l’utenza evoluta e mediamente molto predisposta. Tale situazione si registra anche nel settore residenziale dove esistono poche pubblicazioni didattiche che spiegano cosa sia ad esempio la “Casa Attiva”, titolo della prima pubblicazione di Gemini Project, ovvero la casa che produce energia, non solo la consuma.

La sede di Gemini Project rispecchia il concetto di sostenibilità che l’azienda propone ai suoi clienti