Succhi di frutta e vegetali per la Cina

L’export italiano dei succhi di frutta e di vegetali nei paesi extra EU-28 nel 2016 è stato di 122 milioni di euro; la Cina è il quarto mercato di esportazione con il valore di 5 milioni, pari al 4,20% del totale; l’Italia ha importato succhi dai paesi extra EU-28 per il valore complessivo di 47 milioni. Quanto agli scambi con la Cina l’export italiano negli anni recenti è sostanzialmente stabile in volume e in leggero calo in valore; l’import è invece estremamente variabile e comunque inferiore all’export. I paesi EU-28 hanno esportato succhi in Cina nel 2016 per 31 milioni di euro: nell’ordine Spagna, Cipro, Italia e Francia, che spuntano però prezzi unitari molto diversi, premiando la Francia; contemporaneamente gli EU-28 hanno importato succhi dalla Cina per 33 milioni di euro, con un prezzo unitario medio dell’import superiore a quello dell’export. Quindi la Cina è contemporaneamente importatore ed esportatore di succhi con gli EU-28 e con l’Italia, quasi alla pari.

La bilancia commerciale della Cina per i succhi sul mercato globale è invece ben differente, dove l’export supera abbondantemente l’import. L’export cinese sul mercato globale è dominato dall’industria del succo di mela concentrato AJC. La capacità produttiva supera la domanda interna ed è stimata intorno alla 550.000 ton/anno; il principale mercato dell’export sono gli US (260.000 ton nel 2016), seguiti da Russia e Giappone. Le caratteristiche climatiche delle zone di produzione agricola e le varietà di mele prodotte danno come risultato un concentrato a bassa acidità, dolce, mentre quelli di Argentina e Polonia sono più acidi e risultano più costosi. Gli esperti si attendevano che la Cina diventasse fornitore globale anche di arancia concentrato, ma sino ad ora questo non è avvenuto. La domanda sul mercato interno è in continua crescita e si indirizza verso prodotti innovativi e di qualità.

Il sistema dei controlli per gli alimenti e i requisiti per le importazioni dei succhi in Cina

Il sistema regolatorio cinese è in continua evoluzione, in applicazione della Food Safety Law del 2015 e altrettanto gli standard. L’orientamento della sicurezza alimentare è verso sistemi verticali, orientati al prodotto. L’Administration of Quality Supervision, Inspection and Quarantine (AQSIQ) e la China Food and Drug Administration (CFDA) hanno recentemente introdotto nuovi obblighi di registrazione per alcuni alimenti; inoltre sono stati emessi nuovi standard e aggiornati numerosi già esistenti; è quindi fondamentale che gli esportatori restino in stretto contatto con i loro corrispondenti cinesi. CFDA è l’agenzia che sovraintende alla sicurezza alimentare. National Health and Family Planning Commission (NHFPC) valuta il rischio e sviluppa gli standard relativi alla sicurezza alimentare, ossia ad alimenti, additivi, prodotti e procedure igieniche utilizzati nei processi e nelle produzioni alimentari, e ai metodi di analisi e alle metodiche per contaminanti, micotossine e patogeni. AQSIQ si occupa principalmente dei materiali di confezionamento e di quanto viene in contatto con gli alimenti, ma gestisce anche tutte le azioni che riguardano l’import e l’export; a livello provinciale opera mediante 35 Entry-Exit Inspection and Quarantine Bureaus (CIQs). China’s National Certification and Accreditation Administration (CNCA), che fa parte di AQSIQ, gestisce le attività di certificazione e accreditamento, quindi anche la registrazione delle strutture estere che esportano in Cina e le certificazioni obbligatorie di prodotto. AQSIQ il 13/09/2011 ha rilasciato il Decree 144 “Administrative Measures for the Safety of Imported and Exported Food”, che regolamenta l’attività di controllo. Tra gli altri contiene l’obbligo di registrazione dei produttori esteri di alimenti, il sistema per la notifica delle importazioni, la gestione delle non conformità, le modalità di ispezione, il sistema di allerta in caso di rischio.

Dall’01/07/2014 gli stabilimenti esteri di produzione, gli esportatori, gli importatori nazionali e gli agenti di alimenti importati che violano determinate regole della sicurezza alimentare vengono denunciati e dopo tre violazioni la registrazione viene ritirata (Bad Records Administration on Imported Food). Gli stabilimenti esteri che esportano in Cina devono essere registrati con AQSIQ. L’importatore deve ricevere dal produttore/esportatore e verificare i documenti rilevanti per la sicurezza alimentare. Per alcuni prodotti, ma tra questi non rientrano i succhi, è tenuto anche a fare sopralluoghi in situ dello stabilimento di produzione estero. Il sistema cinese della sicurezza alimentare si basa su 4 pilastri: gli standard orizzontali, gli standard di prodotto e correlati col prodotto, le GMP ossia i requisiti igienici della produzione alimentare, e i metodi di analisi.

I GB (Gnobiao) Standards sono gestiti dalla Standardization Administration of China, che è il comitato nazionale dell’ISO: GB quando sono obbligatori, GB/T se raccomandati. Gli standard sono la base dei test cui i prodotti sono sottoposti per il rilascio del China Compulsory Certificate (CCC), che non è però richiesto per gli alimentari.

Ai succhi si applicano specificamente:

  • GB 19297-2003 Hygienic Standard for fruit and vegetable juice
  • GB17325-2015 National food safety standard concentrated fruit and vegetable juice for food industry
  • GB 12695-2016 Code of Hygienic Practice for the Production of Beverages
  • GB/T 31121-2014 Fruit & Vegetable Juices and Fruit & Vegetable Beverage
LO STANDARD DEI SUCCHI
Considerando che il succo è un prodotto globale e che il principale mercato dell’export cinese sono gli US, che hanno regole all’importazione molto rigide, preferiamo limitarci qui alle definizioni dello standard Codex Alimentarius, lasciando l’approfondimento della norma cinese agli operatori del settore.

CODEX GENERAL STANDARD FOR FRUIT JUICES AND NECTARS (CODEX STAN 247-2005)

2.1 definizioni del prodotto

  • 2.1.1 succo di frutta: è il liquido non fermentato ottenuto dalla parte commestibile di frutta sana, matura e fresca o mantenuta in condizioni sane con mezzi idonei, inclusi i trattamenti superficiali post raccolta. I succhi possono essere processati con semi e bucce che normalmente non sono incorporati nel succo; alcune parti di semi e bucce sono accettabili quando non possono essere rimosse applicando le GMP. Il succo è preparato con i procedimenti adeguati a mantenere le caratteristiche fisiche, chimiche, organolettiche e nutrizionali del frutto da cui proviene. Può essere torbido o limpido e può essere riaddizionato di sostanze aromatiche e componenti volatili sino alla concentrazione originaria, purché ottenuti con mezzi fisici e dal medesimo tipo di frutta. Si può aggiungere anche parte della polpa sempre della frutta originaria
  • 2.1.1.1 succo di frutta: ottenuto direttamente mediante estrazione meccanica
  • 2.1.1.2 succo di frutta da concentrato: ricostituito da concentrato con acqua potabile
  • 2.1.2 succo di frutta concentrato: rispetta la definizione di cui in 2.1.1, tranne che l’acqua è stata eliminata con mezzi fisici in modo che il valore Brix è superiore di almeno il 50% a quello fissato per il ricostituito nell’Allegato. È possibile stemperare la polpa in acqua e riaggiungere al succo prima della concentrazione i solidi solubili estratti con l’acqua
  • 2.1.3 succo di frutta estratto con acqua: è ottenuto per diffusione con acqua di frutti interi polposi da cui non si può estrarre succo con mezzi fisici o di frutti interi essiccati. Può essere concentrato e ricostituito; il contenuto in solidi del prodotto finito deve raggiungere il valore minimo di Brix stabilito per i succhi ricostituiti nell’Allegato
  • 2.1.4 purea di frutta per la produzione di succhi e nettari: è il prodotto non fermentato ottenuto con idoneo processo, quale setacciatura, frantumazione, molitura, dalla frutta intera o pelata senza rimozione del succo. Può essere riaddizionato di sostanze aromatiche e componenti volatili sino alla concentrazione originaria, purché ottenuti con mezzi fisici e dal medesimo tipo di frutta
  • 2.1.5 purea di frutta concentrata per la produzione di succhi e nettari: rispetta la definizione di cui in 2.1.4, tranne che l’acqua è stata eliminata con mezzi fisici in modo che il valore Brix è superiore di almeno il 50% a quello fissato per il succo ricostituito della medesima frutta nell’Allegato
  • 2.1.5 nettare di frutta: è il prodotto non fermentato ottenuto per aggiunta di acqua, con o senza aggiunta di zuccheri, miele, sciroppi, dolcificanti, a tutti i prodotti elencati precedentemente; può essere addizionato di sostanze aromatiche, componenti volatili e polpa provenienti dallo stesso tipo di frutta ed ottenuti con idonei mezzi fisici; deve rispettare i requisiti stabiliti nell’Allegato.

Documenti, certificati e procedure di importazione

Per esportare in Cina è necessario trovare l’accordo con un importatore cinese dotato di licenza e incluso nella lista degli importatori approvati disponibile sul sito di AQSIQ. L’esportatore deve registrarsi con AQSIQ e naturalmente aver verificato che prodotto, etichetta e imballaggio siano conformi allo standard. La pre-approvazione dell’etichetta non è obbligatoria; alla prima importazione l’importatore deve sottoporre a CIQ l’etichetta originale e la versione cinese per la verifica di conformità, ottiene un numero che consente di evitare l’operazione per le spedizioni successive. Tutti gli alimenti importati sono soggetti ad ispezione e se positiva ricevono alla fine il certificato liberatorio (Commodity Inspection Certificate).

Per lo sdoganamento l’importatore deve presentare:

  • la fattura (Invoice), in cinese e inglese, che riporta gli estremi di compratore, venditore, spedizioniere, paese di origine, descrizione dettagliata e voce doganale dei beni, quantità, condizioni di consegna e pagamento, valore FOB e CIF, dettaglio spese trasporto e assicurazione;
  • i Documenti di trasporto (bill of lading, packing list, insurance policy);
  • il Certificato di Origine, rilasciato dalla Camera di Commercio in Italia;
  • il Certificato Sanitario relativo alla spedizione in corso, o un Certificato di analisi microbiologica e fisico-chimica fatta da laboratorio accreditato nel Paese di origine;
  • la traduzione in cinese dell’etichetta, se in lingua originale;
  • copia della autorizzazione sanitaria alla produzione e traduzione in cinese;
  • copia della licenza di produzione e traduzione in cinese;
  • descrizione del processo produttivo e traduzione in cinese, con timbro e firma del legale rappresentante.

Sono invece richiesti dalla Dogana italiana:

  • la Dichiarazione doganale (Documento Amministrativo Unico Dau-EX) di esportazione definitiva da UE, che documenta anche la non imponibilità IVA dell’operazione;
  • il Numero meccanografico, assegnato all’impresa che svolge commerci con l’estero, rilasciato dalla CCIAA competente territorialmente.

Gli imballaggi in legno devono essere fumigati secondo la normativa ISPM n° 15; riportano quindi la marchiatura di conformità, oppure sono accompagnati da certificato fitosanitario.

Accordi commerciali, dazi e tasse

La Cina ha aderito al WTO e fa parte dell’Asia-Pacific Economic Cooperation (APEC), da cui deriva l’omonimo Trade Agreement (APTA). L’1/10/2017 sono iniziati i colloqui per un FTA con l’Eurasian Economic Union (EAEU). Trattamenti preferenziali sono riservati ai paesi asiatici vicini, ma anche a Australia, Cile, Costa Rica, Islanda, Nuova Zelanda, Pakistan Perù, Singapore, Corea del Sud e Svizzera. All’Italia, in assenza di accordi preferenziali, si applicano i dazi MFN (Most Favoured Nation).

Il codice prodotto 2009 è molto articolato e comprende tutti i succhi di frutta e vegetali, presentati in vario modo. A titolo di esempio riportiamo in tabella il valore del dazio per le tipologie di succo di arancia e di pompelmo; oltre a questi in generale il limone paga il 18, l’ananas il 10, il pomodoro il 30 e tutti gli altri il 20%. Non ci sono altre restrizioni.

Sul valore del bene gravato del dazio si paga poi una Value Added Tax VAT del 17%.

L’ETICHETTA

Gli standard di riferimento sono il GB 7718-2011 General Standard for the Labelling of Prepackaged Foods e il GB 28050-2011 Standard for Nutrition Labelling of Prepackaged Foods. L’etichetta in lingua cinese in generale deve riportare:

  • nome, definizioni specifiche, contenuto netto, data di produzione (anno/mese/giorno), lotto;
  • ingredienti e tabella nutrizionale; nome e indirizzo del produttore e informazione per il contatto;
  • shelf life;
  • codice dello standard di prodotto di riferimento;
  • condizioni di conservazione;
  • nome degli additivi secondo lo standard internazionale;
  • numero della Licenza di produzione (per i prodotti nazionali);
  • ogni altra indicazione richiesta per l’alimento specifico.

Per i prodotti importati serve:

  • nome e indirizzo del distributore, mentre quello del produttore è facoltativo numero assegnato all’esportatore da AQSIQ
  • paese di origine;
  • l’etichetta può essere scritta in cinese all’origine oppure si può lasciare l’etichetta in lingua originale e apporre, anche a cura dell’importatore, uno sticker con le scritte in cinese.

Dietro alle denominazioni Fruit drink, Juice drink, Juice cocktail, Juice beverage ci sono non i succhi, ma bevande che contengono zucchero e solo il 5-10% di succo.